IL DIO FALLO
E LA GRANDE ERESIA DELLA CULTURA ATTUALE
In molte delle culture nel mondo e in particolare nelle culture e nelle epoche che hanno preceduto quella attuale (la nostra cultura occidentale, che spesso riteniamo l’unica valida o addirittura l’unica esistente), l’organo sessuale maschile era considerato un dio.
Il Fallo era un dio da venerare, da onorare e a cui rivolgere preghiere e sacrifici, perché da Esso dipendevano lo stato di fertilità dei campi ma soprattutto lo stato di benessere, l’abbondanza e la prosperità di un villaggio, di un gruppo di villaggi o di un’intera società.
Il fatto che il membro maschile (elemento base della Vita) sia stato ridotto a “zimbello” della nostra società, oggetto di scherno e di barzellette e addirittura considerato vergognoso, immondo, brutto, buffo e tanto altro di negativo, ha creato una frattura profonda nella psiche maschile e nell’inconscio collettivo di tutti.
Si tratta di una spaccatura che è andata a sancire l’esistenza del conflitto e della dualità come “realtà”, e unica realtà possibile. Allora abbiamo un bel da parlare di “velo di Maia”, di “caverna di Platone”, di “realtà illusoria”, di “Matrix”, ma se non iniziamo a renderci conto della distorsione insita nelle nostre stesse percezioni – come nella percezione odierna del Fallo – non andiamo davvero da nessuna parte e continueremo tutti a riprodurre solo scissione, senza neanche rendercene conto.
Scissione:
@ dalla nostra origine;
@ dal corpo (nostro e altrui), dagli istinti, dall’archetipo del “Selvatico”;
@ da Madre Terra, la controparte dell’energia maschile, degli dei maschili e del Fallo;
@ dalla sessualità – elemento sacro alla base non sono della Vita (come se ciò non fosse più che sufficiente!) ma anche dello scambio più intimo, fitto e sacro che possa avvenire tra un Maschile e un Femminile – uno dei momenti topici di una intera vita terrena.
A forma di fallo venivano prodotti monumenti, amuleti, oggetti per la casa e da appendere sopra le porte e tanto altro.
Mai al mondo un antico avrebbe osato o anche solo immaginato collegare il membro maschile (divino e protettore) a sentimenti di vergogna, di sporcizia, di pudore o addirittura con gesti o detti dissacranti.
Invito sul serio a riflettere quanto il dare per scontato che l’organo genitale maschile venga svilito in tutti i modi (o addirittura visto come comico!) stia producendo danni inestimabili nelle coppie, nel benessere individuale, nella crescita degli adolescenti, nella vita sessuale delle persone, nella comunicazione e nell’equilibrio psichico e materiale dell’intera società.
(Qui l’articolo sul dio maschile Kernunnos)
ETIMOLOGIA
In origine, nelle religioni pagane, il fallo era il simbolo cosmogonico del membro virile in erezione ma anche della potenza della vita stessa, e ad esso venivano dedicati riti e preghiere, e per secoli è stato oggetto di potere, tabù, mistero. Il termine fallo deriva dal latino phallus, dal greco φαλλός-phallós, da connettersi alla radice del sanscrito phalati (= germogliare, fruttificare) o alla radice della lingua protoindoeuropea bʰel-phal (= gonfiare, gonfiarsi).
Per l’etimologia pene deriva dal latino penis, coda, poi membro virile, (da pes; cfr. il sanscrito vedico pasas, membro virile, greco pésos, lituano písti, coito) e possiede una energia incontrollabile e misteriosa, in grado di procreare. Secondo l’antico grammatico Festo, penis deriverebbe da pendere, perché pende come una coda.
In latino il termine ha la stessa radice di falsum, e significa (N.d.R. ahinoi): commettere un errore, sbagliarsi, ovvero ingannare, circoscrivere, gabbare qualcuno in qualcosa (in alcuni testi con connotazione a carattere sessuale).
(Fonte: Wikipedia)
IL DIO FALLO NELL’ANTICHITA’
Non mi dilungherò qui su quanti e quali modi l’energia sacra sessuale maschile è stata coniugata nei diversi Dei della storia e nelle varie culture, ma potete trovarne un sunto qui.
Preferisco lasciarvi in compagnia di un paio di scritti sul tema che ho ricevuto e che, oggi, ci riguardano più da vicino.
Con l’augurio che possiamo, tutti, uomini e donne, smantellare ogni giorno un po’ delle lenti che ci coprono gli occhi, perché deformano la realtà e deformano le realtà più importanti per il benessere del mondo.
CONTRIBUTI DI AMICI E LETTORI SUL TEMA
Contributo di Marcello Ciao:
Riflessioni del cazzo.
Per quanto il titolo ti possa far ridere, il mio reale intento è risvegliare la coscienza di chi per religione, educazione, vergogna o altre ragioni morali denigra la mia vitale importanza, la mia saggezza e sacralità.
Sì, io il cazzo, sono saggio!
Se ridi, vuol dire che anche tu come tanti sei condizionato da quello schema mentale culturale che per secoli ha represso la mia naturale evolutiva funzione.
Sono sacro e nel silenzio puoi ritrovare in me la tua forza, fiducia, potere, intuizione e vitalità.
Mi nominate invano, cazzo qui, cazzo là e il più delle volte in modo dispregiativo.
Pompi e pompi la tua mascolinità con le più svariate maschere sociali, una più distruttiva dell’altra… sai… mi sono stancato, di non essere valorizzato, apprezzato, visto per chi sono veramente.
In realtà, anche se pensi spesso al sesso, io non ci sono lì con te o con la tua compagna, sono solo nella tua testa, nelle fantasie che crei .… Povero bambino mascherato…
Scappi dal sentire, agisci senza ascoltarmi, inconsciamente atrofizzato dal retaggio culturale… ti nascondi nel sesso compulsivo tradendo te stesso e gli altri!
E povere le tue compagne che non ricevono naturale nutrimento dalla mia vera essenza e dalla tua presenza!
Ma mi conoscete veramente?
Sapete veramente ascoltarmi?
Mi ridicolizzate, mi ignorate, mi mistificate, mi manipolate, mi giudicate, mi usate come uno strumento di potere.
Eh, gi… avete perso il contatto con la mia saggezza, sacralità e intuizione.
Quando vi dico: “Con questa donna, con questo progetto, in questa situazione non sento intimità, molla la presa!”
Voi cosa fate?
Mi dite: “Cazzo sei malato! Sei impotente! Io la/lo voglio, perché mi hai abbandonato proprio adesso!”
Ma che cazzate!
Chi mi ha abbandonato siete voi con il vostro ignorare, mistificare o denigrare chi sono veramente, il vero potere che è in me..
Mi usate solo per scaricare le vostre tensioni, poi, quando non avete più energia e la vostra vita vi sembra insignificante, vi pompate la testa con i vari stereotipi di macho alfa o andate in depressione per non essere all’altezza.
Bambini in fuga dalla propria naturale e sana mascolinità, mascherati da super eroi senza un cazzo di coscienza e senso di responsabilità.
Beh, pur sentendomi abbandonato, so di non essere un oggetto, un cane o un bambino che si può abbandonare.
Alla fine non ti puoi neanche separare da me.
Io sono te, una parte vitale del tuo corpo e quando mi abbandoni… abbandoni te, abbandoni la tua intuizione, la tua natura di uomo, la tua relazione con gli altri, il tuo lavoro, i soldi, i tuoi sogni, l’eros, la vita e l’esperienza d’amore.
Questa riflessione è il mio modo per risvegliare un ascolto diverso di me… cazzo, pene, genitali, chiamami come ti fa più piacere, ma fai silenzio e ascoltami!
Io non penso, non agisco per nutrire la tua performance del cazzo… al contrario sento e agisco nel fluire di come mi sento, momento per momento, ogni volta una nuova scoperta da fare insieme.
È grazie al silenzio del tuo ascolto che nasce quell’esperienza di unione con il tuo corpo, con la compagna e la vita.
Attraverso me, la saggezza della tua natura di uomo, riscopri cosa vuol dire mascolinità, ritrovi quei valori fondamentali della vita che vanno oltre il puro piacere personale e le performance del passato.
Puoi vivere a pieno la tua sessualità e andare oltre, vivere l’indefinibile esperienza di unione e amore con l’altro e la vita, sempre come la prima volta.
In quella unione e presenza sacra hai nuovi occhi per rispettare te stesso, la tua compagna e quello che ti circonda, senza parole, pensieri, concetti, dogmi … bla bla bla.
Ascoltami con amorevolezza, fiducia e adorazione in quel continuo flusso di sentire e agire.
Sì, amorevolezza! Sì, adorazione!
Perché è solo accogliendomi con rispetto in questo spazio sacro che io sono quel dono virile per te e per quelli che mi sanno apprezzare.
Voglio che tu mi apprezzi di più, che mi ascolti in silenzio, senza fare niente… non mi interessano le tue idee, di come mi dovrei comportare, dei tuoi vecchi schemi, della tua meccanicità.
Ascolta, metti l’attenzione tra le tue gambe, senti e agisci in unione con l’altro e la vita.
Quando mi ascolti, io ci sono per te, altrimenti auguri con la tua impotenza e pompaggi vari.
Sono il tuo cazzo, attraverso me puoi manifestare il meraviglioso e divino uomo che sei.
Ascoltami, ascoltami!
Non essere quel tipo di testa di cazzo.
Lascia la testa e ascolta la saggezza del cazzo che la vita ti ha donato! Donalo con tutto il coro, il cuore e l’anima.
Tira fuori le palle Uomo, apprezza il tuo cazzo!
(Marcello Ciao)
Contributo di Lidia Dal Soggio:
Condivido la mia riflessione sul fatto che comunque lo si chiami: cazzo (è anche un’imprecazione dispregiativa) pene (sofferenze) fallo (errore) l’organo che veicola il principio creatore maschile condivide il proprio ‘nome’ con qualcosa di ‘negativo’ e questo credo sia un vero peccato , soprattutto con la consapevolezza di quanto sia potente la parola.
Ho avuto la fortuna di incontrare uomini straordinari nella mia vita, che mi hanno insegnato con il loro esempio la meraviglia di un maschile centrato e consapevole, nonostante in questa società sia davvero complesso raggiungere e mantenere un buon equilibrio.
La cosa che mi dà davvero una grande gioia è vedere con sempre maggior frequenza scritti come questo, sia per quanto riguarda il maschile che per quanto riguarda il femminile, Sonia Serravalli in questo fa un lavoro immenso ed è davvero un balsamo per l’anima vedere il flusso di energia che diventa sempre più potente, dritto alla meta… la nostra evoluzione.
(Lidi Dal Soggio)
Ricordo a tutti gli uomini interessati il gruppo IL MASCHILE SACRO (gruppo privato su Facebook),
(Foto di copertina di Foto di Steve Granitz protetta da copyright – “Phallus impudicus art”)
LIBRO di SONIA SERRAVALLI: IL MASCHILE SACRO
⇒ ⇒ ⇒ I MIEI LIBRI (Fiamme gemelle, viaggi per il mondo, poesie, romanzi, downshifting…)
Per aiutarti: ARMONIZZAZIONE DELL’ANIMA
Nelle società pre-industriali il fallo era tenuto in grande considerazione, soprattutto nelle feste che segnavano il passaggio tra inverno e primavera e quindi tra vecchio e nuovo anno, sebbene in lacune di esse non esisteva una datazione precisa. Erano festività carnascialesche in cui grande spazio veniva dato alla lascivia, oggi mal considerata.
Vero Giuseppe, grazie!