alberi autoctoni

ALBERI: NATIVI O IMPORTATI – TUTTI I PRO E CONTRO

ALBERI AUTOCTONI E ALLOCTONI: COSA, COME E PERCHE’

Come ben sappiamo, in natura nulla è per caso, e basta spostare un ago di pino che vai a spostare un intero sistema…

Ebbene, mi sono informata sulla questione alberi autoctoni o alloctoni, come, quando e perché, e questo è il risultato delle mie ricerche…

(Sotto, una bella lista dei nostri alberi nativi).

alberi nostrani
Foto: Sonia Serravalli

Ci sono diversi svantaggi e potenziali problemi legati alla proliferazione di specie di alberi non autoctoni.

Sebbene l’introduzione di specie non native possa avere alcuni benefici, come il miglioramento del paesaggio urbano o l’introduzione di varietà con caratteristiche desiderabili, ci sono anche rischi significativi che possono avere effetti negativi sull’ecosistema locale, l’agricoltura, e la biodiversità. Ecco alcuni degli svantaggi principali:

  1. Competizione con le specie autoctone
  • Sostituzione delle specie locali: Le specie non autoctone possono competere con le specie native per risorse come luce, acqua, e nutrienti. Questo può portare alla riduzione o alla scomparsa delle specie autoctone, alterando gli equilibri degli ecosistemi locali.
  1. Alterazione dell’ecosistema
  • Modifiche al suolo e all’idrologia: Alcune specie non autoctone possono alterare la composizione del suolo o la disponibilità di acqua. Ad esempio, alcune piante introducono sostanze chimiche nel suolo che inibiscono la crescita di altre piante.
  • Impatto sulla fauna locale: Gli animali locali possono non riconoscere le specie non autoctone come fonte di cibo o habitat, il che può ridurre le risorse disponibili per la fauna nativa.(Leggi anche: Bagni d’amore nel bosco)
  1. Propagazione di parassiti e malattie
  • Parassiti e malattie: Le specie non autoctone possono introdurre nuovi parassiti e malattie che le piante native non sono in grado di affrontare. Questo può avere effetti devastanti sugli ecosistemi locali e sull’agricoltura.
  1. Rischio di specie invasive
  • Specie invasive: Alcune specie non autoctone possono diventare invasive, diffondendosi rapidamente e fuori controllo. Ferme restando la bellezza e la sacralità di ogni essere vivente. specie come l’ailanto (Ailanthus altissima) sono esempi di piante introdotte in Italia che si sono rivelate invasive, causando problemi ambientali e strutturali.
    È stato l’uomo a spezzare l’equilibrio.
  1. Impatto sulla biodiversità
  • Riduzione della biodiversità: L’introduzione e la proliferazione di specie non autoctone possono ridurre la biodiversità locale. Questo porta a ecosistemi meno resilienti e più vulnerabili, ai cambiamenti climatici e ad altri stress ambientali.
  1. Problemi economici e di gestione
  • Costi di controllo e gestione: Le specie invasive spesso richiedono significativi sforzi di gestione per essere controllate o eradicate. Questo può comportare costi elevati per enti locali, agricoltori e altri gestori del territorio.
  1. Perdita di identità del paesaggio locale
  • Impatto culturale: La diffusione di specie non autoctone può alterare il paesaggio tipico e l’identità culturale delle regioni, riducendo il valore estetico e storico delle aree naturali e rurali italiane.
  1. Impatto sui servizi ecosistemici
  • Servizi ecosistemici compromessi: Le specie autoctone spesso svolgono ruoli ecologici specifici che le specie non autoctone non possono sostituire, come il sostegno a specifiche catene alimentari o il mantenimento dell’equilibrio idrogeologico.

Ma quanto siamo ciechi e quante se ne imparano?

È dunque importante gestire con attenzione l’introduzione di specie non native, preferendo soluzioni che preservino la biodiversità e l’integrità degli ecosistemi locali.

(Leggi anche: “La musica degli alberi”)

conifere italiane
Foto di Sonia Serravalli

… MA VISTA LA SITUAZIONE INTERSPECIE ATTUALE, CHE FARE?

In Italia, come in molti altri paesi, la presenza di specie non autoctone è ormai diffusa e radicata, e in molti casi tornare a un paesaggio composto esclusivamente da specie autoctone è impraticabile.

Tuttavia, ci sono strategie e azioni che possono essere messe in atto per gestire meglio la situazione e preservare la biodiversità nativa.

Ecco alcune delle principali misure che possono essere adottate:

  1. Gestione delle specie invasive
  • Controllo e contenimento: Per le specie non autoctone che sono diventate invasive, come l’ailanto o la robinia, si possono attuare programmi di controllo o contenimento per limitare la loro diffusione.
  • Valutazione del rischio: Non tutte le specie non autoctone sono dannose; alcune possono integrarsi senza causare problemi significativi. È importante valutare il rischio caso per caso.
  1. Ripristino ecologico
  • Ripiantumazione con specie autoctone: In aree degradate o dopo la rimozione di specie invasive, si possono piantare specie autoctone per favorire il ripristino dell’ecosistema originale.
  • Creazione di corridoi ecologici: Collegare habitat frammentati con corridoi ecologici piantati con specie native può aiutare a sostenere la fauna e la flora locali.
  1. Educazione e sensibilizzazione
  • Sensibilizzare il pubblico: Campagne educative possono aiutare le persone a comprendere l’importanza delle specie autoctone e i rischi associati alle specie invasive.
  • Promuovere il giardinaggio e l’agricoltura sostenibile: Incoraggiare l’uso di piante autoctone nei giardini privati, nelle aree urbane, e nei progetti di paesaggistica.
  1. Regolamentazione e monitoraggio
  • Regolamentazione delle importazioni: Rafforzare le leggi e i controlli sulle importazioni di piante e semi può ridurre il rischio di nuove introduzioni di specie invasive.
  1. Supporto alla ricerca scientifica
  • Ricerca sulle specie autoctone: Investire nella ricerca per comprendere meglio come ripristinare e gestire le specie autoctone e gli ecosistemi naturali.
  • Sviluppo di biocontrolli: Esplorare metodi di biocontrollo per gestire le specie invasive in modo ecologicamente sostenibile.
  1. Coinvolgimento delle comunità locali
  • Progetti partecipativi: Coinvolgere le comunità locali nella gestione delle aree naturali e nella piantumazione di specie autoctone può aumentare il successo delle iniziative di conservazione.
  • Incentivi per il mantenimento delle specie autoctone: Fornire incentivi a proprietari terrieri e agricoltori per mantenere e promuovere specie native nei loro terreni.
  1. Accettare e gestire la nuova realtà ecologica
  • Adattamento alle nuove condizioni: In alcuni casi, accettare la presenza di alcune specie non autoctone e gestirle in modo da minimizzare gli impatti negativi potrebbe essere l’opzione più realistica. 
ecosistema italiano
Foto di Sonia Serravalli

QUALI SONO I NOSTRI ALBERI AUTOCTONI?

Ecco una lista di alcuni degli alberi autoctoni più comuni e rappresentativi in Italia, suddivisi per categorie generali:

  1. Latifoglie Caducifoglie
  • Quercia (Quercus spp.)
    • Roverella (Quercus pubescens)
    • Leccio (Quercus ilex)
    • Farnia (Quercus robur)
    • Cerro (Quercus cerris)
  • Faggio (Fagus sylvatica)
  • Acero (Acer spp.)
    • Acero campestre (Acer campestre)
    • Acero montano (Acer pseudoplatanus)
  • Castagno (Castanea sativa)
  • Carpino (Carpinus spp.)
    • Carpino bianco (Carpinus betulus)
    • Carpino nero (Ostrya carpinifolia)
  • Tiglio (Tilia spp.)
    • Tiglio selvatico (Tilia cordata)
    • Tiglio nostrano (Tilia platyphyllos)
  • Frassino (Fraxinus spp.)
    • Frassino maggiore (Fraxinus excelsior)
    • Frassino meridionale (Fraxinus angustifolia)
  • Pioppo (Populus spp.)
    • Pioppo bianco (Populus alba)
    • Pioppo nero (Populus nigra)
  • Olmo (Ulmus spp.)
    • Olmo campestre (Ulmus minor)
    • Olmo montano (Ulmus glabra)
  1. Latifoglie Sempreverdi
  • Leccio (Quercus ilex)
  • Corbezzolo (Arbutus unedo)
  • Alloro (Laurus nobilis)
  • Sughera (Quercus suber)
  1. Conifere
  • Abete (Abies spp.)
    • Abete bianco (Abies alba)
  • Pino (Pinus spp.)
    • Pino silvestre (Pinus sylvestris)
    • Pino domestico (Pinus pinea)
    • Pino nero (Pinus nigra)
    • Pino loricato (Pinus heldreichii)
  • Larice (Larix decidua) – unica conifera caducifoglia.
  • Cipresso (Cupressus sempervirens)
  1. Alberi da Frutto Selvatici
  • Ciliegio selvatico (Prunus avium)
  • Sorbo degli uccellatori (Sorbus aucuparia)
  • Nespolo comune (Mespilus germanica)
  • Melo selvatico (Malus sylvestris)
  • Pero selvatico (Pyrus pyraster)
  1. Altri Alberi Autoctoni Noti
  • Platano (Platanus orientalis) – presente in alcune zone, anche se spesso ibridato.
  • Ontano (Alnus spp.)
    • Ontano nero (Alnus glutinosa)
    • Ontano bianco (Alnus incana)

Questi alberi rappresentano una parte della ricca biodiversità vegetale dell’Italia e sono importanti per il mantenimento degli ecosistemi locali, fornendo habitat per molte specie animali, contribuendo alla stabilità del suolo, e supportando i cicli naturali dell’acqua e dei nutrienti.

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