DIETA? NO, GRAZIE
LE DIETE OSTACOLANO LA TUA NATURA
Cara donna alla ricerca, che premi per avvicinarti alla tua vera natura.
Scriverò le seguenti righe puramente sulla spinta del mio lungo vissuto a combattere con il mio corpo, fino alla pace, ancora duratura e ben salda, fatta verso i trent’anni.
No, non mi avvarrò di trattati scientifici o di ricette prefabbricate, perché quello che ti racconto viene da un lavoro certosino sul campo, sul mio corpo e la mia vita – fatto con dolore, con le mani nella terra e nel sangue, con le ali e la testa rivolte ad affrancarsi da una schiavitù che solo noi stesse possiamo crearci.
Ciò che segue non è rivolto a casi clinici, persone affette da scompensi ormonali o casi di malattia. Ma riguarda tutte le altre: probabilmente oltre il novanta percento delle donne (sane) che decidono di mettersi a dieta.
Il pensiero di “mettersi a dieta” presuppone la dissociazione dal proprio ciclo naturale e l’adesione ad un piano fatto a tavolino. Spesso, uno standard.
Quindi, il tradimento del corpo (con tutte le sue potenzialità e capacità) per una fiducia totale nella mente (quasi sempre altrui).
Dieta significa:
- privazione,
- freno,
- frustrazione,
- punizione…
- Ma anche scusa: una bella scusa per non arrendersi al fatto che il vero lavoro da svolgere è ben più vasto e il suo raggio d’azione includerebbe scardinare paletti fissi che ci fanno troppo comodo.
Per esempio,
- stile di vita
- abitudini sbagliate
- bassa autostima su cui lavorare
- pigrizia mentale, ma soprattutto:
- la paura di conoscersi
- la non fiducia nei propri ritmi naturali – nel proprio corpo e
- la paura di andare contro l’immagine standard imposta alla massa
Il fatto che seguire una dieta non spontanea, ma inculcata, sia inutile quando non addirittura controproducente è ormai provato da infiniti casi e probabilmente l’avrai sperimentato almeno una volta anche tu. Imporsi qualcosa controvoglia con la sola volontà non implica una trasformazione profonda. E al primo cedimento della volontà (inevitabile) tutto il castello di carta creato con grandissima fatica crollerà inesorabilmente. Ossia,
- lascerai il controllo e abbandonerai la dieta, con conseguente aumento della tua frustrazione e probabilmente rabbia verso te stessa. Oppure:
- riuscirai a raggiungere il tuo “peso-forma” (che brutto termine, sembra ideale per una pera), ma nell’arco di settimane o mesi lo riperderai – con la solita frustrazione al seguito. Per non calcolare i costi economici di chi, senza averne reale bisogno, si rivolge agli specialisti del settore.
Non è possibile mantenere uno sforzo all’infinito. Vale lo stesso per tutti i casi della vita (ad esempio, per smettere di fumare).
L’unica cosa che può funzionare è una vera trasformazione, una sorta di conversione in cui anima e ragione siano entrambe d’accordo, ma deve essere a più ampio raggio. Per realizzarla, occorre fare diversi passi indietro ed osservare il quadro da ben più lontano che non il semplice piatto all’ora dei pasti.
Quello che auspico è che iniziamo a vedere questa dissociazione tra corpo, mente e anima come una parte di un’epoca che sta passando, che è già passata. E che iniziamo a percepirci come esseri a trecentosessanta gradi, non una somma di pezzi e parti. Unici e speciali così come siamo. A comprendere che, quando si parla di esseri umani, non può esistere uno standard.
Lo sapevi che qualunque nostra forma, consistenza, struttura, metabolismo, punto forte, punto debole, callo, ruga e perfino postura non è che un risultato del modo in cui abbiamo reagito al mondo esterno, istante per istante?
Ogni giorno, ogni giorno assistiamo al miracolo dell’esistenza che si dispiega a nostra insaputa sotto i nostri occhi, realizzandoci in una forma mai casuale mentre cresciamo e ci evolviamo, e noi vogliamo farle la guerra. Così come la vogliamo fare alla natura: avviene quando siamo dissociati da lei, da noi stesse, dall’equilibrio già insito nelle cose senza bisogno di intervenire con la nostra logica.
La ragione è fallace e facile preda di ossessioni, la logica cambia con le mode, come il vento.
E’ il corpo che sa come proteggersi da una malattia, come reagire ad un ostacolo, come metabolizzare certe sostanze ed espellerne altre, come disintossicarsi quando necessario, come aggiungere scorte in previsione del freddo o di una carestia – fosse anche solo temuta nel nostro inconscio. E il corpo sa, molto meglio e più della ragione, semplicemente perché si è sviluppato decine di migliaia di anni prima del nostro cervello attuale. In esso dimora una spia interiore che lo guida e non vi è cosa che lo riguardi che sia casuale.
Se proprio vuoi cambiare qualcosa del tuo corpo, devi partire da molto a monte, con amore e andare a comprendere perché, per esempio, esso tenda ad accumulare grasso in eccesso (se ve n’è in eccesso realmente, non secondo la moda umana del momento).
Il mondo delle diete non è un’operazione caritatevole: è un vero business! Basato, come tanti, sui nostri punti deboli.
Chi vuole il tuo bene non ti consiglia numeri e calcoli e bilance, né tantomeno di concentrarti su sacrifici alimentari e rinunce mirate. Semmai, si concentrerà sulle tue abitudini. Fisiche, ma soprattutto mentali, perché da lì parte tutto. Il corpo, così come il palato, lo devi accompagnare con amore.
Se lo fai in questo modo, andrà dove vuoi tu.
Anziché pensare a una rinuncia, pensa ad aggiungere qualcosa. Per esempio, non rinunciare per forza a quel piatto che ti piace tanto. Piuttosto, se non sei abituata a farla, aggiungici l’abitudine sana e positiva di una nuotata prima di sera o di una lunga camminata nella natura. Qualcosa di piacevole, o perlomeno che ti risulterà certamente piacevole con la pratica, una volta rotta la pigrizia mentale.
Poi, in generale, intraprendi un percorso per amarti di più. Tutto parte dall’accettazione di noi stessi. Solo poi potrai pensare a sistemare i dettagli.
Proprio così.
Come fosse un fiume. Vai ad osservare un fiume nelle diverse stagioni. In certe fasi si gonfia al massimo della sua capienza, in altre si riduce ad un filo. Eppure, è sempre lo stesso fiume.
La fame dovrebbe indicare quando c’è un bisogno reale di cibo e anche di quanto cibo c’è bisogno. Ma queste due indicazioni fondamentali le potrai realmente sentire, ascoltare e seguire solo se sarai in equilibrio con te stessa. Se il cibo non verrà utilizzato come palliativo per qualcos’altro che devi ancora scoprire o che hai paura di affrontare.
E cosa può rendere il corpo autosufficiente come un fiume che segua il suo naturale flusso, liberato da una mente che lo vuole controllare, modellare, cambiare, rifiutare, schiavizzare o punire?
- Muoversi più possibile. Il che non significa per forza sport. Significa muoversi liberamente nello spazio, come fanno i bambini e gli animali, ad ogni occasione. Stirarsi, camminare anziché prendere un mezzo o l’ascensore, ricercare la natura a piedi, in bicicletta o a cavallo.
- Anziché riversare rabbie e frustrazioni su di sé o sugli altri, prendi l’abitudine di sfogare queste sensazioni correndo. Per esempio. O in qualche forma di fatica che dia poi soddisfazione.
- Prediligere la nostra sana e squisita dieta mediterranea, ma in generale una dieta volta all’eliminazione della carne. Per chi può, verso il vegetariano o il vegano: abitudini alimentari che, pur mantenendo una vastissima gamma di ingredienti, escludono per loro natura grassi animali, colesterolo e tutte le conseguenze negative, sul nostro corpo e sull’ambiente, degli allevamenti intensivi.
- Curarsi con il cibo quanto più possibile (erbe incluse, certo): realizzare il vero significato del detto di Ippocrate: “Fa che il cibo sia la tua medicina e che la medicina sia il tuo cibo” (dal trattato “Antica Medicina”).
- Mangiare quanto più possibile frutta e verdura di stagione, meglio se acquistate dai contadini locali.
- Prediligere quanto più possibile il biologico.
- Prediligere quanto più possibile cibi e ingredienti integrali. Sono anche più saporiti.
- Andare alla scoperta, anche con divertimento e curiosità, delle farine antiche, dismesse solo per esigenze di mercato, e dei frutti dimenticati.
- Assecondare il più possibile i propri ritmi di sonno naturali.
- Camminare a lungo: calma, riordina i pensieri e aumenta la creatività.
- Se ti piace nuotare, fallo quanto più ti è possibile nella natura.
- Se il pensiero di un tale dolce o altro è per te ossessivo, prova a guidare la tua ossessione verso altro, prima di riuscire a trasformarla. I piaceri della vita sono così tanti… ci siamo capite? 🙂
- Abbandonare tutte le abitudini distruttive ed ossessive come l’uso della bilancia, del metro, dei numeri per definire la nostra vera età. Esci libera per il mondo senza il bisogno di misurare alcunché. La natura non prende le misure: sente e segue.
- Prima di pensare a combattere il tuo corpo per come é, pensa al perché si è perso. E al perché hai perso la tua connessione con esso.
- Appoggiarsi a una psicologa o ad una counselor o a corsi specializzati che ci aiutino ad entrare in contatto col nostro vero sé, con l’amore per noi stesse e una vera accettazione, con gioia e realizzazione di sé.
- Iscriversi a un corso di ballo.
- Praticare uno sport di gruppo, in team, che diverta mentre si fa movimento.
- Regalarsi un abito che vediamo che ci dona, in cui ci sentiamo noi stesse, tagliando fuori completamente il “come ci vedranno gli altri” o “quel che mia madre direbbe di me”.
- Regalarsi un servizio fotografico che ci valorizzi.
- Scegliere di prendere un cane: ottimo sistema per fare molto movimento in più, facendo anche nuove amicizie.
- Regolarsi con il consumo di alcool: non lo dico solo per le calorie che contiene, ma perché potrebbe rintontirci un po’ e destabilizzare l’equilibrio umorale che invece vogliamo raggiungere allo scopo di ricreare il nostro equilibrio psicofisico naturale.
- Come regola generale, stare il più possibile all’aria aperta.
- Trovare ogni modo possibile per divertirsi.
Forse conosci già gli effetti benefici dello sport, anche se, sarò sincera, preferisco sempre parlare di “movimento” e praticare una vita dinamica in maniera più continuativa, anche con piccoli stratagemmi e buone abitudini, che non pensare a un’ora di sport, vissuto come “fatica”, dentro una vita sedentaria. In generale, l’obiettivo dovrebbe essere quello di ridurre i picchi di alti e bassi (sia nel movimento che nel cibo) e armonizzare la propria vita secondo i ritmi della natura.
“Da tempo numerosi altri studi hanno evidenziato che lo sport stimola la produzione di molecole che favoriscono il buon umore, come le endorfine o la serotonina, un ormone neurotrasmettitore che migliora lo stato di serenità. L’attività fisica contrasta direttamente anche lo stress perché riduce il livello di cortisolo nel sangue, l’ormone coinvolto nello stress e nella depressione. Non è un caso, infatti, che molti studi epidemiologici abbiano evidenziato un rischio maggiore di ansia e depressione nelle persone sedentarie.”
Dall’articolo di Educazione Nutrizionale che ti linko qui.
Oggi non sono per le citazioni, ma questo articolo del biologo nutrizionista Maurizio Tommasini dovresti leggerlo. Ne traggo alcuni brani:
“Circola in rete una statistica tremendamente pessimista, basata su studi degli anni 50 del secolo scorso, che afferma che addirittura il 90-95% dei soggetti a dieta riprende rapidamente il peso perduto. Si tratta di una statistica vecchia, derivante da studi molto particolari su popolazioni altrettanto particolari.
Lavori più recenti dipingono una situazione meno drammatica, probabilmente almeno il 50% dei soggetti riesce a mantenere il peso raggiunto grazie alla dieta, ma comunque sia una buona percentuale dei soggetti fallisce, e certamente ne esce sfiduciata, diffidente e anche un poco depressa.”
“Uno dei fattori dominanti nell’evoluzione degli esseri umani, un fattore che ha letteralmente forgiato la nostra fisiologia, è stata la scarsità di cibo: siamo bene adattati a sfruttare e conservare ogni briciola d’energia disponibile, accumulandola per i momenti di carestia, che in passato erano frequenti e durissimi. Il nostro organismo dispone di efficientissimi meccanismi per affrontare periodi di ridotto apporto calorico — le diete si basano proprio sulla riduzione di questo apporto — e tende ad adattarsi rapidamente e a combattere questa perdita di peso, che avverte come una minaccia per la sopravvivenza.”
“La nostra fisiologia è molto complessa e ovviamente va a interagire con segnali che provengono dall’ambiente e con la nostra sfera cognitiva e comportamentale: a grandi linee la perdita di riserve è vissuta dall’organismo come evento traumatico, da combattere, poiché mette a rischio la sopravvivenza.”
E tu, non hai ancora imparato ad amarti? Vuoi davvero farti questo?
Finché esisterà un divario (uno scostamento, una spaccatura) tra ciò che siamo realmente, ciò che la nostra natura vuole diventare/evolvere e ciò che vogliamo imporci – basandoci su modelli esterni, non appartenenti alla nostra essenza, – non sarà possibile condurre un’esistenza felice e realizzata. Né conoscere armonia ed equilibrio, da cui dipende tutto il nostro modo di approcciare gli altri e di percepire il mondo.
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