A BRACCETTO CON LA MORTE
L’INTEGRAZIONE DELLA MORTE
“Un uomo che desideri entrare pienamente nel proprio potere, non può prescindere da un lavoro di integrazione del pensiero della Morte.
La Morte è quella presenza costante che, così come il tempo, permette alla vita un contenimento e una struttura.
Un uomo realizzato, un maschile sano, sacro, dovrebbe convivere pacificamente con il pensiero della Morte in senso lato tutti i giorni. Perché è grazie a questa fondamentale compagna di viaggio che puoi misurare il valore degli affetti, di una frase, di un’abitudine. Di un respiro, di un’idea, di un panorama…
La Morte è un ingrediente fondamentale nella tua massima realizzazione. È l’ingrediente che ti fa lievitare, crescere fino al massimo delle tue potenzialità, laddove altrimenti avresti sempre rimandato o dato tutto per scontato. La Morte rappresenta gli argini: senza argini avresti solo dispersione e caos.
La Morte si declina nel cambio delle stagioni, nei cicli del tuo orto o del tuo giardino, nella notte che dà il cambio al giorno, nelle cadute in depressione o tristezza, nelle delusioni sentimentali e in tutti i piccoli e grandi lutti che vivi. Nelle cose che si rompono. Nelle cose che rompi. Nelle cose che vuoi cambiare e salutare per sempre.
È la Morte a permettere il cambiamento. Qualunque cambiamento di stato nel mondo fisico, di stile di vita, di forma, di contenuto, di idea, di mentalità, di pensiero.
La Morte è un’implacabile bilancia per comprendere in ogni momento, misurando tutto su di lei, cosa abbia valore davvero e cosa sia superfluo.
Carlos Castaneda scrive:
“Un uomo che segue il sentiero della stregoneria si trova davanti la morte ad ogni svolta di strada e, inevitabilmente, si fa lucidamente consapevole della propria morte. Senza la consapevolezza della morte sarebbe soltanto un uomo ordinario coinvolto in atti ordinari. Mancherebbe della necessaria potenza, della necessaria concentrazione che trasforma in potere magico la propria vita sulla terra.”
Senza la morte non daremmo importanza a nulla. Le dimostrazioni di questo semplice fatto sono tante.
Si guardi per esempio la presa di coscienza collettiva, durante la quarantena per il Coronavirus, di quanto, senza i limiti impostici, davamo per scontato prima di questa esperienza. Spazi, affetti, possibilità, libertà, lavoro, soldi, lussi, piaceri, infiniti dettagli quotidiani, eccetera, eccetera, eccetera. Tutto dato per scontato, quasi non percepito. Quindi, non vissuto.
La Morte è quella sostanza divina che ti permette di vivere davvero la Vita.
(Leggi anche: “Una prova dell’Aldilà”)
Un’altra dimostrazione chiara sono i momenti prima di morire. L’essere umano in quel momento dà un valore estremo a ogni respiro e si chiede perché non l’abbia fatto prima e quanto avrebbe potuto fare di ogni sua ora in vita con quella consapevolezza.
La Morte è in ogni fine, per permettere un nuovo inizio e una rinascita. Per stare meglio e per essere in maniera sempre più intensa.
Per questo, naturalmente la Morte fa anche parte integrante di ogni iniziazione, di ogni rito di passaggio, consapevole o meno.
La Morte è anche uno degli archetipi junghiani e come tutti gli archetipi esso va “nutrito”, nel senso di approcciato, guardato, considerato.
In questa maniera integriamo gli archetipi. Avvicinandoli noi e dando loro presenza e attenzione, essi non hanno bisogno di manifestarsi nella realtà.
Ricorda infine che qualunque pensiero crei in te delle resistenze interne, è indicatore (prezioso e saggio) dei tuoi prossimi passi da compiere nella direzione della conoscenza di te stesso, dell’accoglienza e dell’integrazione.”
– Questo brano è tratto dal LIBRO DI SONIA SERRAVALLI
“IL MASCHILE SACRO – Il tuo massimo potenziale”
“Sappi soltanto che più affonderai le tue radici nella vita più la troverai presente al tuo fianco. […] Per vivere sei dovuto morire e, questa morte, ti ha permesso di vivere nuovamente non essendo più ciò che eri prima.
Dove c’è vita, anche la morte è lì ben presente. È lei che permette ogni cambiamento e ogni trasmutazione. È lei che, annientando e separando, rigenera e offre nuove forme.
Più sarai in grado di percepirla in questo modo di sentirla come un’alleata di ogni evoluzione, invece che una tua nemica, più imparerai a percepirla secondo il suo vero volto. Invece di essere un semplice mostro, la morte riprenderà il posto che le spetta nella tua vita, diventando la pietra di paragone per comprendere il vero significato e l’autentico valore di tutto ciò che sei e che fai.
Ogni giorno, ogni mattino, ogni momento metti a confronto con lei tutto ciò che vivi. Come una lente di ingrandimento ti mostrerà la strada, aiutandoti a fare la cernita tra ciò che vale e ciò che non vale, tra ciò che è bene perseguire e ciò che, al contrario, è preferibile abbandonare.
Ti accompagnerà in tutti i tuoi momenti critici e ti sosterrà in tutte le decisioni importanti.
In ogni occasione, ti permetterà di scegliere sempre per la vita; per la vita reale e non per la semplice sopravvivenza; per la tua vita, la vita di te, non la vita in generale o, peggio ancora, la vita che stai sacrificando per codardia o per via di un giuramento silenzioso che hai pronunciato incatenandoti a un tuo simile.
Lo vedi: la morte dà un senso alla tua vita! Cerca dunque di darle valore perché, di fronte alla morte o al semplice pensiero della morte, soltanto ciò che è veramente essenziale permane.
Il sentiero che hai intrapreso è un cammino di vita come di morte; di vita vera, perchè non nega la morte, non la rifiuta ma, al contrario, la integra nell’esistenza con tutta la sua importanza e valore. La vita è sacra in se stessa, ma spesso è la morte a permetterci di sperimentare autenticamente questa stessa sacralità.”
– Questo brano è tratto dal LIBRO DI MARTINO NICOLETTI
“CAVALCARE IL KALI YUGA – Il libro del “guerriero dello spirito” “
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Vuoi cambiare completamente la tua percezione della morte?
Allora ti consiglio di cuore questo documentario di Franco Battiato del 2014…:
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