Sonia Serravalli scrittrice maschile sacro

PERCHE’ SCRIVO SUL MASCHILE

COME SI PERMETTE UNA DONNA DI SCRIVERE SAGGI SUL MASCHILE?

Beh, ho amato tanti uomini, sapete. Profondamente.

Mi sono sempre lasciata attraversare completamente da ogni esperienza.

Ho conosciuto Maschili completamente diversi tra loro. E, allo stesso tempo, ho anche avuto l’onore di veder emergere qualche comune denominatore qua e là, a volte dell’essenza, a volte culturale.

Dico spesso che ormai dovrebbero darmi la laurea ad honorem in Psicologia 😀

Qui sotto spiego perché, oltre a questo (tanta esperienza diretta) scrivo sul Maschile.

Si tratta di un brano tratto dal mio saggio “IL MASCHILE SACRO 2 – IL PASSO SUCCESSIVO” – un libro che contiene anche tante citazioni ad altre fonti che trattano lo stesso tema. Buona lettura.

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“Vorrei qui rispondere agli uomini che non comprendono bene perché io abbia intrapreso un percorso di studio e pratica sul Maschile.

A chi, forse giustamente, rimane scettico di fronte al fatto che un libro dal titolo “Il Maschile sacro” (e ora due) l’abbia scritto una donna. Che una donna gestisca l’omonimo gruppo, per uomini, su Facebook. E a chi non capisce e non capirà come potrò io stessa, magari assieme a un collega uomo, guidare seminari e laboratori esperienziali.

Vorrei parlare a chi è convinto che una donna non potrà mai capire ciò che si muove in un uomo nelle varie fasi della sua vita e delle sue relazioni.

In particolare, il commento mossomi da un collega, sulla presunta “impossibilità” mia di entrare nelle percezioni maschili per “ovvi motivi”, mi ha aperto un mondo di riflessioni. E anche di dolore, sapete, ma un dolore sano, di quelli che ti fanno muovere.

Il dolore che danno i muri e la rassegnazione vissuti fino ai tempi nostri.

Sonia Serravalli maschile sacro
Image by Garik Barseghyan

Le mie risposte sono le seguenti.

Finché resteremo convinti che Maschile e Femminile siano due mondi nettamente separati e che non si comprenderanno mai (non in termini di logica, ma in termini di “vedersi”, da dentro, di “sentire”) io credo che non ci sarà speranza di evoluzione alcuna.

Ritengo fondamentale, soprattutto da parte degli operatori olistici, oltre che di tutti gli altri professionisti del settore psicologico, energetico e anche spirituale (le tre cose vanno insieme), comprendere che una cosa si riversa in realtà nell’altra, di continuo, in un continuo ruotare del tao. E sottolineo anche la mia sorpresa laddove operatori del settore si ostinino a mantenere quella netta separazione di intenti e di comprensioni. Di possibilità, soprattutto. Per non dire che la ritengo grave. (E con questo non intendo affatto avvallare le teorie di chi rinnega l’esistenza dei generi e lavora per il loro appiattimento, anzi: lavoro per il contrario).

  • Numero uno: essendo tutti esseri umani, proviamo tutti sentimenti, sensazioni e paure simili se non uguali nell’arco di una vita, semplicemente attivati da situazioni e contesti del tutto diversi tra uomini e donne. Ma sempre esseri umani siamo e condividiamo comuni denominatori che sono la base di un vero scambio intimo (in rari casi totale, se lo si vuole e se si trova il coraggio di farlo). Tra questi ne elenco solo alcuni, che abbiamo in comune, anche se molti non lo sanno o non ne parlano: ansia da prestazione, paura di essere giudicati, paura del rifiuto, paura di non essere abbastanza, paura di non piacere e non essere accolti come si è, paura delle proprie pulsioni distruttive (se non gestite e conosciute), eccetera, eccetera.
  • Numero due: dentro di noi abbiamo tutti un’energia femminile e un’energia maschile. È facendo leva sulla nostra energia complementare (complementare rispetto al genere sessuale in cui siamo nati e ci identifichiamo) che possiamo creare un ponte con l’altro/a. Lo possiamo fare tutti, ma ancora meglio lo può fare una donna dotata di un principio maschile forte o, verso il Femminile, un uomo dotato di un principio femminile forte.
  • Numero tre: qualunque donna è dotata biologicamente della cosiddetta “empatia”, o il suo neonato, prima di poter comunicare in modo logico, rischierebbe la vita. Questa bestiolina viva, l’empatia, insieme ai neuroni specchio, fa sì che noi possiamo metterci nei panni dell’altro eccome e vivere anche indirettamente le sue sensazioni, i suoi drammi, i suoi conflitti e le sue crescite, le sue vittorie.
  • Numero quattro: per chi, come molti di noi, credono nella reincarnazione e in più vite, siamo stati tutti sia uomo sia donna in passato, e la nostra anima porta con sé la cognizione profonda di ciò che ha significato.
  • Numero cinque: una donna che abbia letto, studiato, sottolineato e spesso anche citato e trascritto libri di Robert Bly, Richard Rohr e Claudio Risè conosce probabilmente un uomo molto meglio di quanto un uomo che non li abbia letti (e non abbia mai intrapreso un percorso di consapevolezza) conosca se stesso.
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Image by Nghĩa Trịnh

Personalmente, sono almeno quindici anni che ho acquisito la consapevolezza di essere al mondo per fare da ponte. È una missione, è qualcosa che è più forte di me.

Prima iniziai a rendermi ponte tra la cultura islamica e l’Occidente, con almeno tre libri scritti sul tema quando vivevo in Egitto (ancora in rete) – e lì misi allora tutto il mio impegno e tutta la mia passione.

Successivamente, capii che il discorso doveva andare più a monte. Che dovevo dismettere i panni limitati della pasionaria e rivoluzionaria e che era ed è la polarità maschile-femminile che avrebbe richiesto tutta la mia attenzione, tutta la mia dedizione e tutto il mio lavoro successivo: perché era ed è lì la fonte di tutto, finché siamo vivi.

La fonte della conoscenza di me stessa, degli altri e del mondo. La fonte dell’Amore stesso, per manifestarlo al meglio, con il massimo grado di consapevolezza, passione e dedizione che avrei potuto e che potrò raggiungere per gli anni che mi sono concessi. E lì l’urgenza e la possibilità di insegnare qualcosa – magari agli uomini e alle donne più giovani.

E poi sì, sono affascinata dagli uomini e dal mondo maschile. Con il massimo dell’amore che posso. Così come tanti uomini sono affascinati dal mistero femminile. Mai una volta in vita mia ho creduto a chi sostiene che gli uomini siano “semplici” e addirittura “tutti uguali”. Il mistero maschile è profondo, perturbante e degno di venire riconosciuto, risanato e vissuto appieno tanto quanto il mistero femminile.

icone maschili
Image by Kalhh

Spero di avere chiarito un po’ le idee a tutti e che il dolore che ho sentito di fronte a chi vuole mantenere il “mistero” e a chi addirittura mi chiede di “cambiare il titolo del Suo gruppo perché una donna non dovrebbe permettersi” si sciolga nel lavoro comune: è solo facendoci tutti ponte verso qualcuno, con passione e dedizione, che potremo rompere gli schemi di un passato che ci ha tenuti in scacco fino ad oggi. E non importa se non raggiungeremo la comprensione totale, l’importante è la direzione.

Laddove non posso arrivare io, consiglio cerchi di uomini, seminari e altre iniziative di uomini e bibliografie sul tema.

Parallelamente, lavoro sul sacro Femminile. In particolare con il mio blog (www.ilboscofemmina.com). Non ho nessuna ambizione di ottenere meriti o lodi o posizioni esclusive. Voglio solo crescere e capire e aiutare chi posso a farlo, aspettandomi lo stesso verso di me, di noi. Grazie.”

Dal libro “IL MASCHILE SACRO 2 – IL PASSO SUCCESSIVO”

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Il Bosco Femmina, Sonia Serravalli 
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