COSA DOVREBBERO INSEGNARCI A SCUOLA
COSA CI AVREBBERO DOVUTO DIRE
Personalmente, più cresco, più passano gli anni e più sono allibita da quanto l’istituzione per eccellenza deputata (dopo la famiglia) all’educazione, la scuola, sia stata distante anni luce da quello che poi mi ha presentato la vita.
Scuola deriva dal greco skholé che inizialmente indicava l’ozio: significava l’occupare piacevolmente il tempo libero. Per poi passare ad indicare nel tempo la discussione, la lezione e il luogo in cui ciò si svolgeva.
Scopriamo dunque di nuovo, come spesso è avvenuto, un tradimento del concetto originario di ozio (che parafraserei come “imparare piacevolmente”, “creare con agio”, “muoversi secondo la propria natura”) per arrivare alla bruttura del mondo di oggi, in cui la gran parte della popolazione umana passa la vita a fare qualcosa che detesta, dimentica delle proprie radici e dei propri diritti.
Tanta fatica e poi non ci hanno trasmesso le cose più importanti?
Tanto lavoro, sforzo, resistenza, vita vissuta e dolore seguendo quei dettami e poi scopriamo solo dopo anni e decenni che abbiamo fatto tutto senza mai aprire gli occhi a ciò che dovrebbe avere la priorità, a dove stesse l’essenza?
“Siamo lupi battezzati cani”
L’AMORE, L’EMPATIA, IL DARSI E IL DIFENDERSI, LE FREQUENZE
A scuola dovrebbero insegnarci in primis cosa significhi fare dono di sé alle altre persone.
L’interazione con gli altri è il motore stesso della nostra esistenza. Non pensate sia fondamentale imparare da subito come interagire con gli altri?
E qui dentro ci sta tutto.
Cosa significhi mettersi nei panni degli altri. L’empatia.
Il fatto che l’arricchimento per eccellenza avviene quando si aiuta qualcun altro o ci si scambia valore emotivo.
Cosa significhi amare realmente e la differenza tra bisogno e amore – così che tutti avrebbero avuto la possibilità di sapere a quali punti eccelsi di sentimento può potenzialmente arrivare un essere umano.
I pericoli: come guardarsi da chi risucchia energie senza interagire realmente, da chi potrebbe tirarci giù e nuocerci.
Studiare in quanti e quali modi può farlo… e come invece farsi coinvolgere quando si trovano persone che vibrano alla propria frequenza.
La frequenza, sì, quella anziché farci dimenticare i grandi poteri che abbiamo da bambini, dovrebbero proprio insegnarci a percepirla, ad elevarla, ad averne cura e a restare in costante contatto con le nostre onde energetiche.
Dovremmo monitorare quelle prima ancora che il nostro piano fisico, la salute, che ne è una mera conseguenza (come ben ci insegnano le scuole di medicina più antiche della nostra).
LA FELICITA’ E LA SALUTE
A scuola avrebbero dovuto insegnarci bene cosa comporti essere felici e come realizzare questo come obiettivo primario di una vita.
Se a ciascun essere umano fosse stato permesso di fare il mestiere per cui era/è portato, vivremmo in una civiltà davvero armoniosa e avanzata.
E la varietà umana è sufficiente per riuscire a realizzarlo.
Avrebbero dovuto insegnarcelo a scuola che la salute è una diretta conseguenza dell’essere realizzati e felici – non per ciò che si possiede, ma per il fatto di riuscire a diventare se stessi, in una società che idealmente ci abbraccia e ci ringrazia per come siamo, e ne beneficia. Beneficia della varietà come arricchimento (com’è in natura).
Anziché spingerci all’omologazione e farci credere che “da grande non potrai fare sempre quello che vorrai”, avrebbero dovuto fare proprio il contrario.
Perché poi ci metti mezza vita, se sei fortunat*, ma comunque decenni, a resettare tutte le stupidate che ti hanno messo in testa per liberare chi sei veramente e renderti conto che lo scopo era quello.
Conosci te stesso.
Il bene supremo per te e per gli altri. Perché le due cose non possono essere in contrasto.
Chi irradia luce contagia gli altri e ne è contagiato di riflesso. Sarebbe un continuo dare e avere, perché per fortuna la verità è che siamo tutti diversi.
LA PROPRIA TESTA E IL PROPRIO POTERE
A scuola avrebbero dovuto spiegarci che tutto è relativo se ci si ascolta e se si ragiona con la propria testa.
Che non è affatto necessario ammalarsi da anziani, né morire per forza a quell’età o giù di lì.
La scuola, al contrario, avrebbe dovuto esercitarci finemente ad ascoltarci, ad allinearci e a sentire la nostra essenza, a controllare così la nostra vita con la consapevolezza che non vi sono regole fisse e che ciascuna tendenza è unica e speciale.
E’ proprio a scuola, dove spesso viene fatto il contrario, che avrebbero dovuto allenarci con disciplina a ragionare con la nostra mente sempre, ad ogni idea che ci viene proposta come certezza da qualsivoglia “autorità”.
A valutare se ci serve, se va bene per noi o se sia realmente attendibile, prima di prenderla per buona, come invece facciamo sempre.
Oggi poi non è neanche più necessario che i diktat vengano da “autorità”. Crediamo per default a qualunque post di un social come fosse uno dei massimi sistemi, ce ne preoccupiamo, rimodelliamo le nostre credenze, per il solo fatto che qualcuno l’abbia scritto.
A scuola, per lo stesso motivo e con lo stesso metodo, avrebbero dovuto insegnarci a gestire e ad annullare, sopra ogni cosa, per il bene del mondo, la paura.
A trasformarci da succubi a sovrani.
Invece, si fa proprio il contrario e oggi perfino i genitori sono diventati ossessionati da qualunque cosa. Al punto che in certi asili mettono l’erba finta “perché i bambini non si sporchino”.
Image by Kellepics
LA NATURA E L’ASCOLTO
A scuola dovrebbero, per legge, tra le prima cose, insegnarci l’importanza suprema del contatto e collegamento con la natura – fisico, sensoriale, emotivo e spirituale.
Insegnarci il rispetto per qualunque altro essere vivente quale nostro maestro (è arrivato prima di noi nella scala evolutiva), nostro coinquilino e nostro simile, con cui condividiamo gli stessi elementi e gran parte del DNA (99% con gli scimpanzé, 25% con un albero!).
Dovrebbero insegnarci l’importanza del silenzio e come silenzio e vuoto possano nutrire e siano necessari.
E l’importanza dell’ascolto, di se stessi, continuamente, e degli altri. Con profondità. Con empatia (video qui).
Avrebbero dovuto rendere obbligatorie lezioni di meditazione e di arti marziali per imparare a combattere il nostro peggior nemico nella realizzazione dei nostri sogni: noi stessi.
“Voglio vivere al mio ritmo
senza nessun obiettivo
se non la guida della mia anima.”
Con la speranza di una scuola del genere in una nostra civilizzazione del futuro.
Ora ti lascio questa poesia, che ho trovato grazie a una blogger naturopata e degna donna-del-bosco-femmina che ammiro molto e che gestisce una community femminile in Facebook da consigliare a tutti. Lei è Rossella Grenci e la sua pagina è Dea E Donna – Divino Femminino.
Non sappiamo chi sia l’autore che si fa chiamare Neptuno, ma la poesia è al femminile. In origine è spagnola, fa seguito il testo originario sotto.
Buone riflessioni – condividile con me nei commenti!
A scuola non mi hanno parlato
Della Luna e delle sue fasi,
Della terra e dei suoi cicli.
Non mi hanno parlato della morte
come nascita,
Non mi hanno parlato della sessualità
come Sacra.
Non mi hanno parlato del corpo
come tempio emotivo.Mi hanno parlato di adattarmi,
di adattarsi.
Mi hanno detto di sedermi.
sempre nello stesso banco
e vedere ripetutamente un solo
angolo delle cose.Mi hanno giudicato con i numeri,
mi hanno fatto sentire a volte di più
ma quasi sempre meno di un altro.A volte meritava,
altre volte no.Mi hanno detto che era distratta
ribelle irrispettosa
Mi hanno detto di stare zitta
che studi fino a quello che non mi piace
e che tiri fuori un foglio
come minaccia.Mi hanno voluto far paura.
Mi hanno voluto sottomessa
Mi hanno voluto sistemica
Mi hanno voluto senza discutere
Mi hanno voluto obbediente
Mi volevano in ordine.Ma mai nessuno ha voluto
Che mi scoprissi.Nessuno mi ha aspettato
Nessuno mi ha chiesto
Nessuno si è fermato a guardarmi.Quando ci sarà una scuola
che ci guardi
uno a uno
con attenzione?Quando smetteremo
di voler essere
tutti uguali?Fin qui arriviamo
con questo metodo.Siamo lupi battezzati cani.
Voglio ululare alla luna
senza che mi dicano pazza,
Voglio vivere al mio ritmo
senza nessun obiettivo.Voglio sentire senza paura.
Ti regalo la mia struttura,
ti regalo la mia produttività.Me, lasciami,
creativa,
e anche se non ti piace,
e anche se ti infastidisce,
lasciami pure
selvaggia.
– Neptuno
En el escuela no me hablaron
de la luna y sus fases,
de la tierra y sus ciclos,
no me hablaron de la muerte
como nacimiento,
no me hablaron de la sexualidad
como sagrada,
no me hablaron del cuerpo
como templo emocional.
Me hablaron de adaptarme,
de encajar,
me hablaron de sentarme
siempre en el mismo banco
y ver repetidamente un solo
ángulo de las cosas.
Me calificaron con números,
me hicieron sentir a veces más
pero casi siempre menos que otro.
A veces merecía,
otras veces no.
Me dijeron que era distraída
rebelde irrespetuosa
me dijeron que me calle
que estudie hasta lo que no me guste
y que saque una hoja
como amenaza.
Me quisieron dar miedo
me quisieron sumisa
me quisieron sistémica
me quisieron sin chistar
me quisieron obediente
me quisieron prolija.
Pero nunca nadie quiso
que me descubriera.
Nadie me esperó
nadie me preguntó
nadie se detuvo a mirarme.
¿Cuando va a existir una escuela
que nos mire
a cada uno
detenida
mente?
¿Cuando vamos a dejar
de querer ser
todos iguales?
Hasta acá llegamos
con este método.
Somos lobos bautizados perros.
Quiero aullar a la luna
sin que me digan loca,
quiero vivir a mi ritmo
sin programarme metas.
Quiero sentir sin miedo.
Te regalo mi estructura,
te regalo mi productividad.
A mi dejame
libre,
creativa,
y aunque no te guste,
y aunque te incomode,
dejame también
salvaje.
-Neptuno
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Sonia, ma credi davvero che una scuola (e lo stato che la supporta) voglia davvero creare persone felici, libere e consapevoli?
Cara Paola, so che il problema è proprio questo.
Resto però ottimista: la via per la distruzione non paga, nessuno e soprattutto non sul lungo termine.
E in più la gente si sta svegliando.
Grazie dell’intervento!
Sarebbe bello che a scuola insegnassero tutto ciò. Dubito che lo faranno mai. Anzi, ne sono certa.
Ho scritto due volte perchè pensavo che il mio primo commento non fosse arrivato. Scusa
Ciao Paola, nessun problema.
Aggiungo a quanto scritto ieri che le comuni/comunità in cui vivere più in armonia con la nostra vera natura continuano a moltiplicarsi come funghi: ritengo sia un ottimo segno! Alla prossima e grazie degli interventi! 🙂