ENERGIA GUERRIERA FEMMINILE
GUERRIERA INTERIORE E DURGA
Diciamo la verità, siamo stanche di uomini che ci bollano come “maschili” per essere forti, per essere determinate, per essere indipendenti, per avere temperamenti da leader o per essere semplicemente passionali, vivaci, espansive, energiche, intelligenti e non “oche”, non ordinarie, non banali, non “deboli” o bisognose (ma non siamo in fondo tutti tutto questo e il suo contrario a seconda dei momenti?).
Spesso, lo studio di Maschile e Femminile sacro o qualunque altro percorso spirituale si impantana nella ricerca di definizioni incasellabili e di una distinzione netta tra ciò che è maschile e ciò che è femminile.
Bisognerebbe che qualcuno dicesse a questi ricercatori che tale divisione assoluta non esiste e non è mai esistita.
- Perché ogni essere umano è unico ed è il degno rappresentante di una summa di archetipi non questionabili in qualità e percentuale (peraltro sempre variabile);
- Perché il Tao insegna, e il Tao gira, e il Tao mescola, si mescola e rimescola: il movimento è eterno e nessuno potrà fermarlo, le categorizzazioni sono cose non vive e non parlano della vita. Il Tao ruota sempre su se stesso e Yin e Yang si riversano costantemente l’uno nell’altro, certo mantenendo il proprio bianco e il proprio nero;
- Perché in tutte le mitologie di svariate culture diverse, si ritrovano caratteristiche qui e oggi considerate “maschili” in divinità femminili (articolo Le Dee Guerriere) e anche caratteristiche qui e oggi considerate “femminili” in divinità maschili.
Credo che la più grande sfida dei ricercatori, degli studiosi e di tutti i praticanti di qualunque scuola sia quella di arrendersi.
Arrendersi alla non-delimitazione, arrendersi all’incertezza e fidarsi di essa, all’assoluto in sé e a non assolutizzare. Una parte si riversa sempre nell’altra e viceversa.
Ora parliamo dei tratti cui accennavo all’inizio. Li ritroviamo in dei e semidei guerrieri della mitologia greca ed altre, certo. Va tutto benissimo, e meno male che esistono.
E poi, solo per fare un esempio, esiste qualcosa come Durga. Durga è una delle dee guerriere nell’Induismo, se non la Dea guerriera per eccellenza in India (se si esclude la forza prorompente di Kali, che comunque in alcuni episodi mitologici da Durga si origina).
Le Amazzoni, nella leggenda greca: un’intera armata di donne guerriere a cavallo – apparentemente non proprio maschili, a giudicare dai loro corpi… E le Valchirie (mitologia norrena).
Arawelo, la regina somala che si ribella alla sua condizione di “casalinga” e di donna remissiva.
La divinità egizia Sekhmet, guerriera, che porta sul suo capo il disco solare (e non una luna), e un cobra.
Itzpapalotl tra gli Aztechi, una figura femminile spaventosa e paragonabile a Kali in Asia (energia a fondamento del Big Bang, della creazione).
La profetessa Deborah (nella Bibbia!).
E avvicinandoci alla nostra mitologia, quella romana?
Atena nasce corazzata e indossa un elmo.
Diana (Artemide per i Greci) è armata e va a caccia – ma non ci hanno sempre detto che ci andavano i maschi? Non solo: va a caccia, non teme le fiere e il buio dei boschi – ci vive – ed è una delle cosiddette “dee vergini”, ossia è indipendente.
(Vedi il significato ancestrale di “vergine”)
Ma per oggi mi fermerei qui, andando solo ad approfondire qui sotto come Sally Kempton, nel fantastico libro (che ho già citato più volte) “Il risveglio della Shakti” ha approfondito e descritto Durga. Ciao Durga.
“Ha i seni rotondi e cavalca un leone dalla criniera come le onde dell’oceano. Ogni muscolo, ogni tratto della scultura (Ndr. Sud dell’India) denota la forza determinata di una dea che incarna il potere femminile in azione. Anche la pietra sembra pulsare di energia.
Durga è una guerriera amazzone e una dea madre. Quando si porta Durga nel proprio mondo, essa può potenziare le nostre aspirazioni più radicali e guidarci attraverso i momenti più conflittuali della vita.”
“I miti che la riguardano di solito iniziano con l’uccisione di un demone. Ma nonostante sia la divinità invocata dai re per la vittoria, Durga non è solo una dea battagliera: è anche il potere del risveglio spirituale, la forza interiore che libera l’energia spirituale all’interno del corpo umano, sottoforma di Kundalini. Ed è una protettrice: bella, regale e fiera.”
“In una versione sulla sua origine appare come la guerriera divina, portata alla manifestazione dagli dèi maschi, furiosi e impotenti verso un demone che non riuscivano a conquistare, mandarono avanti la loro rabbia come una massa di luce ed energia. La loro forza combinata si fuse nella forma di una bella donna radiosa che riempì ogni spazio della sua luce.”
“La sua ferocia emerge dalla sua compassione straordinariamente potente. Durga è la divinità cui appellarsi quando si è in profonda difficoltà. Quando abbiamo bisogno che protegga il nostro mondo. Promette di muovere montagne per salvarci da ogni forma di diavolo – incluso quello creato da noi stessi!”
“Assumendo la forma di consorte di dèi maschi, essa presta loro i suoi poteri, governando da dietro le tende.”
Indra e gli altri dei la implorano per un secolo divino (ventimila anni del tempo umano) perché intervenga ad aiutarli contro i demoni che hanno conquistato il regno. Tra le preghiere, gli dèi contemplano la propria arroganza, la propria dimenticanza. “Perché pensammo di saper comandare?” si chiedono mestamente.
“All’improvviso Durga emette un ruggito che squassa i cieli; dal suo corpo emerge un’armata di belle forme luminose: sono dee, ciascuna delle quali contiene la piena Shakti degli stessi dèi.”
“Dal punto di vista dell’ambiente, la dea Durga è il potere della natura che sovrasta l’alterigia umana (Ndr. Artemide/Diana!).
Da un altro punto di vista, è una storia che ci dice come siamo sostenuti e protetti quando ammettiamo di essere impotenti di fronte alle forze dell’oscurità e prendiamo rifugio in un’energia più elevata. È un esempio di quanto sia pericoloso sottostimare il femminile, e, naturalmente, è una storia di salvezza: una promessa di protezione.”
“La spada di Durga (N.d.r. così come la spada dei personaggi maschili dei miti) è la spada della sapienza, brandita da una guerriera che non fa prigionieri. È la spada che separa, taglia, che libera il mio ego teso allo sforzo, orientato alla performance, in modo che un’energia più profonda possa emergere e trasformare la mia vita secondo il suo imperativo evolutivo.”
“Durga è spesso descritta come regina cosmica. La vera regalità agisce come una sorta di canale tra la terra e il cielo.
Una donna Durga evoluta ha una visione grande, spesso radicale ed ha l’energia e l’abilità strategica per metterla in atto.”
Concludo dicendo che, come tutte le energie raffigurate nelle varie divinità, ogni figura, ogni archetipo ha in sé lati di luce e lati di ombra e che la manifestazione dei lati ombra delle divinità guerriere (siano esse maschili o femminili) è naturalmente sempre distruttiva.
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