GLI ERRORI COMMESSI DALLE DONNE
L’EMANCIPAZIONE DEI DUE GENERI
PREMESSA: IL CONCETTO DI COLPA
Da ormai diversi decenni assistiamo a un risveglio del femminile. Inizialmente la cosa è esplosa come uno tsunami con rigurgiti di rabbia antica verso il maschio che si devono ancora placare.
Nel nuovo millennio, però, sono andate diffondendosi correnti di pensiero femminile più profonde, sagge e misurate, mitigate da spiritualità e dalla consapevolezza di sé e dell’altro. E dalla consapevolezza che il maschio stesso è entrato in una crisi, o lo è sempre stato – che la crisi riguarda entrambi i generi e che solo una profonda maturazione del Sé, in vista di un modello di relazione nuovo e più evoluto, possa condurre le società fuori dalla nebbiosa confusione di questi decenni di trapasso.
Il concetto cattolico di “colpa”, di “peccato originale” e con gli antichi Greci, la definizione della realtà tutta come “separata” (dal soggetto e dalle sue parti) e come somma di dicotomie, di opposti, hanno forgiato la nostra forma mentis con questi segni e con questi simboli e ci è difficile percepire e spiegare le esperienze al di fuori di questa visione.
Ma esiste realmente una situazione in cui un soggetto (attivo) compie un “peccato” ai danni di un altro soggetto (passivo)? Esistono davvero una parte che porta una colpa e l’altra parte che si possa definire, in toto, sua “vittima”? Infine, estremizzando, esistono realmente due soggetti – separati, non collegati, non mutuamente influenti e incidenti, inconsciamente, ovvio, ognuno a se stante?
E se il simbolo più giusto e adatto a spiegare la realtà del mondo non fosse l’opposizione di due opposti, ma fosse quello del cerchio? Oppure la spirale, o l’otto dell’infinito?
In fondo, importantissime scuole di pensiero antiche sostengono che esista una causa (passato) che crea un effetto (presente); ma anche che se crei l’effetto ora, la causa correrà a manifestarsi, ad esistere.
Il tuo passato e il tuo presente verrebbero così modificati o acquisirebbero certamente un’altra luce. Perché il sistema deve in qualche modo giustificare l’effetto che hai prodotto.
“Il fine giustifica i mezzi” non era che questo, a detta di Igor Sibaldi, che rileggendo l’Antico Testamento secondo le sue traduzioni, stravolge questi schemi fissi occidentali di separazione, di carnefice e vittima, di passato quale causa del presente a favore di un futuro quale reale leva degli eventi presenti.
Sono incline a dare più credito a simboli antichi, quali il cerchio, l’otto o la spirale – molto più autorevoli di quelli cattolici e di qualunque simbolo o immagine che rappresenti invece uno scenario chiuso o una linea di discontinuità tra due stati d’essere o tra due esseri.
Ma proprio perché tutto è collegato e perché siamo, forse, puntini di uno stesso cerchio, se abbiamo smesso di percepirlo e abbiamo creduto di poterci far la guerra l’un l’altra o di poter vivere gli uni senza le altre, qualcuno, da quella circonferenza, dovrà alzarsi in piedi per prim* e riportare alla consapevolezza l’unità.
La reciprocità delle azioni e delle influenze, le interdipendenze.
Riportare questi aspetti alla vista di tutti. Come?
Assumendosi la responsabilità della propria posizione nel gioco dei ruoli.
Senza giudizio, ma semplicemente riconoscendo quanto si è fatto e quanto si dovrebbe fare.
E anche in un momento in cui, soprattutto nel nostro paese, lo scontro tra lo tsunami del risveglio e lo status quo cristallizzato di un passato patriarcale ha prodotto, oltre a tanta crisi relazionale, il fenomeno del femminicidio, il puntino che si alza in piedi per annunciare la fine della “guerra” tra i generi potrebbe essere una donna.
O meglio, oramai, molte donne insieme.
E’ con questo intento che, per esempio, la coach Hanna Milling ha voluto creare il video che segue (From Women To Men). Coinvolgendo altre 36 donne.
La premessa che ne ha scritto dice:
“Mi rendo conto che il video mette un dito in un tabù collettivo, per questo certamente libera molte emozioni e reazioni controverse. Per me è semplicemente un messaggio che mi è uscito dal cuore, è la mia verità e per come la vedo è un enorme pezzo mancante nel quadro generale – e ne è certamente solo un pezzo, non l’intero quadro.
Noi donne portiamo molte ferite e abbiamo tante ragioni per provare rabbia. E’ importante che esprimiamo anche questo. Dobbiamo prenderci cura delle nostre ferite e dei nostri confini. Ma nella mia esperienza, la vera guarigione ha inizio quando si smette con la visione dialettica dell’ “o… oppure”: o sono una vittima, o sono un carnefice.
La vera guarigione ha inizio quando comincio a prendermi cura delle mie ferite, quando mi prendo cura dei miei confini e quando inizio a vedere e a prendermi cura della mia parte del danno, quando mi assumo le mie responsabilità. E noi donne dobbiamo farci carico delle nostre responsabilità.
E’ stato stupendo ricevere tanti feedback entusiasti da parte di tante donne quando inviai l’invito a partecipare a questo video ed è stata una grandissima gioia lavorare con queste donne potenti e bellissime che avevano tutte lo stesso desiderio: dire pubblicamente questa verità, possedere la nostra parte d’ombra, ma anche possedere il nostro amore. E’ stata una potente celebrazione dell’essere donna.”
Video visibile da Facebook (5 intensissimi minuti – qui con sottotitoli in italiano).
ERRORI, NON COLPE
A questo punto, un mondo maturo vedrebbe qualcuno (nella fattispecie la donna) scoprire per prima le carte. E il fare luce sui propri errori passati (anche se certamente giustificati da nefandezze maschiliste oggi inconcepibili), sarebbe l’unico punto di partenza possibile affinché anche l’altra parte in gioco (l’uomo) inizi a deporre armi e armatura e “si denudi” a sua volta – senza la paura di essere attaccato. Non esistono, alla luce dei fatti, vie d’uscita alternative a questa.
Certamente la soluzione non risiede nella rabbia, nel rifiuto dell’altr* o nell’ennesimo conflitto di genere – anche se il punto di partenza per il processo di individuazione, all’interno del cerchio sacro che ci unisce tutti, ha dovuto partire da lì. Da qualche parte il macchinario difettoso doveva essere fermato – e sono occorsi davvero millenni per arrivare a questo peculiare momento.
Non c’è da sorprendersi dunque se siamo tutti confusi. Si tratta di un cambiamento epocale. In questi casi, presente e futuro sono tutti da riscrivere.
A questo punto, è ovvio che l’emancipazione in atto non possa essere soltanto quella femminile. Ma che si tratti di un’emancipazione di entrambi i generi, un’emancipazione da modelli precedenti limitati e limitanti. E, perché no, pieni di errori, cadute, aberrazioni, illusioni. Che oramai hanno mostrato i loro limiti e fatto il loro corso.
La colpa è un concetto religioso, peraltro occidentale, il quale non ha avuto nessun effetto positivo sul genere umano e sulla nostra storia, ma solo dannoso, rallentante e limitante. In un’ottica positivista in cui tutto sia visto come funzionale, forse è servito perché non eravamo pronti ad assumerci realmente, da dentro, le nostre responsabilità. La nostra divinità.
Guarda caso, la colpa ha sempre a che fare con qualcosa o qualcuno che “sta fuori” da noi – sia che la compia, sia che ce la attribuisca.
Al contrario, l’errore fa parte dei processi naturali a tutti i livelli. Senza errori, non si potrebbe né camminare né volare.
L’errore attraversa trasversalmente tutti i processi vitali, da quelli vegetali a quelli animali. Perché l’errore fa parte della ricerca della situazione ideale (la più “economica” e la più soddisfacente), che altro non è che la storia della nostra crescita.
Non a caso, il processo di prove ed errori è alla base dell’evoluzione di ogni specie e di ogni società. Solo una società malata e sconnessa poteva creare da questo processo naturale e selvatico il concetto di “colpa”.
GLI ERRORI DELLE DONNE
A questo punto, andiamo al cuore di questo articolo.
Premesso che le nefandezze, le violenze, i soprusi, le discriminazioni e le ingiustizie (a tutti i livelli – dal privato-familiare al sociale – e in tutti i settori) perpetrate da certe categorie di uomini sul genere femminile nella storia degli ultimi millenni non può in nessun modo venire accettata, minimizzata né dimenticata o cancellata con un colpo di spugna come se nulla fosse successo… Deve essere espressa, abbracciata e curata, fino all’ultimo dei suoi rigurgiti.
Premesso questo, parrebbe molto interessante analizzare anche gli eventuali errori compiuti da lei – anche fossero errori riflessi. Dal passato più lontano fino a quello che si estende ancora nel presente.
Questo processo potrebbe servire a vari scopi:
@ per avere un quadro più completo possibile della situazione;
@ per spezzare il circolo vizioso e ricordare che, in realtà, è un cerchio sacro;
@ per fare un’autoanalisi, smettere immediatamente di insistere sui nostri errori ed eliminare le conseguenze che avrebbero in futuro;
@ per esporli agli uomini e avvicinare i due generi come forse mai sono riusciti a fare prima – aumentando la comprensione reciproca di questi due mondi così diversi ma complementari;
@ per smettere di chiedersi “se sia nato prima l’uovo o la gallina” e uscire dal vicolo cieco, dalla scatola chiusa, cambiare trama e scenario, definitivamente.
Alcuni di questi punti sono contenuti nel video stesso linkato qui sopra.
Per tutti i seguenti punti, che lo vogliamo o no, non se ne esce con la frase: “E’ stato necessario fare così per sopravvivere.”
Potrai provarci anche tu per anni o decenni, ma con questa visione la catena dell’incolparsi a vicenda non si rompe. Quindi, bisognerà trovare un altro modo. E, come dice il filmato, “io incomincio oggi.”
Con la premessa che, senza la capacità di amare se stessi, non è possibile amare il prossimo, l'”altro da noi” e che, senza questo motore che sta alla base di tutte le cosmogonie umane (l’amore in senso lato), l’energia necessaria a questa presa di posizione e di coscienza non sarebbe sufficiente.
Premetto anche che molti dei processi elencati sono inconsci e che per questo è oggi come non mai importante praticare, ciascuno con i propri mezzi e gradi, l’antico e famoso detto che riassume tutti i concetti in una frase: “Conosci te stess*“.
Siete pronte?
Sarà dura ma anche terapeutica.
@ Le donne hanno spesso utilizzato la loro abilità manipolatrice per indurre gli uomini a fare quanto era loro volontà.
Anche se il più delle volte ciò è stato necessario perché era l’unico modo per ricavarsi uno spazio per sopravvivere da parte delle donne (o inconsciamente un modo per vendicarsi dello schiacciante patriarcato), così facendo la donna non ha permesso all’uomo di fare quei passi necessari che lo avrebbero fatto arrivare a maturità, ad essere un uomo e non un eterno figlio – e magari un Uomo di valore.
@ Anche gli uomini violenti sono stati partoriti e cresciuti da una donna. Qualche errore deve essere stato commesso. E qui si può spaziare, dal non aver realmente desiderato il figlio, al non averlo fatto sentire amato, all’abbandono, all’averlo in qualche modo fatto sentire tradito… eccetera, eccetera.
@ Molto spesso le donne hanno avuto nei confronti dei loro compagni atteggiamenti di superiorità (che si sono coniugati in distacco, rimprovero, critica, compatimento, mancato ascolto, incomprensione, umiliazione o altro). Come se lui fosse un bambino e non un adulto alla pari.
Il maschio soffre particolarmente in caso di critica e non-accettazione, non-soddisfacimento della compagna.
Questo comportamento impari, tra due adulti, può solo portare a un’asimmetria e a uno squilibrio. Per responsabilizzare lui, specie nei tempi a noi più vicini, spesso sarebbe bastato chiedere, esporre i propri bisogni apertamente. Ma la donna ne aveva perso la fiducia e la capacità.
@ Le donne hanno spesso usato il sesso come merce di scambio o strumento di ricatto. Ereditando questa abitudine dagli uomini, che per millenni le hanno considerate “proprietà”.
Ma questo non ha fatto che andare a consolidare la disparità e il distorto punto di vista patriarcale, oltre che quello più religioso e bigotto.
(Leggi anche: “Uomini maltrattanti: donne, però, basta”)
@ Sono le madri stesse, fino ai tempi nostri, che a volte danno più importanza a un figlio maschio rispetto a una figlia femmina.
Sembrerà anacronistico ma purtroppo capita ancora troppo spesso che sia la madre a far sentire il figlio maschio come un principino, in diritto di reclamare attenzioni, servizi e atteggiamenti che si da per scontato che la donna eroghi, mentre non varrebbe lo stesso per lei. Allo stesso modo, viene ancora data più libertà al figlio che alla figlia.
Questo atteggiamento provoca da un lato un senso di superiorità maschile (con la nascita dei seduttori, dei narcisisti, dei misogini e di persone poco empatiche fino a spietate) e dall’altro un isolamento della femmina (con conseguenti stigmate a vita quali: solitudine interiore, rifiuto, bassa autostima, protezioni troppo rigide, incapacità di fidarsi del maschio, eccetera).
@ Alcune donne arrivano a fingere piuttosto che spiegare agli uomini i propri bisogni, sia in campo sessuale, che sentimentale, che materiale. Poi, si lamentano degli uomini stessi. Pare illogico eppure ciò è avvenuto fin troppo spesso, contribuendo solo ad aumentare la confusione e a limitare la conoscenza reciproca e il dialogo.
(Leggi anche: “Sesso lento e cura della vagina”)
So che è dura accettare quanto sopra, ma in questo momento così importante volevo contribuire ulteriormente al passaggio in corso con il mio pensiero.
Ti sarei davvero grata se esponessi i tuoi punti di vista nei commenti qui sotto.
Non è necessario che limiti la tua rabbia, se ne provi. In questo caso, ti chiedo solo di limitare, se possibile, atteggiamenti offensivi e di essere creativa, propositiva.
Oppure, apprezzerei molto se mi scrivessi il primo errore femminile che ti viene in mente e che potrebbe aver ostacolato una comprensione tra uomo e donna – e che magari non ho elencato tra i punti descritti.
Grazie, in tutti i casi, per essere qui, nel Bosco sacro con me.
⇒ ⇒ ⇒ I MIEI LIBRI
PER AIUTARTI: ARMONIZZAZIONE DELL’ANIMA
ciao Sonia, un altro articolo interessante che ci offre grandi spunti di riflessione.. grazie; questo tema poi è davvero immenso..
mi sono fermata un attimo a riflettere in effetti di come mentalmente accuso il mio compagno per la protezione che non mi offre ma riPENSANDO a come l’ho scelto ..in effetti lui non aveva fin da allora le caratteristiche che io desidero e che gli rimprovero.. sono io che no l’ho visto e non ho capito perché ero troppo presa dal gioco della seduzione : tieni presente che lui ha 14 anni più di me e ai tempi, ragazza adolescente inconsapevole, giocavo a fare la femme fatale .. se riuscivo a sedurre i ragazzi più grandi vuol dire che ero in gamba e sceglievo ovviamente i casi più irraggiungibili.. però quando lui è caduto nella mia provocazione (colpa della sua fragilità che io allora non conoscevo) essendo lui più grande e io una ragazzina, nel mio immaginario era lui che mi avrebbe protetto e che avrebbe pensato tutto ..anche perché avrei ripetuto lo schema dei miei genitori .. Ovviamente è stato l’opposto perchè io ero quella forte e lui quello da proteggere .. anche se l’ho capito tardi ed ora è dura far cadere gli schemi e le divisioni.
Sicuramente prendere consapevolezza dei propri sentimenti, dei propri bisogni e dei rimproveri verso il mio lui e rendersi conto di averli alimentati senza saperlo e scoprire quindi di aver alimentato un circolo vizioso .. è un buon spunto per provare ad interromperlo Un abbraccio sorella cara
Ciao carissima Mara, che bell’intervento!
Ti ringrazio tanto di aver compreso il mio intento – in cuor mio avevo paura di essere attaccata da certe donne, ma non è successo.
Comprendo benissimo la tua situazione. Credo che non abbiamo né nulla da rimpiangere, né da rimproverarci e che ci sia solo da guadagnare: la vita è una palestra, il rapporto con un’altra persona poi è – credo – il modo più alto e rapido per crescere (anche se non è sempre divertente o non è sempre quel che ci aspettavamo, perché la nostra visuale era limitata).
Ti invito a leggere anche questa lettera, scaturita dalla mia esperienza personale (tormentata ma molto ricca), per sottolineare proprio questo aspetto…:
http://ilboscofemmina.com/ti-ho-usato-per-tutta-la-vita
Grazie di cuore e un abbraccio fortissimo! 🙂
Lo farò senz’altro Grazie 🙏🏻
Ciao.
Il video from women to men Mi ha toccato moltissimo.
L’avevo già visto qualche settimana fa.
Sono almeno un paio d’anni che sto cercando di capire me stesso e sgretolate convinzioni, abitudini, copioni e l’ego stesso è una bella sfida, pure entusiasmante. Il tutto era partito per recuperare il rapporto con la mia lei, per ritrovare armonia in famiglia, per assomigliare ai sogni da ragazzo o persino da bambino.
Ho scoperto che la base è imparare ad amare se stessi. O la risposta non è amare chi, ma essere amore. Automaticamente tutto si scioglie… in sé. E si accende una fiammella dentro al cuore. Lentamente.
Talmente lentamente che nel frattempo si pensa di buttare all’aria tutto, che l’altra non ci capisce che si ha bisogno di amore che si cerca ovunque che si fa di tutto per andare bene che ci si arrabbia quando non funziona e…
si rimane nel circolo vizioso.
La premessa è l’amore per sé stessi.
Io da uomo resto ammirato e in rispettosa contemplazione di questo movimento e intento da parte del mondo femminile.
La società odierna frutto di millenni di storture è sbilanciata in questo equilibrio maschile/femminile.
Pensando a come introdurre questo articolo, che voglio condividere con tutti, pensavo proprio :”È nato prima l’uovo o la gallina? La storia della donna nata da una costola dell’uomo è proprio falsa. Io credo che per definizione in principio tutto è femmina… O anche non fosse sicuramente la donna non è seconda.
Probabilmente è simultaneo.
Androgino.
Unito.
Connesso.
L’accoglienza.
La vita di ogni persona arriva dal ventre di una donna che accoglie in sé la vita.
Cosa c’è di più importante del primo amore che è per la madre.
Il padre è lì, si. Protegge, sostiene, accompagna, conduce… Esplora.
Dopo.
Sento come di voler fare qualcosa di tanto grande quanto questo impegno da parte vostra, di interrompere il circolo vizioso.
“Io comincio oggi.”
Quando leggo questi intenti.
Vedo e rivedo quel video…
So che in me, come ogni volta che sono riuscito attraverso meditazioni a contattare gli archetipi femminile e maschile, si scioglie la tensione, il rancore, la pretesa, la rabbia di anni di conflitti… e vedo e sento l’onore e la nobiltà di un fiero guerriero al cospetto di quanto di più rispetta e ammira, fragile e onnipotente creatura, guerriera e sovrana, magia e cura, abbraccio in cui sciogliersi.
Un uomo e una donna.
Caro Alessandro, le tue parole sono commoventi e sono una lezione.
“Ho scoperto che la base è imparare ad amare se stessi. O la risposta non è amare chi, ma essere amore. Automaticamente tutto si scioglie… in sé. E si accende una fiammella dentro al cuore. Lentamente. Tanto lentamente che….”, sì, è proprio così.
Spero di non fare cosa azzardata condividendo in FB quello che hai scritto.
E sì, spero che “contagerai” quanti più uomini possibili e che condividerai ai quattro venti quanto ho scritto qui.
Poter avere l’ascolto dei primi uomini in questo “bosco sacro” e poter contare sulla loro comprensione (e, nei commenti, tu sei il primo) regala un sollievo infinito, scioglie un sortilegio che va finalmente scomparendo.
Non so come ringraziarti, è stato un onore.
Spero che continuerai a seguirmi e a seguirci.
In bocca alla lupa per tutto.
Sonia S.
Che bello leggere le tue parole Hai proprio ragione nel dire che il rapporto tra maschile e femminile è sbilanciato e leggere un post di un uomo e l’intensità del tuo commento è rassicurante e rivelatorio – uomini e donne – entrambi bisognosi di amarsi e di amare Io comincio oggi Grazie 😊
Condivido il tuo pensiero. La rabbia Delle donne e’ legittima ma e’ la nostra parte bambina che parte. La donna invece va oltre. E si mette nei panni dell’altro,non per giustificarlo come molte donne vittima, ma per comprenderlo sul serio e vederlo x ciò che e’. E solo così puo’ nascere il dialogo e le cose cambiare. E lì e solo li allora possiamo essere x gli uomini degli esempi, Delle muse, Delle dee
E’ verissimo Lisa, è proprio così.
Bisogna insegnare alle donne fin da bambine la differenza tra accettazione e sottomissione, tra amore incondizionato e autodistruzione, tra comprensione e vittimismo…
Grazie e a presto :-*
Ho letto con partecipazione tutto. Tutto condivido in pieno. Primo tra tutti l’atteggiamento di rispetto vero. Per tutto.
Ho visto con commozione e partecipazione il video, ancora ora che ve ne scrivo mi tornano le lacrime agli occhi.
Quanto dolore abbiamo patito noi maschi pure!
Quanto dolore abbiamo provocato!
Quanto ci siamo fatti reciprocamente e quanto ci facciamo continuamente del male!
Raccolgo il vostro invito.
Vi chiedo scusa.
Vi ringrazio.
Continuo nel cambio di prospettiva e di atteggiamento.
Ricomincio.
Comincio
Grazie di cuore Umbro, spero di conoscerti presto di persona!
Perdona il ritardo, un grazie commosso per le tue parole!