TRA IL SOLSTIZIO E L’EPIFANIA
I GIORNI DELL’INCONSCIO
Come sono inafferrabili e misteriosi, questi giorni di bruma attorno al solstizio d’inverno…
E’ come un letargo del corpo e dell’anima.
Sono giorni di bruma e di nebbia bianca (o di neve in montagna), appena spostata sull’oro o sul rosa davanti alla mia sala da pranzo sulla campagna, all’ora del lungo crepuscolo. Giorni rallentati, ovattati, barricati in casa tra il freddo, le tisane fumanti e l’ispirazione e l’ascolto.
Un giorno, un alchimista mi disse di fare caso ai sogni notturni nei dodici giorni attorno al solstizio.
(Leggi anche “Solstizio di inverno per gli alchimisti”)
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Sono di quelle cose che non ci insegnano da piccoli e che invece dovrebbero insegnarci. Aveva ragione: è circa dal 20-21 dicembre che faccio sogni diversi. In questi giorni si è più vicini all’Inconscio.
Vai a vedere questo articolo sulle 13 notti sante approfondite da Rudolf Steiner.
Non è un momento piacevole rispetto alle “belle stagioni”, ma i sogni bizzarri, oscuri, vertiginosi, simbolici e surreali di queste notti potrebbero considerarsi come appunti preziosi per il lavoro interiore da svolgere nell’anno nuovo, e relative rinascite.
(Leggi anche: “La vera origine dell’Epifania”)
A volte sono notti ruvide, intervallate dalla tosse, dalla luna, da qualche scricchiolio nella casa fredda e da insolite insonnie, causate da qualche sensazione talmente ancestrale da non riuscire a coglierla. Non c’è un tempo reale in questi giorni: nonostante la loro regolarità, tutto si svolge e si avvolge come in un sogno morbido.
Mi fanno compagnia una gatta, poesie e diari, caffè, il miele, il peperoncino e lo zenzero. Alcune pietre. Alcune lampade. Cuscini.
Sono giorni di sospensione. E’ come vivere in una dimensione che non appartiene a questo mondo, o almeno non al mondo esterno.
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C’è un silenzio che non è mai di troppo e che a stento contiene tutte le mie fantasie e i neonati desideri, mai stanchi di nascere. Di continuo.
Lo bevo con l’avidità di un naufrago in un deserto.
I giorni tra il solstizio e l’uscita dal limbo con quella che chiamiamo “Epifania” (una soglia) sono giorni di sonno allungato ed espanso, privo di colpe e di peso.
Non provo più sensi di dovere e in questa schiuma nuoto come una Regina.
Aspettando di uscire dalla terra in un germoglio, ogni volta di un fiore diverso, quando arriverà la luce.
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