A SCUOLA DI SEDUZIONE DA UN GATTO
SEDUZIONE E FEMMINILITA’ DEL GATTO
COME UN GATTO PUO’ MIGLIORARE IL TUO SEX APPEAL
Osservare un gatto, o ancora meglio una gatta, può servire tantissimo nell’imparare i fondamenti dell’arte della seduzione. Poiché in altre culture esistono scuole di anni per affinare tale arte, non potrà certamente bastare questo articolo per elencarli, ma se fossi in te non sottovaluterei il potere dei gatti… La femminilità del gatto e il suo potere seduttivo sono proverbiali.
Prima di tutto, rendiamoci conto che i gatti convivono con l’uomo da più del cane, ossia da circa tredicimila anni. Che ancora lo fanno e che nell’arco dei millenni sono riusciti – almeno nella nostra cultura – a soggiogare quasi del tutto l’essere umano. A conquistare menti sopraffine, a sedurre artisti e poeti, a vivere come pascià sulle nostre spalle, facendoci pure sentire coccolati, quando almeno il novanta percento delle attenzioni e delle effusioni vanno da noi a loro e non il contrario! Come hanno fatto?
Osservalo: se hai un gatto in casa (ripeto, le gatte femmine, e non a caso, sono ancora più sfacciatamente seduttive), inizia a studiarlo adesso e a selezionare i tanti atteggiamenti con i quali tenta (e ci riesce) di sedurti. Poi, pensa a come adattarli al tuo caso e a come e quando potreste provare a utilizzarli. Così, anche in piccoli dettagli, per divertirti a sperimentarli sul campo attraverso di te e a vedere le reazioni di lui.
Per cominciare, il gatto stringe gli occhi, li allunga, cosa che lo rende al nostro senso della vista automaticamente più seducente, più persuasivo.
Sbatte le palpebre più frequentemente.
Poi, inizia a fissarti con sguardo innamorato, come se fossi l’unica al mondo.
Non ha ritegno, non ha ombre negli occhi quando fa così, non ha nessuna paura, nessun imbarazzo, nessuno schermo e ciò nonostante riesce ad avere la situazione in pugno.
Mi ricorda l’equilibrio che insegnano le arti marziali. Io personalmente credo sia una sorta di ipnosi – d’altronde, cos’è l’ipnosi se non una seduzione della mente, un modo per far sì che tu ti appoggi a un altro essere che ti guidi con i suoi mezzi? Con quello sguardo, se osservi bene, sembra che voglia uncinarti, entrarti dentro, lasciare un segno o comunque agganciarti.
Non è solo un’impressione: per tante persone è bastato questo per cadere preda di “schiavitù da gatto”. Non hai mai sentito dire di un gatto: “Mi ha rubato l’anima”? A me è successo, lo giuro: l’impressione era quella che lei stesse afferrando qualcosa di fondamentale di me e che non l’avrebbe più lasciato andare. Così facendo si è legata a me in modo indissolubile! La missione le è riuscita perfettamente e con il minimo sforzo.
La stessa Cleopatra aveva personalizzato il suo trucco imitando la forma degli occhi dei gatti per diventare più seduttiva, e parliamo di una delle icone della seduzione femminile di tutta la storia a noi nota.
Cos’altro fa per sedurti il tuo gatto? Si muove sinuosamente, è sempre composto, non perde mai l’equilibrio.
E’ elegante, sensuale, rotondo in qualunque movenza, in ogni sua curva e in ogni suo movimento sembra tracciare delle linee morbide o dei semicerchi. E poi, sì, è morbido, sia per gli occhi che per il tatto, aspetto molto piacevole.
Emette dei piccoli suoni contenuti, un borbottio che rilassa, finché non inizia direttamente con le fusa, e allora entra in risonanza con noi completamente: è stato dimostrato scientificamente che quelle vibrazioni calmano, hanno influenze benefiche sull’organismo umano e sono usate anche a scopo terapeutico nella pet-therapy.
Ci sono tanti modi in cui le donne sanno fare le fusa. Ricorda chi sei e cosa vorresti manifestare, rammenta quello stesso atteggiamento da tempi immemori. Tira fuori la tua essenza, esprimi ciò che sei nel tuo intimo: la morbidezza, la rotondità, l’effetto calmante… ed è già seduzione! Le nostre fusa possono tradursi in altrettanti suoni sommessi (però umani, non felini 🙂 ), in sfregamenti sul suo maglione o sul suo divano, oppure anche solo dentro la nostra sciarpa o contro il nostro foulard. Purché lui ti stia guardando e purché sia chiaro che quelle movenze “coccolose” sono dirette a lui e sono state innescate da lui.
E poi? Poi il gatto si sfrega contro di te. Sì, da decenni gli scienziati dicono che sia un modo per segnarci come loro territorio, per rispalmare il loro odore su di noi, ma io resto convinta che sappiano bene quello che fanno e che con quel gesto stanno ottenendo un duplice risultato: quello appena descritto, sì, possibile, ma anche il contatto, una comunicazione, una “presa” amichevole su di te.
Prova a fare lo stesso con il tuo uomo o con l’uomo che ti interessa. A seconda del grado di familiarità con questa persona, potresti esercitare lo “sfregamento” come effusione oppure come contatto incidentale – per esempio allungandoti a prendere un oggetto vicino a lui (questa tecnica ricorre in molti manuali di seduzione femminile…).
Infine, non scordiamo cosa fa il gatto quando invece siamo noi che sentiamo il bisogno di lui/lei. Crudele e diabolico: hai voglia del suo calore, del suo morbido abbraccio, delle sue fusa mentre ti rilassi guardando un film ma… se sei voi tu avere bisogno di lui e a voler decidere quando attirarlo a te, lui ti snobba. Si allontana, se lo porti in braccio dove vorresti se ne va, non obbedisce ad alcuna legge.
Ecco, non è un segreto… il trucco della “mancanza” è vecchio come l’essere umano e, volenti o nolenti, ha sempre una grossa portata seduttiva. Perché purtroppo è proprio nella nostra natura: apprezziamo quello che abbiamo quando ci si sottrae, e se anche già lo apprezzavamo prima, in questo modo arriviamo a dargli sempre più valore – da un grado in più fino all’idealizzazione.
Chi ha un gatto lo sa: quando lui/lei fa così arriverà il momento in cui ti rassegni e inizi a guardare il tuo film senza il tuo felino preferito e… magia, da lì a dieci minuti ecco che è il gatto a decidere di raggiungerti. Così si potrà godere le stesse coccole ma sarà riuscito a dimostrarti che la decisione è stata sua, che lui/lei non ti appartiene e che rimane un essere libero.
A questo punto, credo che sia inutile che io ti consigli altro, no?
Per completare la ricetta, traslare questa modalità-gatta direttamente nella tua vita quotidiana in riferimento agli appuntamenti con lui, ai gesti quotidiani, alle telefonate, ai messaggi, a qualunque forma di interazione ti interessi sfruttare per questo esperimento e… goditi i risultati! Sempre ricordando che l’amore è un gioco in cui non vi sono vinti ma solo vincitori che devono stare bene e, giocando, mirare a conoscere meglio se stessi e l’altro.