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IL NUOVO EROE

UOMINI NUOVI A CUORE APERTO

Dai tempi dei tempi, nel nostro rapporto con lui o con lei, seguiamo degli automatismi senza esserne neanche consapevoli.

Essi si fanno ancora più forti e ingabbianti nei periodi di crisi.

Se si è in crisi, per esempio, per un tradimento, una supposta delusione dell’uno verso l’altra o viceversa o qualunque altro tipo di “imprevisto” o conflitto, è quasi matematico che:

  • dall’energia femminile verso di lui escano rabbia, recriminazioni, vittimismo, ricatti psicologici ed emotivi, violenza verbale (uno o più di questi aspetti) e
  • dall’energia maschile verso di lei escano chiusura, testardaggine, amarezza, disorientamento, senso d’impotenza, vergogna, sottomissione (con bassa autostima e il mettersi da parte), istinti di fuga o fuga vera e propria, oppure violenza fisica e/o verbale (uno o più di questi aspetti).

Bene, nessuno di questi aspetti incarna realmente una nostra scelta intima e personale di comportamento.

Nessuno di questi atteggiamenti che adottiamo come difese ci rappresenta veramente o rappresenta veramente ciò che voleva dire il nostro cuore (o anima, o bambino interiore). Perché sono, appunto, difese: non sono ciò che volevamo dire o fare dalla nostra essenza profonda.

Quindi sono, in pratica, riflessi condizionati.

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Si tratta di atteggiamenti assunti automaticamente dai nostri simili, da chissà quanto tempo (da genitori, dal cinema, da vari modelli) di fronte alla paura e all’imbarazzo del non sapere.

  • Non sapere come comportarci perché nessuno ce l’ha realmente insegnato (a parte presso i popoli antichi, da quanto tempo non esiste un’iniziazione sentimentale o un maschile saggio che spieghi a un ragazzo come diventare un uomo e come porsi di fronte alla sua controparte femminile – fuori e dentro di sé?).
  • Non sapere cosa stia succedendo perché nessuno ci ha insegnato l’importanza di abbracciare l’incertezza e la ciclica necessità del vuoto, né cosa siano le morti interiori che possiamo e a volte dobbiamo attraversare in una vita per evolverci.
  • Non sapere/ignorare completamente che un conflitto si possa affrontare anche sotto il vessillo dell’onestà sentimentale, spogliati di qualunque automatismo altrui: ossia seguendo la propria anima fino in fondo, facendoci dettare azioni e parole da “lei”: da quello che dietro le difese vogliamo dire veramente!

Cosa significa questo ultimo punto?

L’ONESTA’ EMOTIVA E SENTIMENTALE

Significa che possiamo affrontare l’altra parte di noi (il o la nostro/a partner) deponendo le armi e ponendoci di fronte a lui/lei nella fase del chiarimento privi di difese.

Badate bene perché questa è una parte fondamentale. Non si tratta del mettersi in balia dell’altro e neanche lontanamente di sottomissione, si tratta piuttosto del suo contrario: sto parlando probabilmente del gesto più coraggioso ed eroico a cui, attraverso l’amore e solo grazie alla sua forza, un essere umano può arrivare.

La resa A SE STESSI e ai propri veri sentimenti, alla propria vera essenza è lo scopo ultimo di ogni cammino spirituale. Vedì Gesù, Buddha, tutti i maestri zen, gli sciamani, tutte le scuole di pensiero…
Quando ci arrendiamo a ciò che proviamo davvero sotto tutte le paure siamo invulnerabili. Disorientiamo gli altri adulti schermati. Che a loro volta verranno contagiati dal bisogno di disarmarsi, contagiati dal nostro essere veri.
Non è minimamente una resa all’altro. E’ una resa nei confronti di tutte le nostre maschere: vederle e buttarle a terra.

(Qui l’articolo su Maschile, Femminile e bambini interiori).

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Vuoi essere un uomo con la U maiuscola, un uomo nuovo, un uomo che incarna appieno il Maschile sacro?

Bene, è più facile andare in guerra a sparare ai tuoi simili che stare di fronte alla donna che ami e, restando nel tuo spazio e pienamente padrone di te, senza punti d’appoggio, manifestarle apertamente quello che senti.

Sarà come un dono che fai a te stesso in primis, poi a lei come conseguenza – perché trattenere verità sentimentali sul lungo periodo pesa molto ed esse non sono fatte per vivere al buio.

(Qui l’articolo “Il dolore di essere uomo”)

Vuoi essere un uomo con la U maiuscola, un uomo nuovo, un uomo che incarna appieno il Maschile sacro?

Bene, è più facile fare il capo di un’azienda o di un popolo o diventare il più muscoloso del club sportivo che stare di fronte alla donna che ami ed accettare un suo o un tuo allontanamento:

  • Attraverso l’affetto anziché la rabbia o la chiusura.
  • Attraverso la comprensione e l’ascolto anziché la difesa dei propri interessi e il bisogno di possesso/controllo.
  • Attraverso la condivisione delle proprie debolezze anziché l’uso delle offese o del silenzio.
  • Attraverso la resa a se stessi e all’altro/a, se pur mentre le vostre strade richiedono un allontanamento o un temporaneo distacco.

E qui sta la forza, il vero eroismo, qui sta il vero potenziale del Maschile evoluto (la sua crescita verso il “sacro”) che negli ultimi secoli avete incanalato invece in atti di sopruso contro tutto e tutti, inclusi i vostri simili o voi stessi, con l’illusione di un eroismo o un essere “macho” che era solo di apparenza.

Di nuovo: indotto, trasmesso da altri uomini altrettanto persi e inconsapevoli. In un “telefono senza fili” deviato che è sembrato infinito e che è diventato mostruoso rispetto a quello che può veramente un uomo e a quello che era il messaggio originario.

OLTRE GLI STEREOTIPI

Jihad significava battaglia rivolta contro i propri demoni interiori, per arrivare a fare esprimere il vero sé.

Viaggio dell’eroe significava percorso di esplorazione di se stessi.

L’arte marziale era marziale nei confronti del proprio ego, non dei propri simili.

Le iniziazioni erano rituali di passaggio personali, una morte interiore di ciò che si era per rinascere nuovi ed evoluti, non un accanirsi sul più debole vedendo il nostro vecchio “sé” in lui (o lei) e massacrandolo/a di botte.

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Foto di Reinhardi

CONSULENZA per persone in sofferenza (ARMONIZZAZIONE DELL’ANIMA)

Tornando al concetto di affrontare la persona che amiamo a cuore aperto, da-cuore-a-cuore anziché barricati in trincea (fino ad oggi l’unica modalità che abbiamo conosciuto):

non è obbligatorio o scontato trattare male una persona che vuoi lasciare, o abbandonare o allontanare (o che sta richiedendo a te di allontanarti).

Puoi fare tutte queste cose anche attraverso gentilezza, affetto e amore.

Non conta infatti come tratti l’altro/a, bensì la fermezza dentro di te, l’intento e quello che senti, nel rispetto di te stessa/o.

Ed ecco smascherato l’automatismo.

Il distacco si può agire anche attraverso l’amore e restando fedeli a ciò che sente e vuole dire davvero il nostro bambino interiore, non per forza indossando la maschera del duro, del freddo, dell’omertà o della rivalsa.

Naturalmente, la stessa cosa vale anche per il percorso che spetta al Femminile.

È molto più facile infierire sui limiti di un uomo che prendersi la responsabilità della propria nudità sentimentale e arrendersi ai propri sentimenti veri, che sono amore e non la rabbia che lo ricopre, che sono affetto e non la paura che lo cela.

Che sono il desiderio di restare insieme, e non il dolore che lo nasconde.

Si può allontanare una persona amorevolmente, attraverso questo tipo di esposizione e di allineamento, senza bisogno di scomodare strategie, pressioni psicologiche, rimproveri, accuse e tutti quei “demoni” loro parenti che non sono altro che forme diverse della nostra paura. Ma i demoni sono mortali e si possono sciogliere. L’amore, no.

Prima lo ammettiamo, prima potremo davvero cambiare il mondo. È qui il bandolo della matassa, è questo il fulcro da cui partire.

Tutto il resto è un accampare scuse per prendere altro tempo. Per girarci intorno. Continuando a perdere persone malamente, a fraintenderci per poi sempre pentirci di quel che abbiamo detto o fatto.

Perché se ami una persona, il modo in cui l’avrai trattata rimbalzerà poi su di te, nel bene o nel male. E trattarsi male a vicenda è il modo ideale per generare rimpianti.

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Image by Gerd Altmann

Altrimenti, continuiamo a togliere equilibrio nel mondo energetico del Maschile e del Femminile, alla loro collaborazione necessaria (e mai urgente quanto ora) per formare un mondo sostenibile e diverso. E, sopra ogni cosa, tradendo noi stessi – chi siamo veramente e ciò che sentiamo davvero, là in fondo, dietro le paure o gli impedimenti.

DALL’AUTOMATISMO IMPOVERENTE AL SE’ NUTRIENTE

L’unico possibile passo che possiamo fare per ripristinare un equilibrio nei nostri rapporti sentimentali va in questa direzione.

“Il Sè rappresenta – secondo Jung – l’unità e la totalità della personalità nella sua parte conscia e in quella inconscia.

La realizzazione del Sè costituisce la meta ideale della terapia junghiana, che segue il difficile cammino del paziente verso la propria autorealizzazione.”

– G. Jung, “Tipi psicologici”

Mi rendo conto che farlo è da eroi, perché per stare di fronte alla propria resa senza difendersi e addirittura condividerla è richiesta grande centratura (la manifestazione, appunto, del vero Sè) e si tratta, come dicevo, di un grande gesto di coraggio, ma evidentemente questo è quello che ci è richiesto oggi. Energeticamente, socialmente e interiormente.

E’ fattibile. Molte persone lo stanno già facendo. Lo possiamo fare. Lo dobbiamo fare e ne siamo in grado perfettamente.

Potete provare ad applicare tutto ciò che conoscete dal passato e continuare a nascondervi dietro automatismi omologati e standard: perderete tutto e vi ritroverete davanti a uno specchio.

Se invece agiremo una trasformazione come quella descritta, spezzeremo uno schema dopo tanto tempo e allora ci saranno speranze di essere nuovi, anche in due.

Questo è ciò che sta capitando a livello vibrazionale nel mondo oggi – prendere o lasciare.

Prima si capirà, prima potremo essere uomini e donne nuovi e vivere una vita di relazione veramente soddisfacente e finalmente autentica. Non più basata su sotterfugi, condizionamenti, ricatti culturali o psicologici, aspetti che non vogliamo sapere o vedere o mostrare o affrontare, disparità o co-dipendenza.

E finalmente gli abbracci saranno più veri.

E finalmente la sessualità sarà vero scambio e crescita esponenziale.

E tutto ciò che era dato per scontato e considerato banale o accessorio diventerà nutriente.

Finalmente un uomo e una donna potranno stare uno di fronte all’altra come esseri umani alla pari, essere veri, senza nascondere niente.

Perché solo attraverso questo passaggio, difficile ma illuminante, potremo vedere l’altro/a come la luce che porta dentro, e non soltanto come un uomo o una donna o addirittura come nostro rivale – da temere – cosa che si è protratta fino ad oggi.

Le energie della paura hanno portato al mondo come lo vediamo oggi.

Possiamo costruire un modello diverso partendo dal cuore della cosa: il nostro.

E il punto di tutta la storia umana in cui siamo più vulnerabili e anche più trasformabili e creativi è proprio quello in cui stiamo in piedi davanti alla persona armata senza più ombre, né armi, né schermi.

Quella è la fucina di qualunque alchimia. Il passaggio obbligato.

E se sei un Uomo, se sei una Donna, meglio saltare prima che dopo.

La società umana non ha più tanto tempo e il tuo cuore a forza di bugie e finzioni si sta disseccando. Sentirai, da qualche parte di te, che così non stai bene, che così “non va bene”. Ora hai compreso il perché e sarà sempre più chiaro quali passi muovere.

Questa trasformazione passerà anche attraverso l’accompagnamento di altri uomini e altre donne in cammino (vedi per esempio qui il progetto Uomini consapevoli e Spazio uomo, Maschile Plurale, La Via del Maschile maturo).

A presto. Vi auguro coraggio e tanta trasparenza – tutto il resto può solo farti affogare, perché sta diventando visibile e pesante.

Qui le mie riflessioni sul Maschile (dal bosco)


⇒ ⇒ ⇒ I MIEI LIBRI Sonia SerravalliARMONIZZAZIONE DELL’ANIMA

 

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