LE IDEE CONFUSE DEGLI UOMINI
SU DONNE E SESSO
IDEE CONFUSE, PREGIUDIZI E FRAINTENDIMENTI
Siamo arrivati, almeno negli anni fine Sessanta/Settanta, ad andare in giro nudi e a fare l’amore per le strade. Ma nonostante questo, nel 2019 non abbiamo ancora avuto il coraggio di spiegarci – l’uno con l’altra, l’una con l’altro – ai fini di permettere un’interazione tra uomo e donna meno problematica e dolorosa e più gioiosa.
Anzi, forse non si è mai fatto così poco l’amore come in quest’epoca. Perfino nel nostro Paese, sì, quello del “latin lover”, dell’ “Italians do it better”, del sole e della gente calorosa e passionale.
Gli uomini tendono a pensare che una donna disprezzi qualunque riferimento al sesso. Soprattutto in fase conoscitiva (sia dal vivo che in chat). Quelli che vogliono fare bella figura, ti chiedono se gli altri “mostri” che hai allontanato siano stati tutti pervertiti o ti abbiano proposto sesso. Come se tu fossi Alice nel paese delle meraviglie e ti trovassi, per esempio, sui siti di incontri per trovare adepti per il coro della parrocchia.
La verità è che una donna sogna una vita sessuale soddisfacente tanto quanto un uomo. L’unica differenza è che la donna ha la necessità di un minimo sindacale di conoscenza dell’altro, o quantomeno approccio ravvicinato prima di potersi “lanciare”, lasciare andare. Il perché lo spiego tra poco (esclusi gli ovvi motivi di sicurezza personale).
Gli uomini pensano che le donne siano sostenute, indifferenti al sesso, prive di ormoni, praticamente asessuate. A volte desiderano proprio vederle così (ma vi ricordate la canzone “Oro” di Mango? “Vorrei averti così, pura, ma tu ci stai! Perché accetti e ci stai? E così tu cadi giù, io non ti voglio già più”… eccetera).
Altre volte le maledicono per il loro poco appetito sessuale. Altre volte le maledicono perché troppo propositive e attive.
Insomma, si sono creati le loro due etichette, santa o puttana, ma alla fine non vai mai bene, né in una né nell’altra. O, meglio, dovresti switchare da una all’altra modalità a comando. La tua personalità vera (e unica) e i tuoi bisogni in questo quadro sono un optional.
Le donne hanno la stessa spinta ormonale degli uomini.
Anzi, di recente a livello statistico essa pare anche più forte di quella dei maschi, sottoposti a stress inauditi negli ultimi decenni (emancipazione femminile, con il ribaltamento di punti di riferimento millenari, crisi economica con conseguente crisi identitaria e senso di impotenza, poi addirittura la campagna terroristica anti-uomo, ecc.). Ma, semplicemente, a differenza di un uomo, la donna ha bisogno di “fiutare” preventivamente il suo corrispettivo maschile prima di buttarsi, come dicevo poco sopra.
Perché? Ma non certamente per sadismo, o ipocrisia, o indifferenza al sesso, o per fare la sostenuta, o peggio ancora per vergogna o pudore, come piace pensare ai maschi, o come questi lamentano (a seconda dei contesti).
Il motivo di questa modalità leggermente “rallentata” rispetto a quella di lui è duplice.
Vediamo di svelare qualcuno dei misteri che paiono così insondabili, ma che in realtà sono semplicissimi, che non permettono, almeno nella nostra cultura, a donne e uomini di capirsi (e di godersi la vita).
La donna ha bisogno, appunto, in senso lato, di fiutare il lui in questione. Sia dal punto di vista intuitivo sulla persona in genere, sia dal punto di vista fisico.
- DAL PUNTO DI VISTA FISICO. Per quanto sia alto il desiderio sessuale, solo ai primi approcci si saprà se la giusta chimica sussiste (data da veloci e numerosi scambi subliminali, feromoni, interazione di energie sottili, odori, voce, respiro, istinti, intuito, eccetera). E, se non sussiste, sarebbe stato del tutto inutile dare illusioni a vuoto: da una parte per rispetto dell’altro, dall’altra per evitare di venire fraintese quando poi il desiderio di proseguire non si presenti. In questi casi, si può volere bene o apprezzare l’uomo in questione sinceramente, ma non potrà scattare niente.
- DAL PUNTO DI VISTA GLOBALE. Nella quasi maggioranza delle volte, se un uomo non fornisce a una donna un minimo di motivo per stimarlo dal punto di vista personale in genere, anche la chimica scema. Posso fare diversi esempi. Un uomo può essere anche l’ultimo rimasto su un’isola deserta e avere il fisico di un dio, ma se sul più bello sbaglia un congiuntivo o fa una considerazione volgare, la magia si rompe inesorabilmente.
Infatti, non è affatto vero che solo l’uomo necessiti delle giuste condizioni per poter eseguire la sua performance. Né che, appunto, alla donna basti stare lì immobile e aprire le gambe, come ancora in molti credono. Se avviene uno dei due casi appena presi come esempio, la donna si congela, non sente più niente, si assenta: rimane il suo corpo ma lei è già ad anni luce lontano da lì.
(Leggi anche “L’ansia da prestazione femminile”)
Quindi, fine del divertimento – a meno che lei non prosegua solo per fare un favore a lui, o per non dover spiegare, ma non vedendo l’ora che tutto finisca (atteggiamento purtroppo molto diffuso anche questo, che spero scompaia in futuro di fronte alla comprensione che nessuno deve niente a nessuno e di fronte alla pratica di un dialogo aperto).
Ho fatto solo due esempi perché non è questa la sede per una trattazione completa, che richiederebbe un libro, ma questi due casi sono piuttosto comuni e frequenti. Perché, per esempio, sbagliare tempi verbali nella propria lingua denota carenza di leadership: non appartenenza, distanza dal proprio mondo, menefreghismo, ignoranza scelta, pigrizia, distanza, sciatteria. Garantisco che questi aspetti smorzano ogni desiderio.
Anche pronunciare qualcosa di volgare sul più bello (e spesso in versione maschile/maschilista), ai primi approcci, è il perfetto antidoto alla sensualità.
Volgarità e sensualità sono infatti estremi opposti.
Anche in questo caso, lei non vi riconoscerebbe più come il suo corrispettivo maschile: vi allontanereste troppo dall’immaginario femminile dell’uomo giusto e tutto il resto non conterebbe più niente. Il film si spezzerebbe lì.
Passiamo adesso a sfatare altri miti che, ahimè, nella cultura generale di questi anni disinformatissimi ancora sussistono indisturbati.
LA NINFOMANIA NON ESISTE, LO SAPEVI?
“La ninfomania è un termine che veniva usato in passato nella medicina per indicare l’aumento morboso dell’istinto sessuale nella donna. La parola (dal greco antico nymphè, ninfa sposa, e mania) fu coniata nel 1771 dal medico francese J. D. T. de Bienville, che lo utilizzò per la prima volta nel suo studio “La Nymphomanie, ou Traité de la fureur utérine” (“La ninfomania, ovvero trattato sul furore uterino”).
Fu considerata dapprima una perversione e, in tempi successivi, una patologia sessuale femminile[…].
Nel 1992 l’Organizzazione Mondiale della Sanità non riconobbe più nella ninfomania una patologia e nel 1995 la American Psychiatric Association cancellò la relativa voce dalla IV edizione del Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM-IV), riconducendo tuttavia il concetto, insieme all’equivalente maschile noto come satiriasi, entro la più vasta categoria dell’ipersessualità.
I termini ninfomania e ninfomane entrarono presto nel linguaggio comune in un’accezione generica e spregiativa, per definire donne alla costante e compulsiva ricerca di partner sessuali.”
Cito da Staibene.it (sito ora sospeso, purtroppo) e sul tema potete trovare ampia letteratura e profusi aggiornamenti.
Sì, ma intanto noi quanto abbiamo dovuto pagare per qualcosa che non esiste e che non è mai esistito?
Ma, di nuovo, perché dopo l’ondata di sdoganamento sessuale rivoluzionario degli anni Settanta siamo ancora al livello da credere in concetti obsoleti e vivere secondo canoni immaginari?
Tra i diversi obiettivi di questo bosco-blog, vi è certamente e urgentemente quello di scardinare preconcetti che non sono stati magari ancora messi in dubbio in una vita. Perché, purtroppo, la vita ce la condizionano, a donne e a uomini.
E’ ALTRETTANTO VERO CHE NON ESISTONO LE “TR**E”
Come diretta conseguenza di quanto detto sopra, mi sembra ormai anche chiaro (e non so cosa aspettiamo a spiegarlo ai maschietti) che non esistono (scusate il termine, ma gli uomini usano questo) “donne-tr**e”, o donne più o meno t… di altre.
Non esiste un essere umano a cui il sesso non piaccia, a meno che non si sia di fronte a blocchi psicologici o fisici, oppure di timidezza o di falsità/ipocrisia. E, nello stesso tempo, ogni persona è diversa: per cui ci saranno donne più calorose e donne meno passionali, esattamente come gli uomini. (Usare termini volgari che creano una classe e che creano separazione è solo un modo comodo per non entrare nel dettaglio e nella conoscenza della persona in sé).
Questo aspetto può presentarsi anche diverso nella stessa persona anche a seconda della fase (psicofisica, lavorativa, familiare, sociale, psicologica, eccetera) che lei o lui sta vivendo. Inoltre, in base alla persona che ci si trova di fronte: avrete notato che ognuno/a tira fuori da noi dei lati che senza il suo intervento a volte non avremmo mai nemmeno visto o incontrato. In ogni caso, ognuno/a tira fuori da noi risposte, reazioni, atteggiamenti, stati d’animo e/o un modo di essere diverso sempre diverso, se pur in gradi differenti.
Proprio così, a seconda di quello/a che abbiamo davanti, noi possiamo essere tantissime persone diverse.
Le donne amano fare l’amore tanto quanto gli uomini. Non vedo perché su di esse ciò debba corrispondere a una vergogna mentre per lui debba essere un vanto. Queste sono pure astrazioni culturali, che non hanno niente a che fare con la vera natura dell’essere umano.
Ma davvero siamo ancora a fermi a questi vecchi stereotipi, che non ci consentono di evolverci come individui, verso la vita vera, quella da vivere, oltre che verso la coppia nuova?
Mi sembra chiaro che si tratti di uno dei massimi piaceri della vita, se non quello sommo, accanto ad affetto e amore in genere, seguito dal cibo per il gusto, dalle forme artistiche, la musica e via dicendo. Sarebbe ipocrisia affermare il contrario, e vivere oggi ipocrisie e disinformazione del genere e così diffuse mi sembra davvero anacronistico, oltre che controproducente per tutti.
(Leggi anche “I piaceri naturali”)
Perché possiamo esporre i corpi nudi in TV e nessuna ha il coraggio di parlare di queste cose? Dico “nessuna”, sì, perché se queste verità non vengono diffuse dalle donne, non so davvero da chi potrebbero partire.
Credo fermamente che spetti alla donna sia riscattarsi ma anche parlare chiaro, abbandonando indietro qualunque rancore o senso di rivalsa, in maniera solo onesta e costruttiva, per la realizzazione di vite un po’ più soddisfacenti e piene per entrambe le parti. Nel rispetto di tutti. Perché la società che si prospetta di questo passo è soltanto di persone più sole, non più emancipate.
Questa cosa non può partire dall’uomo (che si è perso e che va quasi totalmente rieducato – il che non è affatto una scusante). L’uomo ne è colpito solo indirettamente, la donna dritta in faccia. E poi è chi porta il giogo che deve decidersi ad abbandonarlo a terra.
Sì, credo che spetti alla donna disfarsi delle idee sbagliate che le sono state affibbiate – svestirsi di quelle. Sbarazzarsene, smettere di vestirle, come fosse uscire da un guscio d’uovo da rompere. Ed erompere nel mondo essendo solo se stesse: nulla di più e nulla di meno.
Fuori e al di sopra di qualunque sovrastruttura mentale e culturale. Senza la spinta rabbiosa e propulsiva della prima volta (1968 e oltre). Ma, questa volta, con fermezza e più costanza nel tempo, serenamente, in piena lucidità e, soprattutto, senza più tornare indietro – come invece in parte è stato fatto dopo quel primo tentativo.
Benvenutissimi i vostri commenti qui sotto, grazie.
⇒ ⇒ ⇒ I MIEI LIBRI ARMONIZZAZIONE DELL’ANIMA