IL “VACCINO” DELLA GIOIA
ENTRA NELL’AUTOPRODUZIONE DI GIOIA
Qualche giorno fa ho scritto che stavo progettando un “vaccino” contro il male di vivere, o sarebbe meglio definirlo un vaccino PER la felicità (o, ancora meglio, per iniettare la gioia).
Questa idea folle mi è venuta in sogno. E muovendosi il sogno attraverso canali multimediali e multisensoriali, la mia prima traccia di questo “vaccino” non potrà essere altrettanto vasta, ma dovrà, per adesso, comprimersi in uno scritto. Ne sarà solo una traccia, per registrarlo.
La forza di quel sogno però era talmente prorompente che per poter tradurre nella realtà fisica della veglia quello che ho visto o sentito, dovrei sviluppare la seguente lista di punti in un libro, poi in un corso o in un intero movimento o in un’accademia.
Non è affatto facile fare spazio nella realtà alla colossale potenza di un sogno. Alla sua abbacinante bellezza, totalmente sensuale – perché la senti, non la vedi solo.
In questo sogno mi muovevo nell’arco di tutta la giornata GODENDO (ma godendo in maniera intensissima) di ogni singolo istante, di ogni singolo movimento del mio corpo nello spazio, godendo del fare il letto, del prepararmi un tè, della luce del sole dalle finestre. E il piacere che mi procurava l’idea di quello che avrei scritto, fatto o creato nutriva tutte le mie cellule in una maniera frastornante.
La gioia veniva respirata insieme all’aria. La molla di ogni movimento e azione e godimento era la passione, una passione sconfinata per ogni gesto quotidiano e per quello che avrei creato e condiviso durante la giornata.
Muoversi era come nuotare nel latte e nel miele. Il godimento, la gioia (che sono molto più della felicità) si producevano ad ogni pensiero, ad ogni proposito, e avevano a che fare con un profondo amore verso me stessa e verso la vita.
Tutto si sviluppava in un modo comodo e scorrevole, senza attrito o resistenze.
I materiali che mi circondavano erano lisci e morbidi, io mi prendevo cura di me e la vita si faceva carico di me completamente. Ero avvolta da un senso di sicurezza inebriante.
L’impressione era che ciò che avrei scritto e condiviso con gli altri (dal vivo e in rete, a parole e con il corpo, a pensieri e ad azioni) sfondava la guaina della realtà per inoltrarsi in un territorio eccelso di colori inenarrabili, di abbondanza spontanea e inaudita – e io vi accedevo ad ogni sensazione, e ad ogni brano, gesto, idea o iniziativa che usciva da me.
La mia creatività andava ad aprire mondi, non uno, ma tanti, uno più colorato e nutriente dell’altro – e avrebbero potuto farlo tutti. Quella era solo una chiave ed era per tutti.
Non potevano esistere, da quel momento, la morte, la penuria e soprattutto la paura. Venivano spazzati via come polvere da un vento caldo e multicolore, che nutriva lo spirito come un balsamo e come una carezza costante.
Premesso che non assumo alcun tipo di droghe, il mio stile di vita dell’ultimo paio di anni è andato assomigliando sempre di più a quello di questo sogno notturno. Il mio spirito è sempre stato incline a raggiungere questo tipo di dimensioni nel sonno, fin da ragazzina. Ma, ovviamente, una cosa così avviene di rado. E, come in questo caso, quando avviene mi lascia messaggi da tradurre nella realtà.
L’unico termine che mi era venuto in mente per consegnarvelo e per provare a farvici entrare è stato “antidoto” o “vaccino” – un vaccino contro il male di vivere e per la felicità – ma dovrei meglio dire per il godimento, per la gioia, una gioia profonda che arriva da territori inesauribili che vanno ben oltre la gioia che conosciamo comunemente, generata da questioni esterne.
Cosa mi creava quello stato di benessere costante e inscalfibile (inscalfibile perché si autorigenerava ad ogni istante!) nella mia visione?
Era l’attenermi a una lista di punti.
L’aver fatto della “crescita personale” l’obiettivo di ogni mio gesto, in totale comunione con me stessa.
L’aver reso ogni mio movimento, scelta, pensiero o azione, mezzo per una costante centratura, e una costante espansione. Espansione verso quei “mondi oltre la guaina”…
Ripeto, la mia realtà assomiglia sempre di più a quel sogno e quel sogno è arrivato quando la mia realtà della veglia lo ha suscitato. Non a caso durante la mia recente ricerca su Lakshmi prima (dea dell’abbondanza in ogni settore) e poi sull’archetipo della Regina. Ma nel sogno le cose sono sempre più complete e vaste, perché sono “espanse”, perché non hanno filtri, perché la mente dorme e la ragione con le sue paure e i suoi tabù tace.
Il fatto è che io, con questo “vaccino”, voglio portarvi là!
Ripeto, le parole non bastano per descrivere qualcosa che mi ha attraversata per tutti i sensi, fino a livello cellulare. Vi chiedo solo di farle bastare per oggi. Da qualche parte dobbiamo cominciare. Poi, sarà la mia stessa visione-sogno a guidarmi mostrandomi cosa tutto questo dovrebbe diventare.
Vi ringrazio per avermi seguita fin qui.
Ora vi espongo la lista dei punti che per me, dopo 30 anni di ricerca e lavoro nella “crescita personale” (si fa per riassumere), sono VITALI per essere felici. O di più: gioiosi!
Trattandosi di leggi per me basilari, sotterrate da strati di esperimenti e selezioni e sovrastrutture e illusioni, premetto che la lista si allungherà nel tempo.
- Passo a. Parto oggi giusto con quelli principali e ve ne condivido per ora tre: se volete davvero praticarli, sono intensi, sono tosti, sono coinvolgenti. Meglio andare un passo alla volta.
- Passo b. Poi mi arriveranno quelli che ho seminato in giro.
- Passo c. Poi, parlerà il mio sogno, la mia visione mi detterà che cosa devo aggiungere o fare a quel punto.
Premessa fondante:
Uscite dall’idea che “crescita personale” e “benessere” siano legati ad esercizi noiosi, a rigidità verso noi stessi, a discipline militari, al nostro giudice interno, al senso di colpa, a bacchettarci, al senso di impotenza, no, tutto questo nel sogno non trovava spazio.
Nel sogno crescita personale, ossia l’agire verso il sommo bene possibile in ogni gesto o respiro, era già in sé GODIMENTO, era gioia pura, era passione radicale, un gustare infinito, e tutto quello che si sente o si pensa viene amplificato automaticamente in mondi e visioni che non avremmo mai previsto prima di iniziare. E che non si rivelerebbero mai se lavorassimo di mente, a livello intellettuale.
In questo percorso sfrutteremo al massimo anche la tecnologia, tutta la tecnologia di cui ci siamo dotati fin qui. C’è, quindi usiamola, al di là dei moralismi. Quando il mondo cambierà ancora, penseremo agli strumenti di quel momento. Oggi è oggi.
Bene. Lo so che è difficile seguirmi. Ognuno ha la sua strada per arrivarci, certo è bello condividerle. Per chi vorrà, potrà provare la mia prima dose di vaccino. Ne seguiranno altre – oltre ad agganci esterni, video, articoli e link. Per cui iscriviti anche al mio canale YouTube!
In questo periodo ciò che vi descrivo è di particolare importanza, ovviamente molto più che in altre situazioni storiche.
Ogni punto, se applicato, è un generatore di gioia.
Vi auguro gioia infinita, di quella che non dipende da alcun evento umano… Buona dose! 😊
1) Il radicamento nei sensi
Nei momenti di “male di vivere” è fondamentale radicarsi nei sensi.
Il radicamento nei sensi ci permette di raccogliere tutta la nostra presenza nelle radici del nostro albero, mentre la chioma potrebbe essere esposta a una potentissima tempesta.
Come ci si radica nei sensi?
Bisogna entrare nel nostro corpo. Non solo essere corpo: entrarci, con tutto il nostro sentire, con tutta la nostra consapevolezza, come forse mai al mondo avevi immaginato di potere fare prima.
Costi quel che costi (piuttosto facciamo sacrifici su altro), dobbiamo trovare il modo di farci fare un massaggio.
Dobbiamo ascoltare la musica con consapevolezza, da fermi ed entrarci dentro.
Fare lo stesso con i sapori.
Nel punto in cui la mano ci tocca, o su un preciso giro di pianoforte, o nel sapore che si espande nella nostra bocca, mettiamoci tutto di noi: tutta la nostra persona o presenza sarà lì e solo lì.
Fare sport o fatica fisica non sarà mai più come prima: sarà essere dentro quel muscolo, quell’articolazione, quell’organo: guidare il movimento da dentro, sentire da dentro.
Lo stesso dobbiamo fare con l’olfatto: procurarci in casa l’essenza o il tipo di fiore che a ogni inspirazione ci passi felicità, serenità o altre sensazioni piacevoli.
Facciamoci un bagno caldo o godiamoci una doccia con massimo languore.
Lavoriamo con le mani. Cuciniamo. E stiamo nelle mani, nel naso, entriamo nel corpo al cento percento.
Vestiamoci di morbidezza. Scegliamo tessuti morbidi per i punti che tocchiamo in casa o su cui sediamo o ci sdraiamo… Balla. Canta. Ridi per niente e cogli ogni occasione per ridere – o creala.
Fare l’amore? Assolutamente, forse “dobbiamo” trovare il modo di fare anche questo, smetterla di posticipare, smetterla di aspettare “tempi migliori”. Il sesso è un’esperienza potente quando si lavora sui sensi. Ma prova a farlo in questo modo! Con questa consapevolezza, con questo intento, con questa visione.
Per il resto, lo spazio è lasciato alla tua creatività: l’importante è che tu utilizzi al massimo i sensi. L’udito, l’olfatto, il gusto, il tatto, la vista, il piacere musicale, il piacere sessuale, il piacere del sonno e del relax corporeo, eccetera, eccetera, eccetera…
Le parole non basteranno, ma ci sto provando…
Piccolo aiutino: i gatti sono in parte ottimi insegnanti del vivere il godimento dei sensi, ma i loro strumenti sono limitati. Noi possiamo ampliare questo stile di vita a molte più situazioni e canali.
2) La voglia del cuore
In ogni singolo istante del tuo tempo libero, inizia ad imparare a praticare solo la voglia del cuore.
Smetti di fare programmi a incastro: fai quello che ti senti in quel momento. Poi, se avevi un programma piacevole e lo vuoi rispettare va benissimo: queste cose riempiono la giornata e il cuore! Ma altrimenti è molto importante che tu inizi a muoverti nello spazio e nelle tue attività seguendo la tua intuizione e il tuo sentire, anche se la logica lo considerasse assurdo. Anche se il tuo giudice interno ti dicesse che non stai facendo niente di utile, che dovresti affrettarti, che non c’è tempo.
Questo richiede molto tempo per sé: usa davvero ogni tuo istante libero per portare a galla questo sentire.
Adesso ti va di andare a fare una passeggiata? Vai, ma non porti orari né obiettivi. Lungo il tragitto la tua voglia va verso un pasticcino nel tal posto, o l’acquisto di altro in un altro posto, o un albero da fotografare? Vai, segui l’onda. Procedendo ancora ti viene in mente una persona? Chiamala.
Ti colpisce una frase da un annuncio o da una maglietta? Segnatela…
Ti viene in mente una canzone speciale? Cercala subito sul tuo cellulare e ascoltala, miscelala con la tua realtà di quel momento come fosse una pelliccia in cui ti avvolgi.
E via così. Conosci quell’onda. Cercala e conoscila…
Ho reso l’idea? Per essere gioiosi e godere profondamente, credo non si possa proprio prescindere da questo passaggio. Che richiederebbe da solo un intero corso. Quelli di Mindfulness possono aiutare. Impara a vivere seguendo la voglia del cuore. Scopri la differenza rispetto a come hai vissuto fino adesso.
Si consiglia la solitudine per riuscirci: questo è un passaggio che non può essere condiviso dall’inizio e in certi casi non può essere condiviso mai.
Fai in modo e maniera di ricavarti il tempo e lo spazio per praticare questo in piena libertà e senza dovere spiegazioni: la tua intuizione si rigenererà gradualmente e diventerà come un albero lussureggiante, anche dopo anni di disuso e di oscurità – o di scarsa manutenzione.
3) La visione della Regina (o del Re)
La visualizzazione (chiamata anche immaginazione attiva) è una chiave fondamentale nel cambiare la realtà – soprattutto sul lungo periodo, ma a volte anche nel breve (dipende dalla nostra intensità e anche da quanti ostacoli ristagnano tra noi e la realtà che vogliamo).
Non mi dilungo ora su questa tecnica (che richiede davvero un approfondimento) e per la quale vi rimando a questi articoli del Bosco Femmina:
Ora parliamo del punto 3). Non importa se ti sentirai sciocco/a, questo punto richiede l’intervento del tuo bambino interiore e del gioco.
Gioca a fare la Regina (o il Re).
Immedesimati nelle movenze di una Regina (o di un Re), ogni momento che puoi. Dedicati tempo ogni giorno per questa pratica.
Non viverla come un esercizio: goditela! Vivila come un gioco, vivila come un corso di teatro, vivila come vuoi ma devi provarci gusto…
Sii la Regina. Sii il Re.
Se hai poca immaginazione, cerca di ricordare come facevi da bambina/o o ricerca questo personaggio nella fiction, in immagini in rete, libri e quant’altro.
Immagina cosa faresti dentro il tuo castello (ora la tua casa) se fossi una Regina (o un Re).
Trattati coi guanti.
Entra nell’energia della Regina (o del Re) a livello sottile.
In tutti i modi che immaginerai e che ti inventerai con la pratica.
Leggi dell’archetipo della Regina (o dell’archetipo del Re) nella storia, cerca film o cartoni animati che trattino questo personaggio, entra in ogni modo che puoi inventarti nella sua energia, un po’ ogni giorno e possibilmente in ogni istante libero.
Entra nella consapevolezza del tuo inalienabile diritto al benessere.
Entra nella consapevolezza del tuo inalienabile diritto all’amore.
Entra nella consapevolezza del tuo inalienabile diritto all’abbondanza, alla prosperità in senso lato.
Entra nella consapevolezza del tuo inalienabile diritto al piacere, alla scorrevolezza delle cose, al gusto, all’agio.
Per questo esercizio
a) non è necessario spendere soldi, a meno che non faccia parte del proprio modo per eseguirlo;
b) ci sarà richiesto in molti casi di lavorare sui nostri sensi di colpa nello stare bene, sulle convinzioni limitanti e sui limiti che ci autoimponiamo – per questo potrebbe aiutare l’articolo sul dare e ricevere:
“La dea Lakshmi e l’abbondanza”
IL NUOVO LIBRO di SONIA SERRAVALLI: IL MASCHILE SACRO
⇒ ⇒ ⇒ I MIEI LIBRI (Fiamme gemelle, viaggi per il mondo, poesie, romanzi, downshifting…)
Per aiutarti: ARMONIZZAZIONE DELL’ANIMA