amore e relazioni

LE COSE DELL’AMORE

AMORE E TRASCENDENZA

Le definizioni dell’amore di Umberto Galimberti

Mi ha sempre entusiasmato il modo di definire le cose di Umberto Galimberti, la sua capacità di andarci dietro e a monte, fino all’origine.

Consiglio decisamente le sue conferenze – reperibili anche in rete.

Ora, dal libro LE COSE DELL’AMORE traggo per voi alcune riflessioni su e definizioni dell’amore.

Ciascuna di esse basterebbe per meditarci su un giorno e oltre… Ciascuna di esse contiene, consapevolmente o meno, nozioni di sessualità sacra e di misticismo molto oltre la filosofia.

Nella speranza di allargare il campo delle vedute e delle percezioni e di farvi ritrovare dentro un viaggio più grande…:

“Se un tempo l’amore si infrangeva di fronte alle convenzioni sociali, oggi pare l’unico rifugio che salva l’individuo da queste convenzioni, in cui nessuno ha l’impressione di poter essere veramente se stesso.”

“La natura dell’amore è essenzialmente relazione all’altro, dove i due smettono di impersonare ruoli, di compiere azioni orientate a uno scopo e, nella ricerca della propria autenticità, diventano qualcosa di diverso rispetto a ciò che erano prima della relazione, svelano l’uno all’altro diverse realtà, si creano vicendevolmente ex novo, cercando nel tu il proprio se stesso.”

“Quando l’intimità è cercata per sé e non per l’altro, l’individuo non esce dalla sua solitudine e tanto meno dalla sua impermeabilità, perché già nell’intenzione di reperire se stesso nell’amore egli ha bloccato ogni moto di trascendenza, di eccedenza, di ulteriorità, capace di mettere in gioco la sua autosufficienza intransitiva e di aprire una breccia o anche una ferita nella sua identità protetta.

Una sorta di rottura di sé perché l’altro lo attraversi. Questo è l’amore.”

amore e sessualità

“L’altro, se non passa vicino a me come noi passiamo vicino ai muri, mi altera. E senza questa alterazione, che mi spezza, mi incrina, mi espone, come posso essere attraversato dall’altro, che è poi il solo che può consentirmi di essere, oltre che me stesso, altro da me?”

(Leggi anche l’articolo sull’anaffettività: “Atroce impassibilità maschile”)

“Solo l’altro può liberarci da una soggettività che non sa che fare di se stessa.”

“L’amore si pone come radicale sovvertimento della stabilità, dell’ordine, dell’identità, della proprietà.”

“Ci consente di accedere a quella notte dell’indifferenziato da cui un giorno siamo emersi, ma con cui sarebbe estremamente pericoloso perdere i contatti.”

“Amore è toccare con mano i limiti dell’uomo.”

“L’essenza dell’amore, come vuole Norman Brown, è <<toglimento di morte>> (a-mors).”

le cose dell'amore
Foto di Aalmeidah

Per quanto riguarda il non-amore, l’amore fasullo, egoistico, possessivo, dice:

“L’amore si fa atrofico, dall’andamento cadenzato sul ritmo di morte, dove è dato incontrare solo un desiderio di possesso, di appropriazione e uso dell’altro, in una relazione in cui la vita si è già congedata, e con lei lo stupore sull’atemporale e sull’illimitato che ogni relazione d’amore dischiude.”

“Senza un raggio di trascendenza, di cui Dio è la metafora, amore perde la sua forza e la sua capacità di leggere il mondo.”

“Amore chiede la genesi del mondo, della materia, della vita, del male, della distruzione, della corruzione, chiede perché iniqua è la distribuzione dei doni e dei dolori agli uomini.”

“E’ una nudità che nasce senza decisione.”

“E’ la rinuncia alla vergogna come ultima autodifesa, oblio della misura, perfetto disarmo della consegna di sé.”

“Nell’esperienza d’amore siamo tutti Adamo ed Eva al primo giorno della creazione, perché sull’amore l’esperienza degli altri non ci insegna nulla.”

“Il piacere sessuale perpetua la natura, non gli individui.”

“Chi può aprire la via alla trascendenza se non l’amore?”

“Per questo da sempre avvertiamo una certa parentela tra l’amore e la morte. In ogni gesto sessuale profondo c’è uno spasmo di morte, come perdita dell’Io, come cedimento del limite. In questo senso, la profondità sessuale è vicenda divina.

Il diavolo non conosce il sesso come dissolvimento, ma il sesso come potenza, come dominio, come riaffermazione dell’Io.”

(Leggi anche “Esercizi di sessualità sacra)

“Il diavolo custodisce i confini dell’Io a dispetto di quella continua creazione che, se vogliamo utilizzare il linguaggio della mistica, possiamo chiamare amore.”

“Il riferimento cosmico che accompagna il viaggio verso il richiamo della trascendenza evita la solitudine della carne e la riduzione dell’amore a cieca pulsione […].

Educati a questo scenario dalla parola della scienza, che non ha risparmiato neanche le “cose d’amore”, abbiamo detto addio al cielo e alla terra, addio all’armonia.

La passione d’amore è stata sostituita dalla patologia.”

“Amore, se non ci accontentiamo dell’opaca malinconia della carne, è faccenda d’anima.”

“Morte dell’Io per dissoluzione dei suoi confini, sua rinascita in nuove configurazioni.

Questa vertigine, che ogni atto sessuale porta con sé, ha bisogno della presenza dell’altro, ma solo come memoria della realtà che si lascia e come possibilità di un ritorno dal mondo estraneo a cui ci si è concessi nella dissolvenza dell’Io.”

“O si passa attraverso questa vertigine, o il gioco resta epidermico, senza spessore, senza profondità, per quanto fantasmagoriche siano le produzioni dell’immaginario.

Non c’è stata conoscenza, non c’è stato neppure sesso, perché il primo nesso, quello che intreccia la morte con la rinascita, non è stato annodato, per prudenza, per non perdere le dimore dell’Io.”

E questo era solo un assaggio del libro… buon amore!


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