tempo artificiale e tempo naturale

TEMPO CONVENZIONALE E TEMPO PROFONDO

TEMPO UMANO E TEMPO UNIVERSALE

Tanti anni fa, vivendo in Messico, intuii qualcosa che negli anni e in altri luoghi mi sarebbe stato riconfermato più volte dagli eventi e che mi avrebbe cambiato la vita per sempre.

Ossia, che il tempo “convenzionale”, per molte persone anche l’unico esista, non è quello naturale e non è l’unico che possiamo percepire e che può scandire la nostra vita.

Esiste una “corsia temporale” molto più profonda in noi e in tutte le cose, collegata alla natura e al tempo degli elementi, degli astri, dei corpi e di tutti gli esseri naturali.

tempo naturale e tempo artificiale

Se viviamo solo secondo il tempo convenzionale (quello scandito da calendari e orologi umani, dai ritmi aziendali, agonistici, dal misurare e pesare tutto) viviamo una vita in qualche modo “falsata”, non in contatto con il “tempo naturale” e tutte le potenzialità che esso porta con sé. Il risultato non è “solo” lo stress, ma quanto ci perdiamo! Praticamente tutto! Ora te ne parlerò.

Se invece riusciamo ad aderire al tempo naturale nostro e delle cose, scopriamo le sincronicità, danziamo in armonia con ciò che ci serve e ciò che ci arriva, viviamo in un’abbondanza spontanea, le cose iniziano a capitarci sempre al momento giusto e scopriamo che la fretta era solo un vizio di forma, una mania mentale.

In pratica, esiste un “tempo profondo” ed esiste un “tempo forzato”, mentale, logico, che è quello deciso da te, dalla tua personalità, dalla società attuale, dal tuo (e di tutti) bisogno di tenere le cose in ordine e sotto controllo e dall’illusione di poter programmare tutto.

il tempo
Foto di Lukas Bieri

IL TEMPO CONVENZIONALE

È quello secondo cui vive la maggior parte delle persone (perlomeno oggi di sicuro). Il figlio maggiore della modernità. L’accettazione collettiva di una convenzione, di un “metro comune”. E’ un tempo “artificiale” e ci porta a vivere ciò che segue.

L’illusione di poter incastrare e programmare tutto, quando non si fa che vivere di corsa e non gustarsi poi realmente le cose quando arrivano.

L’incapacità di stare nel presente – perché devi stare dentro il calendario, l’orologio, la misura, il calcolo, la spinta in avanti.

L’impressione che il tempo non basti mai (assieme ai soldi, all’affetto e a tanto altro) – quindi, il vivere in una costante sensazione di scarsità – che si scambia per realtà, e quindi la si vive e la si rigenera.

L’aver dimenticato le notti buie perché la luce è sempre accesa, o lo svegliarsi in pieno giorno quando tutto il popolo naturale è già in volo, o in marcia, da ore, con il sorgere del sole…

La totale assenza di familiarità con intuito, sincronicità e telepatie. La perdita di sensibilità del proprio sentire.

(Vedi anche: “L’intuito femminile”)

La limitata prospettiva che applicare i nostri calcoli di probabilità su una persona possa permetterci di conquistarla, quando e come decideremo noi.

L’applicazione di un senso del tempo del tutto illusorio, laddove pretendiamo risultati in pochi giorni per cose che richiedono mesi e soddisfazioni in un mese per cose che richiedono anni – ma noi non ci fidiamo, non resistiamo, siamo impazienti e, soprattutto, vogliamo il controllo.

L’incapacità di stare fermi.

Il fare troppo.

Il credere che tutta la responsabiità del mondo sia nelle nostre mani. Il peso nel mondo grava su di noi e ci causa dolori alla cervicale e alle spalle.

Il forzare cene, eventi, incontri, lavori, impegni, l’annullare ogni possibilità di sorpresa, improvvisazione e meraviglia.

Il vivere ogni imprevisto come negativo e mai come funzionale al nostro bene, come parte di un disegno più grande di noi. Reagire agli imprevisti sempre con resistenze e paura anziché con calma, serenità, fiducia e fatalismo.

In pratica, il decidere tutto noi a livello logico, quindi senza contatto con il mondo degli altri e con la nostra stessa intuizione “di pancia”, senza minimamente fidarsi della vita – del tempo profondo, del tempo naturale delle cose.

lentezza e tempo naturale

IL TEMPO PROFONDO

In un video di tempo fa, l’avevo anche chiamato “il tempo dei momenti giusti”: un tempo universale sottostante che è scandito non da strumentazioni umane, ma dai “momenti giusti”.

È quello della natura, quello in cui un fiore ci mette quel tempo, non di più e non di meno, a sbocciare, una malattia o un lutto ci mette quel tempo, non di più e non di meno, a passare, le foglie ci mettono quel tempo, non di più e non di meno, a cadere – e lo stesso dicasi per una frana, per un’alba, per un incontro, per le fasi lunari, per un amore, per le sincronicità, per un’opera e tanto altro.

Se vivi secondo questo tempo,

entri in uno stato più profondo di sensibilità e di conoscenza di te. In effetti, non puoi avvertire questo tempo se prima non sei andata/o più a fondo nell’amore per te, nell’intuizione viscerale e nel fidarti di te e della Vita in sé.

Da questo modo di vivere il tempo, la fretta e lo stress vengono dimenticati, perché dapprima intuisci – e poi diventi familiare con il fatto – che per ogni cosa c’è il suo momento e che non è tutto nelle tue mani, che non sei sempre tu a decidere quando avverrà qualcosa scrivendolo sul calendario.  

Inizi ad avvertire che, sotto, c’è un tracciato già esistente.

Qui, impari poco alla volta a fare “cadere” le cose da sé, nel posto giusto al momento giusto (ac-cadere).

Se vivi secondo questa percezione – la più profonda e naturale – vivi una vita piena, abbondante, serena, gioiosa, in cui sia tu sia i tuoi cari e amici avete compreso che le cose non sono da forzare mai. Gli animali vivono lì.

Se qualcosa si frappone non viene vissuto come problema, ma senti che non era il momento – o che la vita ti sta preservando da qualcosa di peggio.

Allo stesso modo, inizia a capitarti (e poi sempre più spesso) che le cose si incastrano perfettamente da sole. Con una maestria e precisione di cui non saresti stata capace tu, con i tuoi piani razionali. Incontri, amori, occasioni, improvvisate, momenti di creatività, l’oggetto giusto al momento giusto, telepatie con i tuoi cari, sorprese, doni, e tanto altro.

Certamente, lo stato di salute aumenta notevolmente, insieme alla tua qualità di vita.

Inizi a entrare in un circolo virtuoso in cui ti arriva sempre quello che ti serve senza che tu “ti sbatta” più di tanto.

Si rafforza e si approfondisce la capacità di contemplazione e lo scambio con il mondo animale e vegetale, la capacità di godersi i momenti nella natura, il sentirsene parte.

(Su questo, vedi la mia intervista sul “Bosco femmina” qui)

Si comprende che – anche se stessimo immobili e in isolamento – la stasi non esiste e il tempo naturale continua a procedere con il suo ritmo verso la realizzazione di ogni cosa. Così, comprendiamo he il mondo non è sulle nostre spalle e ci rilassiamo.

Vengono cancellati, insieme allo stress: il senso di colpa, le regole troppo rigide, il bisogno di rendere conto agli altri di cosa e quanto facciamo e spesso l’essere prende il posto del fare.

Il tempo profondo è una legge universale e, in quanto tale, opera sempre nella nostra direzione, perché, essendo quello naturale, è collegato a ciascuno di noi come un cordone ombelicale – e va nella direzione della vita: del meglio per ciascun essere vivente.

Chi vive solo secondo il primo tipo di tempo, non conosce il privilegio del “tempo profondo”, non si è ricollegato con le proprie profondità ancestrali e con la saggezza della Natura, non può neanche immaginarselo e se gliene parli… ti darà della pazza o della “strega” 😊

 

E tu, hai sentito la differenza tra queste due modalità?

L’hai percepita o l’hai anche messa in pratica?

Quando vivi la prima e quando la seconda?

Racconta, nei commenti del blog su questa pagina, e grazie!


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