NEW AGE – IL FILO DEL RASOIO
LUCI E OMBRE DEI PIU’ GRANDI PRINCIPI UNIVERSALI
Come ho rimarcato in vari articoli passati (alla categoria: “Mente”), non esiste nulla dell’operato umano che non sia, sul lungo periodo, duale.
E, quindi, che non contenga in sé il rischio di una deriva, accanto alla possibilità di evoluzione.
Lo ha dimostrato la storia e lo dimostrano anche i singoli casi personali: qualunque elemento, anche il più santo, se portato all’estremo, diviene nocivo, dannoso, tossico.
Provate voi, per esempio, a bere 20 litri di acqua in una volta. Non so se vi salvereste.
Così, a furia di esperienze qua e là, ho pensato di stilare una lista delle “massime” che con grandissima frequenza girano nei circoli olistici e nella nuova comunità spirituale (ossia, quella non-religiosa), di qualsiasi indirizzo, in Occidente (e sottolineo: in Occidente).
Una lista che possa mostrarvi da una parte il loro lato utile, costruttivo, amorevole e dall’altra la possibile deriva, il possibile squilibrio cui essi possono portare, se utilizzati nel mondo sbagliato.
Sottolineo: esiste sempre almeno un modo “sbagliato” (squilibrato) di utilizzare ogni cosa.
Affinché l’essere umano abbia sempre la facoltà di scegliere, anche una volta intrapresa un’altra via.
Affinchè l’essere umano non perda per strada LO SPIRITO CRITICO e non si appoggi mai su una certezza granitica.
Affinché l’essere umano si assuma nelle proprie mani la propria responsabilità ad ogni passo, ed è per questo che i dogmi non hanno senso e che non esiste una legge universale scolpita nella pietra.
Il libero arbitrio è forse l’unica massima ad essere come la Stella Polare: attorno ad essa ruota il resto del nostro cosmo, tutto il resto è interpretabile e modificabile.
Quindi, anche ogni principio spirituale può essere utilizzato o come ponte per noi stessi e per l’altro o come scudo.
O come strumento di costruzione, o brandito come spada contro l’altro.
(A questo proposito, invito ad approfondire la mia storia con un “narcisista patologico” che aveva abbracciato proprio la comunità spirituale che prevede i seguenti dettami, e l’utilizzo disumano che arrivò a farne, nel mio libro “Palo quattro – L’amore abusivo”).
Questi sono solo spunti di riflessione molto ma molto brevi, ma tieni presente che su ciascuno dei punti che seguono e sulle loro possibili interpretazioni e utilizzi si potrebbe scrivere un copioso capitolo di un libro.
Gli esseri umani sono molto variegati…
MASSIME SPIRITUALI, PONTI O ARMI
Purtroppo questo è solo un blog, quindi per motivi di spazio oggi analizzeremo solo 4 delle tante massime che girano a ripetizione negli ambienti olistico-spirituali…
STARE NEL FLUSSO
In “positivo”
“Stare nel flusso”, nella sua lettura costruttiva, significa assecondare ciò che arriva senza voler per forza imporre la nostra volontà agli eventi.
Il “reality transurfing”, di cui ho parlato copiosamente in questo bosco/blog, insegna le leggi di “gestione della realtà”, ma ciò non significa che non esista un disegno più grande, che a volte ci sorprende, ci spiazza, ci disorienta con i cosiddetti “imprevisti”, proprio per guidarci a vedere qualcosa di più ampio, che la nostra mente da sola non avrebbe potuto concepire, o almeno non con la logica.
Stare nel flusso significherebbe dunque imparare ad ascoltare anche il proprio sé profondo, le nostre “antenne” (ex corna delle divinità naturali), l’intuito e anche fidarsi e affidarsi – quando è il caso – delle qualità divine della vita (mente superiore, disegno animico, eccetera).
In “negativo”
“Stare nel flusso”, nella sua tendenza “distruttiva”, porta a inconcludenza, assenza di struttura, di concretizzazione, di una propria volontà.
Oppure, porta all’egocentrismo più sfrenato. Io sto nel mio flusso, tu stai nel tuo. E se per caso ci si incrocia per un attimo poi tutto riperde senso poco dopo.
Il “flusso” è comunque quello che definisco io, il “flusso” degli altri rischia di essere calpestato.
Questo non è lo “stare nel flusso” dei grandi saggi, questo è lo stare nel flusso dei naufraghi. E c’è una bella differenza.
LE ASPETTATIVE NON VANNO BENE – ACCIABO’
Occhio che qui si insinua una delle massime ipocrisie umane (perlomeno, lo ribadisco sempre, nella nostra cultura)
In “positivo”
L’aspettativa limita e cristallizza.
Sarebbe importante mantenere sempre un certo grado di flessibilità e apertura sulla realtà e, come nel punto “stare nel flusso”, permettere anche sorprese e incidenti, cercando poi nel tempo di cogliere il loro messaggio.
In “negativo”
“Io posso dire e fare quello che mi pare, se poi tu conti su parole e atti miei mi vuoi incastrare, definire, io sono altro e altrove, se ti aspettavi coerenza con parole e fatti usciti da me stai fresca/o, non va bene che tu abbia aspettative, fa male a te e a me.”
Nessuno di noi è privo di aspettative sul fatto che questa sera andremo a letto nel nostro letto e che domani mattina al solito ci alzeremo.
Nessuno di noi il giorno prima del matrimonio è privo di aspettative sul fatto che il giorno dopo si sposerà. Lo stesso vale a poche ore (o giorni) da qualunque evento, impegno, progetto o sogno portato a realizzazione.
Come si può vedere, anche questa massima, se applicata con rigidità o portata all’estremo, porta
- a dire addio alla fiducia in sé e negli altri,
- a un negare coesione e coerenza,
- a una rimozione dell’integrità stessa di una persona (o, se volete, di un’anima),
- all’impossibilità di comunicare,
- al contrario dell’empatia.
(Articolo: “Cosa non è (e cos’è) un percorso spirituale”)
IL QUI ED ORA
Sul “qui ed ora” ho speso già diverse parole in questo articolo dedicato, che vi invito a leggere, perché mi pareva molto importante (“La strumentalizzazione del QUI ED ORA”).
In “positivo”
Non farsi carico di zavorre (mentali nostre o altrui), o di ricatti emotivi; ascoltare e onorare le nostre intuizioni e il senso del cuore; respirare appieno; stare nell’ascolto (proprio e altrui), nell’osservazione interiore e nella accettazione: prendersi il proprio tempo; vivere ogni esperienza quotidiana in totale presenza (mind-fulness), senza pensare a cosa si farà dopo; lasciare andare stress e tensioni che riguardano il futuro o il passato; esercitare i sensi (tutti) nel presente, viverli a fondo; “non fasciarci la testa prima di rompercela”, nella fiducia che quando sarà il momento ci si apriranno davanti soluzioni che ora non vediamo.
In “negativo”
Il “qui ed ora” cambia per sua natura ad ogni istante, per cui se tu hai creduto a quello che ti ho detto ieri o due ore fa, sei piena/o di aspettative, devi fare un lavoro su di te e – conseguenza – non sei all’altezza (di me, ovviamente)…
MI RISUONA O NON MI RISUONA
Questa frase, tradotta in lingua umana, significherebbe semplicemente. “Questa cosa è nelle mie corde o non lo è”, o: “Questa cosa sento che mi tocca da vicino e questa no.”
Essa si rifà al principio di RISONANZA secondo il quale la vibrazione di un diapason va ad attivare l’attivazione di altri diapason posti nello stesso ambiente – e, in alcuni esperimenti, è stato dimostrato che anche particelle poste a immensa distanza nello spazio possono iniziare a risuonare insieme – o a muoversi nello stesso modo – dimostrando così una comunicazione a distanza che non riguarda più le leggi della fisica classica.
Questo cercando di farla breve – ma certamente chi legge ne sa già più di me.
In “positivo”
“Riconosco ciò che mi stai trasmettendo (o che in generale stai trasmettendo per i fatti tuoi) come una parte di me.”
Ciò porta a un potenziamento di crescita, a una connessione con l’altro, a un riconoscimento, a creare ponti.
In “negativo”
“Mi risuona solo quello che mi piace, quello che è scomodo è robaccia tua, tienitela e rendila bella, perché per me è spiacevole, brutta e cattiva”.
Ecco, se il “lavoro su di sé” parte dal principio che l’importante è come reagiamo alle cose, e non sono le cose in sé, che in sé sono neutre o interpretabili (ad eccezione naturalmente di atti orribili estremi di cui l’uomo è capace), ecco che quest’ultima risposta può solo portare a chiusura e separazione.
E, peggio, a ergersi al di sopra degli altri, illudendosi di avere già risolto tutto di ciò che gli altri ci portano.
IN TUTTI I CASI DI CUI SOPRA, IL DENOMINATORE COMUNE E’…
I rapporti umani diventano sempre più labili.
Il buon senso viene rimosso o non più esercitato.
La parola perde il suo valore, trasformandosi in una girandola di vento che passa l’istante dopo essere stata pronunciata.
E l’ego si espande, fagocitando il mondo, al punto da percepire sempre più gli altri solo come ologrammi o riflessi, ovviamente, di SE’… (quasi a nessuno viene in mente di poter non esistere ed essere lui stesso o lei stessa solo un riflesso… vi pare?).
Si arriva a negare l’esistenza dell’altro, in quanto del tutto sostituibile in ogni istante (anziché onorarne l’esclusività e avere il coraggio e la disponibilità di scendere in profondità).
INVITO
Invito ad aggiungere casistiche nei commenti al blog, le massime strumentalizzabili e mal-interpretabili (uno dei talenti degli occidentali) sono ancora tante…
Buon cammino sul filo del rasoio… o sul limite bellissimo tra il giorno e la notte.
Possiamo tagliarci, oppure imparare a volare, senza mai togliere niente a nessuno e restando nel rispetto e nel riconoscimento dell’esistenza degli altri.
Grazie a chiunque abbia contribuito finora scegliendo I MIEI LIBRI QUI
(Femminile e Maschile; Fiamme gemelle, crescita personale, spiritualità, romanzi, downshifting, poesie…)
Per aiutarti: ARMONIZZAZIONE DELL’ANIMA
Il mio canale YouTube (Sonia Serravalli)
—–> SITO: www.soniaserravalli.com