Chakra e arti

I CHAKRA E LE ARTI

E TU… DI CHE ARTE SEI?

Ho sostenuto tutta la vita che tutte le forme d’arte (quella vera, integrale, spesso innata) sono forme di “canalizzazione”, portali di accesso a dimensioni ultraterrene. L’ho sempre sentito, sia quando scrivo che nell’usufruire di opere d’arte altrui, in qualunque forma si presentino.

Ebbene, con questo articolo, vorrei dimostrare lo sviluppo delle arti attraverso i chakra.

E vorrei dimostrare come “artista” non sia solo chi ha il dono di dipingere o chi si esibisce su un palco o in un film, come vuole l’immaginario comune.

Ma artista è anche la persona che riesce ad utilizzare il proprio potere interiore per curare gli altri. O chi parlando riesce a muovere cose. O chi riesce a trarre messaggi fondamentali dal sonno e dai sogni.

Arte è qualcosa che può avere mille forme. La caratteristica comune a tutte queste forme deve essere quella di 1) creare; 2) farci “ascendere” a una dimensione altra, di trasportarci in un luogo/non-luogo in cui veniamo nutriti, arricchiti, elevati o addirittura guariti.

forza di Shakti nella naturaStudiando le divinità indù parallelamente alla cristalloterapia, sono giunta all’intuizione che, così come ad ogni chakra corrispondono:

@ un giorno della settimana

@ un colore dello spettro dei colori a noi visibili

@ un pianeta

@ una nota

ad ogni chakra corrisponde certamente anche una forma d’arte. E ogni forma artistica si manifesta a partire da un determinato chakra.

Come in tutte le cose, a volte una stessa arte o uno stesso artista può includere caratteristiche di più di un chakra.

 

CHAKRA E FORME D’ARTE

Il primo chakra è quello che ha a che fare con le basi, il sostegno, la fisicità, le radici, il sostentamento, l’energia sessuale, la passione, il coraggio, la sopravvivenza, il nutrimento, il contatto con Madre Terra, l’equilibrio, la vitalità che si irradia a tutti gli altri chakra dal basso. La partenza per la sua ascesa dell’energia Kundalini, del suo serpente.

“Muladhara” è il suo nome in sanscrito e significa “sostegno della base”.

Sento che al primo chakra, chakra della radice, della terra e della Terra, può corrispondere la danza, in tutte le sue forme. Il pattinaggio artistico. E contact improvisation. L’arte performativa in tutte le sue forme.

Lo incarnano ballerini, danzatori, pattinatori artistici, sportivi, giocolieri, equilibristi, performers del corpo.

performer fuoco
Image by Ben Frieden

Il secondo chakra (sacrale) è un centro di energia femminile. Rappresenta e stimola la creatività in tutte le sue forme (vitale, energetica e artistica), la guarigione, il centro del corpo emozionale, con una sua memoria, e il centro del piacere. Dell’autostima e del rapporto con gli altri.

Secondo il mio daimon ispiratore, il secondo chakra corrisponde all’arte visiva. Pittura, acquerello, scultura, disegno, street art. La fotografia e il video-making.

Ha anche a che fare con l’arte-terapia (intesa come utilizzo dell’arte visiva per curarsi). Lo rappresentano anche tutti gli artisti artigiani.

Al secondo chakra potrebbe corrispondere anche l’arte in cucina. Un’alchimia che trasforma gli elementi e che ha a che fare con il gusto.

Infine, l’arte dell’oreficeria.

Lo incarnano pittori, scultori, ceramisti, acquarellisti, ritrattisti, muralisti, intagliatori, fabbri, orefici, gli autori di installazioni artistiche e tutti gli artisti che lavorano con materiali, forme e colori. Cuochi e pasticceri.

Il terzo chakra è quello che corrisponde all’area del diaframma, o plesso solare. Un deposito di energia per tutto il corpo. Rappresenta il fuoco, il sole, il potere personale, forza trainante, talento, la volontà, il desiderio di crescita e di fare esperienze, il calore umano, la compassione, la misericordia. Il suo nome in sanscrito “manipura” significa “gioiello splendente”. 

Mi immagino che questo chakra sia incarnato perfettamente, nella sua forma artistica, dalle arti marziali. Con i loro valori, con la loro inscalfibile saggezza, con il potere del Maschile sacro che ne regge le basi. Nella loro forma somma, le arti marziali vanno dirette all’interno, verso l’individuo stesso che combatte i propri demoni interiori per evolversi. Le arti marziali sommano la fisicità maschile delle arti performative con l’energia creativa femminile del secondo chakra. 1 + 2 = 3, terzo chakra.

Lo incarnano i maestri e gli operatori di tutte le arti marziali (intese nell’accezione orientale e alta del termine).

Il quarto chakra è il chakra del cuore. Il chakra posto nella posizione chiave per fare da ponte e collegare i chakra di base, che attingono nutrimento dalla terra, con i chakra superiori, che tendono verso la dimensione spirituale. È la sede dell’amore, del dolore, del perdono e dell’amore incondizionato.

La poesia è esattamente la forma d’arte, unica nel suo genere, in grado di collegare gli istinti alle emozioni, la passione allo spirito, le immagini alla parola, il maschile al femminile, l’intuizione ad una forma. La poesia quindi, non ho dubbi, siede insostituibile sul trono del chakra del cuore (o quarto chakra).

Il nome sanscrito di questo chakra è “anahata”, che significa “non colpito, non ferito”. In molti dicono che “la poesia salverà il mondo”. La poesia infatti non può essere colpita, è immune dalle armi dell’ego così come dalle ferite dell’ego, è pura. Pura essenza.

Da essa si dipanano anche il teatro e il cinema. E da qui saliamo al chakra della parola, il quinto.

Lo incarnano i poeti, gli attori, i registi.

forme d'arte e chakra
Image by Mircea Iancu

Il quinto chakra è il chakra della gola. È il chakra che regola la comunicazione, le capacità persuasive, il riconoscimento. Collega il corpo alla testa, dunque è il chakra che trascende la dualità tra emozione e ragione. Regola anche la concentrazione e l’apprendimento.

Qui risiede il suono. Il suono che permette la purificazione (il nome sanscrito di questo chakra, visuddha, significa “purificazione”).

Tra le divinità indù, non vi sono dubbi che esso sia rappresentato da Saraswati, la dea della parola (scritta, parlata o cantata). Il quinto chakra nell’arte è dunque sia il canto che la scrittura. Lo stesso chakra presiede a entrambe le forme d’arte ed è rappresentato dallo stesso archetipo.

Per estensione, qui si situa anche la musica in tutte le sue forme. Dal canto al suonare uno strumento. Ricordiamo infatti che in passato i componimenti poetici e letterari erano trasmessi solo per via orale. Così come i componimenti musicali. Questa è la loro sede.

Lo incarnano gli scrittori, i cantanti, i musicisti, i doppiatori, i traduttori e gli interpreti, gli sceneggiatori e tutti gli operatori della parola e del suono.

Il sesto chakra è chiamato anche “ajna”, o terzo occhio. È situato tra le sopracciglia, al centro della fronte, ed è il chakra associato all’illuminazione. L’apertura del “terzo occhio” è infatti ritenuta responsabile dello stato illuminato di un individuo che ha trasceso la dualità ed è entrato in risonanza con il Tutto, pur restando ancora in forma umana e fisica.

È il chakra dell’intuizione, della telepatia, della premonizione, del sesto senso. Della consapevolezza spirituale, della serenità. Qui situerei dunque l’arte dei sensitivi e delle persone in grado di curare il prossimo operando sulle energie sottili e sui corpi sottili. I bravi medici e i guaritori di tutti i tipi, che utilizzano la propria energia o degli strumenti per riportare in equilibrio lo stato energetico e fisico di una persona sofferente.

Ritengo infatti tale attività una vera e propria arte e secondo me così dovrebbe essere vista. O ne possiedi le chiavi, o non potrai creartele a tavolino con il mero studio mentale e intellettuale. O ti si apre quel canale, o quell’arte ti rimarrà preclusa, in quanto nessuna forma d’arte obbedisce a comandi razionali o interessati, alla rigida volontà scissa dalla propria componente di passione, com-passione e cuore, oltre che di spiritualità.

Lo incarnano certi medici, gli inventori, i ricercatori, i guaritori, i sensitivi, coloro che fanno ricerca sui simboli, la mitologia, la magia, l’inconscio.

liberazione dalle idee limitantiIl settimo chakra è quello della corona. L’unico tra i chakra principali situato addirittura all’esterno della nostra figura corporea, ossia al di sopra della testa (corona).

È il chakra della massima espressione umana, la sede dell’ascesa della Kundalini. Il collegamento tra l’individuo e l’universo con le sue leggi. Rappresenta la crescita essenziale, all’infuori dell’ego. L’assunzione di grande responsabilità. La felicità assoluta. L’autorità. Il senso di unità con il Tutto. La canalizzazione totale e priva di ostacoli. La fusione dei due poli opposti e complementari Shiva e Shakti nell’unità.

Qui situerei i medium, i guru e i santi. Sono tutti l’ultimo stadio umano, dopo i quali si passa alle figure incorporee angeliche.

Anche la loro è un’arte. È l’arte definitiva, l’arte che ha raggiunto l’inglobamento di tutte le arti precedenti. L’arte che unisce l’emisfero destro all’emisfero sinistro, il positivo e il negativo, il Maschile e il Femminile, l’alto e il basso. È il diamante, la massima espressione del divino nel corpo fisico. Il punto in cui le singole chiavi di tutte le arti diventano il portone aperto.

Lo incarnano medium, guru, Maestri di vita, santi.

L’arte amatoria, infine, può coinvolgere tutti i chakra (a partire dal primo, fino al settimo) a seconda dello sviluppo psichico, energetico e spirituale della persona. Il numero di chakra coinvolti nella sessualità è direttamente proporzionale all’evoluzione dell’individuo.

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