UOMINI MALTRATTANTI – DONNE, PERO’, BASTA…
CHIAREZZA SUI COMPORTAMENTI VIOLENTI e MALTRATTANTI
È ora che diventi chiaro a tutte che un uomo non è maltrattante “solo se” ti picchia o ti uccide.
L’uomo che ami o che hai amato è maltrattante se ti grida in faccia, alza la voce, batte i pugni sul muro o sul tavolo.
Un uomo è maltrattante se, durante una lite, tira una bomba sulla vostra relazione denigrandoti, svilendo ciò che avete condiviso, criticando quello che hai fatto per lui.
Un uomo è maltrattante se ti umilia.
Un uomo è maltrattante se manifesta il desiderio di infangare il tuo mondo pur di tirarti giù con lui.
Un uomo è maltrattante se rinnega cose dette.
Un uomo è maltrattante se inveisce contro persone o animali.
Un uomo è maltrattante se denigra i tuoi amici e le tue amiche.
Un uomo è maltrattante se disprezza le tue scelte, le tue idee, i tuoi progetti.
Un uomo è maltrattante se ti interrompe sempre o non ascolta ciò che stai cercando di dirgli.
Un uomo è maltrattante se, quando arriva, provi agitazione anziché eccitazione.
Un uomo è maltrattante se si rifiuta di risolvere i problemi di coppia insieme.
E no, no, ciò non fa parte del normale “litigare”.
Le liti possono avvenire, e quasi certamente prima o poi avvengono, in tutte le relazioni umane, ma se le due persone sono entrambe non-maltrattanti, una lite porta a conoscersi meglio, spiegarsi meglio, creare un codice comune, affinare i confini reciproci e il rispetto delle rispettive necessità e sensibilità.
(Leggi anche: “Patriarcato, l’inventario dei danni”)
Tutto ciò che ho descritto qui sopra NON fa parte del semplice litigare. È chiaro?
Prima noi donne ci rendiamo conto di questo, prima:
1) possiamo, finalmente e definitivamente, una volta per tutte, imparare che se un uomo attua uno o più dei comportamenti descritti qui sopra, deve essere allontanato dalla nostra vita – non importa se lui nega o non lo riconosce (riconoscerlo sarebbe già un passo molto grande, ma è affar suo, non nostro);
2) possiamo renderci conto, finalmente e definitivamente, una volta per tutte, che se siamo persone che lavorano su di sé da anni o decenni, NOI NON POSSIAMO AIUTARE o SALVARE un uomo che amiamo che contenga in sé questo tipo di conflittualità e che non lavori su di sé o che si rifiuti di farlo, o che non sappia neanche di cosa stiamo parlando;
3) possiamo accettare che L’UNICA possibilità esistente affinché questa persona risolva e trasformi il suo dolore e la sua rabbia è attraverso un percorso di consapevolezza, facendosi aiutare da qualcuno di preposto a questo (che non sei certamente tu). Che si assuma la responsabilità del suo passato e dei danni che causa inconsapevolmente per via di reazioni incontrollate ed eccessive, e via dicendo.
4) possiamo seriamente saggiare e strutturare i nostri sani confini in entrata e in uscita e diventare “veloci” nella selezione, e non aspettare di venire emotivamente (e di conseguenza fisicamente) maciullate per mesi o anni.
Un episodio di quelli descritti sopra è sufficiente, non te ne servono venti.
E, no, non hai capito male. È avvenuto davvero: svegliati e proteggiti. Chi non ti rispetta e non ti tratta bene deve uscire.
- Scrivo tutto questo perché non c’è seminario, raduno o ritiro a cui io partecipi che non sia pieno di donne che, lentamente, nei giorni, si rivelano essere state sottoposte a uno o più di questi “trattamenti”, e uomini in cammino che fanno di tutto per coinvolgere altri uomini a stare meglio, a trasformare l’energia della rabbia in qualcosa di bello e utile, a divenire consapevoli dei proprio “demoni”, a uscire da dipendenze aberranti, e tanto altro, pieni di zelo di fronte alle spaventose casistiche che stiamo raccogliendo (e che, no, non vengono dai semplici mass media e non sono pilotate).
- Scrivo tutto questo perché la teoria che sia in tutti i casi qualcosa che hai “attratto” o “creato” o che meriti tu è una bella bufala quando si parla di problemi, come questo, che sono endemici in una società.
E non importa che sia narcisista, alcolista, traumatizzato da piccolo o quant’altro: il maltrattamento è maltrattamento e non può e non deve diventare un problema di chi l’ha subito.
Ci sono persone ferite che vanno in giro per il mondo come naufraghi a fare danni, punto: non è affatto sempre responsabilità tua!
Donne, la società oggi ha bisogno di un atto di forza benefica collettiva.
Basta giustificare, provare tenerezza, mettere addirittura in dubbio se stesse: l’arte del BUSHIDO è un valido aiuto per tagliare ciò che deve essere tagliato via da te, perché distrugge.
E nessuna persona sana di mente può obiettivamente confondere ciò che fa bene con ciò che distrugge.
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Non importa quali e quante cose ti abbia promesso, quali e quante cose abbiate condiviso, quali e quanti ricordi abbiate insieme: tutto questo viene letteralmente annullato quando subentra qualunque tipo di violenza su uno dei due partner.
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Onore a tutti coloro, donne e uomini, che si stanno muovendo per un mondo guarito e per relazioni sane e armoniose.
Per tutti gli altri, o acquisiscono consapevolezza, o devi allontanarti tu. Nessuna morale, nessun rimpianto, nessun rancore: è così e basta. Perché se cerchi di salvare un naufrago fuori controllo, affogate in due.
“Ricorda che l’amore non colpisce in faccia mai” Ermal Meta
“Il solo fatto di tollerare la violenza è un’educazione alla violenza” P. Crepet
Se sei un uomo e vorresti parlare della tua rabbia con altri uomini:
Commento della lettrice Chiara Teodori all’intervento discordante di un uomo:
“Dare possibilità infinite a chi non è disposto a fare un certo tipo di percorso è inutile, oltre che deleterio per chi lascia sempre le porte aperte.
Si arriva ad un punto in cui ci si rende conto di non poter ricavare sangue dalle rape e in quel momento, per quanto doloroso, bisogna lasciare andare.
I comportamenti maltrattanti si vedono fin da subito e nella maggior parte dei casi sfociano nell’abuso. Se non è fisico, sarà di tipo psicologico e scegliere di restare in questo genere di relazione, implica un concorso di responsabilità.
Prendersi cura di sé, passa anche dalla capacità di saper troncare di netto tutte quelle situazioni che sono inaccettabili per il nostro sentire, che poi rappresenta la nostra realtà.
Non possono e non devono esserci attenuanti o scusanti: qui ognuno è responsabile di sé stesso, delle sue azioni e dell’amore che dà a se stesso. Accettare di subire determinati comportamenti e giustificarli diventa una forma di autolesionismo, si perdono i confini tra vittima e carnefice e si cade in una spirale negativa di risentimento e senso di rivalsa repressi.
Ti posso garantire, che la rottura di questo tipo di relazioni è l’unico modo per salvare se stessi e per dare all’altro l’opportunità di riflette sui propri comportamenti e iniziare a fare un certo percorso.
Non c’è distinzione di genere in questo, perché purtroppo esistono tantissime donne estremamente castrante e abusanti sia verso il compagno che verso i figli.
Lasciatelo dire da una donna che durante la sua infanzia/adolescenza ha subito questo tipo di madre e da giovane adulta ha dato troppe possibilità al maschile in ombra.”
Il mio mestiere è esplorare, informare, amare e trasformare i problemi in viaggi interiori e le crisi in opportunità.