I RAGAZZI DI CASABIONDO

I Ragazzi Di Casabiondo sono, in effetti, “ragazzi” per sempre. Non per non essere diventati Uomini, con un’esperienza e un vissuto che ahimè pochi possono vantare e a cui tanti neanche oserebbero aspirare, quanto perché sono riusciti a diventare Uomini e grandi Artisti mantenendo vivo e acceso il loro Bambino Interiore.

Riuscendo a fare base su di lui senza mai dissociarsene.

Operando la massima integrazione delle proprie parti e dei propri strati di crescita ogni singolo giorno, fino a diventare Artisti a tutto tondo, di strada, sul palco di un teatro e artisti-creatori della propria stessa colorata vita.

(Vedi anche “Esercizi dell’anima per soli uomini”)

Conosciuti nell’oasi di un amico, quell’anno portavano le prime serie risate di un’intera estate trascorsa in sordina per quel luogo magico, perché reduce da un lutto.

Mi aspettavo un concerto e mi trovai davanti a “menestrelli”, senza neanche sapere che ne esistessero ancora.

Quella sera ballammo e ridemmo come se la morte non esistesse, nella consapevolezza risorgente che a stare bene in fondo non si potesse fare male a nessuno mai, in nessun caso.

Anzi, semmai, dove passano i tre di Casabiondo si crea una sacca di benessere che – notai la seconda volta in cui andai a trovarli a casa loro (tra i boschi che sovrastano la Val D’Arno) – si rivela fin da subito molto più potente, a mio avviso, di quella che anche i più bravi operatori olistici potrebbero creare.

Perché con queste tre grandi anime la mente si bypassa completamente e si comunica direttamente con il cuore e con le risate del Bambino che hai dentro.

Forse lo sapevo già, ma è stato attraverso questi tre Re che mi è divenuto lampante quanto la creatività, la risata e il divertimento facciano avanzare l’evoluzione più velocemente di qualunque seminario, documentario o studio consapevole.

Da quel giorno, per me, un mimo, un clown o un menestrello vestono un’autorevolezza sacra e terapeutica superiore a quella di qualunque studioso privo di pratica dell’anima.

ARTE TERAPEUTICA

Si dà da sempre grande importanza alle professioni più classiche, ormai quasi tutte in crisi, ma pensate mai a quanta gratitudine dovremmo agli artisti? Senza di loro non esisterebbero neanche i film, le opere teatrali, le barzellette, le canzoni che senti alla radio, gli sketch, gli spettacoli per i bambini, la leggerezza…

Stefano Baratto, Stefano Corrina ed Enzo Cozzolino hanno deciso di lavorare a questo progetto a tre (“I ragazzi di Casa Biondo”) dal 2018, dopo avere scelto di abitare vicini in uno dei luoghi più selvaggi e reconditi della Toscana, pur essendo tutti originari di “altrove” ed arrivati qui con bottini di esperienze incredibili da innumerevoli “altrove” diversi per il mondo.

Polistrumentisti, poliedrici, politalentuosi, insieme hanno riesumato filastrocche, poesie, racconti e brani di diverse tradizioni orali e musicali regionali (un patrimonio che senza uomini come loro sarebbe ormai a rischio estinzione), unendo generi totalmente diversi tra di loro, dallo stornello al canto sudamericano, dalla filastrocca napoletana alla tarantella, da Ennio Morricone al rock.

Separatamente, per il resto della loro vita, prima di ritrovarsi qui, hanno vissuto da nomadi, hanno sperimentato l’arte di strada nelle più diverse forme, hanno attraversato il teatro, l’oceano, le arti marziali, la recitazione, la danza, la meditazione, il palio, il circo, lingue diverse, scuole e collaborazioni…

Hanno costruito tamburi, abbracciato vari movimenti, praticato la psicomagia, qualcuno si è finto di altra nazionalità, qualcuno si è finto di altra regione e dialetto…

Hanno messo alla prova se stessi uscendo dalla zona di comfort intenzionalmente e senza pietà per se stessi ogni singolo giorno e ad ogni singola performance o allenamento, continuando a imparare discipline o strumenti nuovi ogni anno.

Le persone così non hanno età e vivono per sempre. Sono il tipo di persone che voglio veder circolare attorno a me.

Su ognuno di loro si potrebbe scrivere almeno una trilogia, e sarebbero come fantastici romanzi d’avventura e di motivazione per la maggior parte della gente.

Per cui mi fermo qui, lasciando a voi stessi la scoperta del giorno e del racconto che vi faranno, l’entusiasmo dell’incontro per come avverrà per voi, augurandovi vivamente di poterli almeno una volta ascoltare dal vivo e attraversare il loro solido mondo, più solido di quello di qualunque vita vissuta a tinte tenui o priva di quello slancio verso i propri abissi che qui troverete – e li troverete ridendo.

(Gruppo Facebook de I Ragazzi Di Casabiondo)

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