L’ALBERO DELLA VITA
COSA NASCONDE QUESTO ANTICO SIMBOLO
ALBERO DELLA VITA DALLE ORIGINI
L’albero della vita è un simbolo antico, di recente rilanciato dalle mode della bigiotteria e gioielleria. Ma le sue radici arrivano fino all’epoca celtica. Anche se in realtà l’elemento “albero” è ricorrente in tutta la storia dell’uomo e in tutte le culture rappresenta la vita e la conoscenza.
L’albero è per sua stessa natura e conformazione il correlativo oggettivo, il simbolo per eccellenza, la metafora per antonomasia della comunicazione e dello scambio tra il basso e l’alto, tra il cielo e la terra, tra ciò che è basso e denso e ciò che è alto e sottile, aereo. Tra ciò che è animale e umano e ciò che è divino.
In questo simbolo, le radici sono mostrate in trasparenza in tutta la loro estensione, ossia come realmente si sviluppano sotto un albero sano di quella portata.
Solitamente però la nostra percezione dell’albero è limitata a quanto ci appare sopra la superficie. Spesso, infatti, non abbiamo idea che in realtà il corpo radicale di un albero possa crescere fino a quattro volte la sua chioma, sotto terra, nascosto alla nostra vista (e molto più in larghezza che in profondità).
Così, la nostra percezione dell’albero è limitata a tronco e chioma, tanto quanto la percezione media del mare è limitata alla sua superficie e alle onde. Siamo tanto antropocentrici che spesso neanche pensiamo che la vera vita e la vera ricchezza di ciò che chiamiamo “albero” o “mare” stanno sotto, nascoste alla nostra vista.
L’albero della vita è di solito rappresentato come un simbolo rotondeggiante, armonico nelle sue forme e simmetrico: a destra come a sinistra, sopra come sotto.
Secondo l’interpretazione celtica, l’albero della vita viene rappresentato come un incrocio di nodi e intersecazioni sia tra le radici che tra i rami. Questi punti di contatto rappresentano i nodi da sciogliere nella vita e anche le congiunzioni con gli altri, con le persone e con gli eventi.
Si immagina dunque un processo ascendente, di soluzione ed elevazione spirituale, dal basso verso l’alto. Per poi riprendere il ciclo come le stagioni: far ridiscendere la divinità a terra e risalire, ad ogni nuovo sviluppo personale, così come ad ogni nuova epoca umana.
L’albero della vita dunque rappresenta punti determinanti per la vita umana e per la nostra crescita, sia sul piano fisico che su quello spirituale (le cose non sono mai disgiunte). Esso simboleggia in sé:
Il sito GreenMe cita: “Nell’esistenza delle popolazioni celtiche – e non solo – l’albero rappresentava un rifugio per le persone e per gli animali ma anche una fonte di cibo grazie ai suoi frutti e di cura e medicine grazie alle sue foglie o alle sue bacche. Tagliare un albero per i Celti equivaleva ad un grave crimine.”
Rimando a questo riguardo all’articolo su come l’uomo oggi sta trattando gli alberi nel nostro paese: un bene preziosissimo in quanto alla base fisica della nostra stessa esistenza sul pianeta.
Nella mitologia egizia, da un albero emersero il primo uomo e la prima donna: la prima coppia dell’umanità fu quella tra Isis e Osiris. Nell’albero della vita erano racchiusi sia la vita che la morte. Entrambi gli dei sarebbero emersi dall’albero di acacia di Iusaaset.
Nella mitologia cinese taoista è presente un albero magico che produce frutti preziosi, che renderebbero immortale chi li ingerisce. Il frutto, una specie di pesca, nasce però una volta ogni 300 anni. Alla base di quest’albero di pesche c’è un dragone, mentre nei rami più alti risiede una fenice.
Nella Cabala ebraica, l’albero della vita viene rappresentato in maniera astratta, come un diagramma in cui nessun punto è lasciato al caso, ma ogni tratto e ogni punto ha un significato metafisico.
Nella bellissima pagina sopra linkata si dice anche, molto importante:
“L’insegnamento principale contenuto nella dottrina cabalistica dell’Albero della Vita è quello dell’integrazione delle componenti maschile e femminile, da effettuarsi sia all’interno della consapevolezza umana che nelle relazioni di coppia. Spiegano i cabalisti che il motivo principale per cui Adamo ed Eva si lasciarono ingannare dal serpente fu il fatto che il loro rapporto non era ancora perfetto. Il peccato d’Adamo consisté nell’aver voluto conoscere in profondità la dualità senza aver prima fatto esperienza sufficiente dello stato d’unità divina, e senza aver portato tale unità all’interno della sua relazione con Eva.”
Voi cosa pensate: siamo ancora molto lontani da questa perfetta simmetria tra uomo e donna o stiamo proprio lavorando a questo, in questa nuova epoca? Quanto mancherà ancora?
Secondo la Genesi, poi, nel giardino dell’Eden non vi era solo il più “famoso” albero della conoscenza, che costò alla curiosità dell’essere umano la sperimentazione del dolore. Ma vi era anche questo “albero della vita” (Genesi, 2:9). Il frutto di quest’albero dava la vita eterna. Per questo fu da Dio precluso alle umanità delle origini (Adamo ed Eva), poiché l’eternità della vita doveva essere preservata dal peccato originale appena commesso.
Dunque i due alberi furono disgiunti e l’albero della vita eterna fu spostato e messo sotto la custodia di Cherubini che sarebbero deputati a proteggerlo con spade fiammeggianti.
Dio il Signore disse: “Ecco, l’uomo è diventato come uno di noi, quanto alla conoscenza del bene e del male. Guardiamo che egli non stenda la mano e prenda anche del frutto dell’albero della vita, ne mangi e viva per sempre.” Genesi, 3:22
“Così egli scacciò l’uomo e pose a oriente del giardino d’Eden i cherubini, che vibravano da ogni parte una spada fiammeggiante, per custodire la via dell’albero della vita.” (Genesi 3:24)
Le teorie in proposito sono tante. Dall’ipotesi che Dio non volesse rendere l’essere umano un dio suo pari, unendo vita eterna alla conoscenza, all’ipotesi che sia stato l’essere umano a “sbagliare albero”, scegliendo quello della conoscenza intellettuale (dualità) anziché quello della vita vera (unità e comunione)…
Nell’antica Persia l’albero della vita era rappresentato con due geni alati di lato e con in mano un aspersorio e una situla. Sopra l’albero il dio Ahura Mazda.
Lo stesso facevano gli aztechi, che rappresentavano l’albero della vita, simbolo del dio Tlaloc, con due sacerdoti ai lati.
(Articolo: La sacralità degli alberi)
L’albero della vita e i quattro elementi
L’albero della vita è strettamente collegato anche ai quattro elementi: fuoco, aria, terra e acqua.
Il nutrimento arriva dalla terra, il sole scalda l’albero permettendogli di vivere secondo i suoi necessari processi fisiologici, rappresentando il fuoco. L’acqua è presente sottoterra, pescata dalle radici e infine l’aria attraversa i suoi rami e collega l’albero all’ecosistema circostante.
Qualcuno ipotizza che attraverso tutte le civilizzazioni ed epoche storiche, l’albero della vita possa avere rappresentato lo schema stesso del DNA.
Le ipotesi e i significati attribuiti a questo antico simbolo sono davvero tanti e difficili da includere tutti in un breve scritto.
E tu, ne hai sentito qualcun altro che potremmo aggiungere a questo articolo?
(Articolo: Le vere origini dell’albero di Natale)
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