essere donna

IL RISVEGLIO DELLA FEMMINILITA’

Il risveglio della femminilità. In ogni donna c’è una dea.

Cosa vuol dire, oggi, essere Donna?
Nessuno meglio di una donna poteva spiegarcelo.

E’ una nostra collaboratrice che ha a che fare con la fotografia boudoir.

E queste, quindi, sono le sue parole:

“Essere Donna significa innanzitutto riconoscere la propria femminilità, prenderne coscienza ed accettarla, saperci convivere.

Ma significa anche apprezzarla, rispettarla ed amarla. E questo è tutt’altro che comune, perché non basta sapere di appartenere al sesso femminile per essere consapevoli della propria femminilità!
“Cerco un uomo che mi faccia sentire veramente Donna” – Avete mai sentito questa frase? Nella società odierna spesso le donne percepiscono la propria femminilità solo in funzione del loro rapporto col sesso opposto e con gli altri.

Simbolo del desiderio, fidanzate, mogli, madri, nonne: una donna è tale se è capace di sedurre un uomo, la donna è colei che può generare figli, che nutre, allatta, si prende cura della casa e della famiglia. Tanto più la donna è capace di assolvere a questi compiti, tanto più è riconosciuto nella società il suo ruolo di donna. Essere femminile diventa sinonimo di essere sensuale, attraente, essere madre, essere amorevole: tutti doveri e compiti ben precisi, rivolti solo ed esclusivamente a soddisfare le richieste e le necessità di altri, siano essi il proprio uomo, la propria famiglia, la società.

Quindi cosa succede ad una donna se anche solo uno di questi ruoli viene meno?

Succede che ci sono donne che non si sentono femminili per il semplice fatto di non essere ritenute attraenti dal proprio uomo o di non essere conformi ad un canone di bellezza e sensualità predefinito. Donne che si sminuiscono per l’impossibilità di generare figli o di allattare. Donne che si annullano fino a dimenticarsi di sé stesse per prendersi cura degli altri. E donne che si ricordano di essere femminili solo per piacere e soddisfare gli altri.

femminilità
Photo by Javier Reyes

Dea Donna: la femminilità che spaventa

Ma come siamo arrivati a tutto questo?

Eppure, Donna deriva dal latino domĭna “colei che esercita potere”, la Signora.

Anticamente, infatti, la donna era considerata sacra, una creatura divina, associata alla Madre Terra, per la sua connessione con i cicli della natura: le fasi lunari, l’alternanza delle stagioni e dei raccolti, il flusso delle maree.

Tutto trovava una precisa corrispondenza nel ciclo mestruale, nella gravidanza, nel parto, nell’allattamento. La donna era al contempo creatrice di vita e di morte, era cambiamento e divenire e la sua opulenza era raffigurata con forme floride e morbide: seni abbondanti, fianchi larghi, ventre gonfio.

Il femminile era temuto e adorato, considerato sacro, rispettato ed onorato ovunque.

La femminilità era un dono avvolto dal mistero, custodito e tramandato di generazione in generazione da iniziazioni durante le quali le giovani venivano preparate a godere dei piaceri che il proprio corpo poteva offrire. Veri e propri riti di passaggio che accompagnavano le donne nel loro cammino di crescita da bambine a ragazze, per diventare donne, dee venerate e infine anziane, degne di onore e rispetto.

Ma il segreto della femminilità disorienta, il corpo della donna, così legato al mistero della vita, fa paura, spaventa e l’unico modo possibile per vincerlo è soggiogarlo.

Nel tempo, quindi, in seguito a stravolgimenti strutturali ed organizzativi nella società, il concetto di Dio iniziò a cambiare e il predominio maschile, basato sulla forza fisica e sulla virilità, prese il sopravvento sul femminile, togliendo valore alle donne e soggiogandole ad una posizione di inferiorità e sudditanza rispetto all’uomo.

La Dea fu relegata al ruolo di madre, moglie, amante, sorella, o figlia di un dio maschile a cui doveva sottostare in un ruolo subalterno.

Fu così che il femminile iniziò a perdere di importanza, a diventare sempre meno divino, la donna si piegò ad una visione del mondo sempre più maschile, arrivando a mercificare e svilire fin anche il proprio corpo, una volta adorato.

risveglio della femminilità

Sentirsi Donna: il risveglio della femminilità

Sottile, longilinea, leggera: l’ideale di donna si svuota della propria opulenza per diventare etereo, sempre più evanescente, ma anche delicato e fragile e di conseguenza dipendente della protezione di un uomo e assoggettato al giudizio della società.

Donne fragili, eterne figlie bisognose di affetto, di un abbraccio, di una conferma.

Donne in conflitto con il loro stesso corpo, spaventate, a volte inorridite dalle proprie rotondità. Dimentiche della femminilità e della sensualità che sono innate in loro, faticano a riconoscersi donne e vivono la propria femminilità soffocata da mille tabù e limitazioni, in funzione del rapporto con l’altro sesso: solo se, come e quando è loro permesso.

Sono donne che hanno perso il possesso di sé, la loro forza, le loro certezze, donne che non si amano come dovrebbero e di conseguenza non danno modo di essere amate come meriterebbero.

Solo chi ama se stesso può amare gli altri

Risvegliare la propria femminilità significa riscoprire la propria energia femminile, il proprio potere, liberare la dea che è nascosta in ogni donna.

Significa riprendere contatto col proprio corpo, sentirlo proprio, imparare ad ascoltarlo, a rispettare i suoi tempi per riconoscersi donna in un corpo femminile, nella rotondità dei fianchi, nella morbidezza delle forme, nella curva del grembo:è lì che è racchiusa la sua sensualità.

Significa saper imparare a vedere la propria bellezza, liberandosi dai modelli stereotipati finalizzati al piacere altrui, nel rispetto della propria individualità e di ogni diversità, accettando i cambiamenti del proprio corpo. Apprezzarsi e prendersi cura di sé, emancipandosi dalla necessita di ricevere qualcosa dagli altri, ma sapendo di meritarlo.

Significa avere stima di sé e non sentirsi inferiore o giudicarsi in base al giudizio degli altri o a quello che la società si aspetta. Darsi valore, smettendo di mettere sempre gli altri prima di se stessa e piangendosi addosso e imparando a riprendersi il proprio tempo, le cure e le attenzioni che si meritano.

Significa riscattarsi da vergogne, inibizioni e tabù e riconnettersi al piacere del proprio corpo: lasciar fluire libera da ostruzioni la propria sensualità e imparare a vivere la propria sessualità senza dover essere dipendente da attenzioni maschili. Riscoprire il piacere di sentirsi, di percepire il proprio corpo e le sensazioni che esso trasmette.

Il coraggio di essere Donna

Amare se stessa, volersi bene, è il primo passo per riconoscersi Donna e riscoprire la propria femminilità e sensualità.

È un percorso lungo, di riscoperta e consapevolezza, in cui la fotografia boudoir diventa mezzo rivelatore del proprio potenziale. Un atto per se stesse, di puro amor proprio, in cui rinascere più forti, più sicure di sé, più indipendenti, senza bisogno di niente e nessuno.

Don’t save your good lingerie for dates, wear it for you.” Dita Von Teese

La fotografia boudoir è un regalo da concedersi prima o poi nella vita, perché non è giusto soffocare il proprio desiderio di sentirsi bella.”

 

Come la partecipazione a questo blog, per Donne vere… (e per gli Uomini in grado di camminare al loro fianco).

Tratto da FOTOGRAFIA BOUDOIR di G. Froio


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2 Commenti

  1. Sono Paola l articolo è bello soltanto che nella nostra società siamo distrutte io ho attraversato da me in silenzio perché mi conoscevo. Nulla e stato facile per me. Sono una disadattata ambientale che si e stancata di rimanere nel silenzio. Dalla mia esperienza siamo solo eventi invidiati da tutti abbandonati e senza soldi. Odio e cattiveria albergano in chi nome c’è noi. Siamo immondizie l articolo è bello. Paola

    1. Ciao Paola, la realtà è sempre e solo specchio del nostro sentire.
      Pensiero + sentire creano le cose che consideriamo vere. Le materializzano.
      Se riesci a dirigere il tuo pensiero verso una realtà costruttiva e amorevole, cambierà anche la tua percezione del tuo e del nostro percorso.
      Un abbraccio.

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