SOLSTIZIO D’INVERNO E ALCHIMIA
COME TI TRASFORMO L’INVERNO
Ci siamo. È quasi ora del solstizio d’inverno.
In maniera speculare al solstizio d’estate, da questo momento in poi il consiglio è quello di ritirarsi verso l’interiorità e lavorare su quanto dobbiamo affrontare, seminare e custodire dentro, per farlo fiorire e uscire all’esterno dall’equinozio di primavera in poi.
Tutto nella natura cospira affinché svolgiamo con diligenza questo lavoro: le giornate corte, la nebbia, il gelo, il silenzio, il letargo, la stanchezza, la vita della natura apparentemente sospesa…
Questo sarebbe rispettare i tempi naturali, che sono anche quelli ciclici del nostro corpo psico-fisico.
“La Terra è l’elemento legato al Solstizio d’Inverno ed è influenzato da Saturno, il quale rappresenta il processo d’incarnazione.”
Ce lo dice un bellissimo sito alchemico di Bologna, in cui ho avuto l’onore di essere coinvolta di recente in seguito alla presentazione di questo splendido quanto esauriente libro sulle modalità dei processi alchemici (al fine di superare i propri limiti, trascenderli ed evolversi): “Il fuoco segreto degli alchimisti” dell’esperto e storico di alchimia Giorgio Sangiorgio.
“Elemento completo perché è permeato dall’Aria e dall’Acqua e comprende il Fuoco del magma che si muove sotto il suo manto.
Nella Terra lo spirito, il fuoco, è nascosto al suo interno ed è necessario estrarlo per utilizzarlo.”
E qui torniamo al discorso che mi sta più a cuore.
L’inverno non è da temere: è da usare. Per il verso giusto. (E ti parla una meteoropatica).
Recalcitrare e rifiutarsi di riconoscere che l’inverno sposti il nostro focus dall’esterno alla nostra interiorità non potrà che farci disperdere energie, oltre che possibilità. Ci ho provato per tanti anni, credimi. Ma alla fine, non puoi scappargli.
Tanto vale riconoscerlo e abbracciarlo per quello che ci può dare.
Tanto, davvero tanto. Sarebbe davvero uno spreco non riconoscerlo.
La Terra è un’incubatrice.
Come ci spiegava il brano dello scrittore alchimista, in questa morte apparente è nascosto il fuoco.
L’inverno ci illudiamo che tutto sia fermo, congelato e come morto.
Non tante persone sono consapevoli della vita che invece si sta muovendo sottoterra, del fermento vitale che si sta preparando in questa fase fondamentale di gestazione di tutto: piante, nuovi rami, boccioli, fiori, insetti, animali in letargo, idee, bozze di progetti, intuizioni senza ancora una forma precisa…
“Ogni elemento non può esistere senza l’altro e i quattro elementi hanno la capacità di mutarsi l’uno nell’altro.”
Questo semplice concetto alchemico racconta la storia dei cicli e delle stagioni.
Siamo stati noi a disgiungerle nel nostro immaginario, ma non esiste linea di discontinuità tra la morte e la vita: la morte è sempre apparente, la vita include entrambe le dimensioni.
L’inverno non esiste slegato dalla primavera, né dall’autunno che lo precede con tutti i suoi rituali e minuziosi preparativi – fisici da parte di tutto il pianeta e metafisici per chi lo vive anche in un altro piano.
“Secondo le antiche culture, la Terra è principio femminile, la Grande Madre, Dea della Natura, matrice di tutte le forme esistenti in natura. Nelle sue viscere la Terra, quale madre, accoglie, nutre e protegge il seme del Cielo, che trasforma dandogli potenza.
Pertanto, la Terra con costanza, pazienza e forza crea e conserva la vita, evitando ogni spreco, consapevole del ciclo delle stagioni, che è poi il ciclo della vita.”
Continuando a citare il sito precedente con questo brano di Adele Pavan:
“Alla Terra si collega anche un’ampia simbologia come la Caverna, la Montagna, la Foresta.
La Caverna è un luogo oscuro e talvolta pericoloso, dove la luce del sole non giunge e si è più a contatto con le potenze telluriche. La Caverna consente l’accesso alle viscere della Terra ed è quindi un passaggio per le profondità, per le cose sconosciute, per le nostre parti più intime, inconsce.
Nella sua funzione di matrice, la Caverna è usata nei riti iniziatici di passaggio dall’oscurità alla luce, dall’ignoranza alla conoscenza”…
Viene in mente quanto non sia da sottovalutare sia la fatica sia il valore di ciò che ci aspetta quando ci rivolgiamo dentro noi stessi.
È ovvio che preferiremmo continuare a vivere in superficie, anche quando la natura invece ci chiama ad entrare nella terra.
Perché? Perché è molto difficile e richiede coraggio e umiltà affrontare quanto questo momento di ritiro.
Entrando nella nostra personale caverna, infatti, potremmo trovare, quasi certamente:
- blocchi energetici o psicologici,
- fenomeni rimasti a metà o irrisolti,
- le ombre,
- i fantasmi,
- gli abissi,
- il freddo,
- il buio,
- la notte
- le paure…
… e tutto quanto esiste e vive lontano dalla luce del sole. Nel punto più distante dal solstizio d’estate, quando siamo completamente proiettati all’esterno.
Ma non esistono né scorciatoie né alternative. Senza l’inverno e l’ingresso nel nostro buio, non potremmo raggiungere verità e conoscenza.
Una delle cose più sorprendenti della vita però è che quando raggiungiamo un altro pezzetto di verità e di auto-conoscenza, tutti i fantasmi, il buio, le paure e tutte le creature nelle quali proiettiamo le parti di noi che non conosciamo, si dissolvono magicamente come neve al sole.
E visto che siamo nel Bosco Femmina, parliamo un po’ anche di come la foresta viene vista in chiave alchemica:
“Anche la Foresta è luogo sacro e iniziatico, manifesta la natura nella sua straordinaria ricchezza, ma anche nella sua estraneità all’uomo civilizzato.
In quanto luogo dove non penetra il sole, la Foresta è un luogo dove ci si apparta per un periodo di isolamento e interiorizzazione, in attesa di entrare in un nuovo ciclo di vita, dopo aver superato difficoltà esistenziali.
La Foresta rappresenta in modo allegorico l’accesso ai misteri dell’inconscio, che rendono l’iniziato partecipe di una saggezza durevole nel tempo. E una sorta di viaggio interiore nell’ignoto.”
Dopo queste parole, non credo sia il caso di dilungarsi oltre su questo discorso e su tutto il lavoro che ci aspetta. Vivilo come un fantasy, come una grande avventura!
Certo spero di avertelo reso un po’ più affascinante di quanto non ci sia stato trasmesso dalla nostra società – oggi tutta focalizzata sull’esaltare la luce e la giovinezza e a negare la morte, il buio e tutta la dimensione nella quale il fermento vitale viene incubato e prodotto.
Inoltre, anche se il lavoro da fare è individuale, in verità non sei mai sola o solo.
Perché in quel momento, una miriade di altre persone come te si stanno dirigendo dentro la propria Caverna o dentro la propria Foresta.
Ciascun* con le proprie risorse, con il coraggio racimolato negli anni, con gli strumenti raccolti per strada e con trepidazione o paura, ma anche con tanta curiosità. Accompagnati dagli spiriti degli Elementi.
Tutti pronti al grande miracolo della Natura.
Il ciclo che si ripete e la vita che ogni anno riesce a sorprenderti con la sua bellezza, con la sua esuberanza e con le sue novità sempre inedite, superando allora qualunque dolore o fatica passati per entrare nel tuo bosco, dentro di te.
Attendo trepidante i tuoi commenti o il racconto di come stai vivendo tu il solstizio d’inverno quest’anno!
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