benessere nel bosco

SOLA NEL BOSCO

COME LA NATURA POLVERIZZA I NOSTRI PROBLEMI

Questo articolo riguarda il ricordarsi (o per alcuni la scoperta) di quanto sia difficile e quasi impossibile riuscire a minimizzare, sciogliere e affrontare i dolori e i problemi quotidiani senza l’ausilio di un contatto con un ambiente naturale selvaggio o incontaminato.

Tutto serve (tranne, magari, i giardini pubblici e i campi vuoti in cui è stato tolto tutto…).

Possiamo praticare meditazioni o mantra tutti i giorni, possiamo far parte di un percorso spirituale o di un gruppo olistico, ma il riallineamento e il bilanciamento che un bosco, una laguna vergine, il mare, la selva, la collina, un lago o il deserto possono fornirci a tutti i livelli nell’arco di poche ore è molto difficile da creare da soli.

Questo è il messaggio emerso dall’esperienza appena vissuta, da sola nel bosco.

Che non dobbiamo rimproverarci o colpevolizzarci se a volte sembra che non impariamo mai o se basta un nonnulla per rompere il nostro equilibrio, conquistato con grandi passi e fatiche. No, non è naturale riuscire a mantenerlo a lungo senza il contatto con Madre Terra.

soli nel bosco
Photo by Photo-Poetry Sonia Serravalli

Non è colpa nostra.

Non possiamo fare a meno di questa immersione nel mondo selvaggio, a livello praticamente quotidiano… Questo quello che mi è stato passato in modo chiaro e inequivocabile.

Credo fermamente che il lavoro su noi stessi non possa non passare per la Natura.

In qualunque forma ci venga incontro, all’interno di qualunque contesto o panorama, ma deve essere un luogo in cui possiamo essere soli ed entrare per ore nel silenzio di Madre Terra. Quello riempito solo dai suoi suoni, senza parole e senza rumori artificiali.

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Ho avuto il privilegio di poter entrare in un bosco protetto e semi-integrale in un periodo di totale chiusura al pubblico.

Già ai primi passi lungo il grande sentiero principale, ho avvertito la sensazione forte di stare entrando in un’altra dimensione, come quando si chiudono gli occhi e si entra in uno stato meditativo.

Camminavo nel modo più leggero possibile per non disturbare gli abitanti del luogo: fagiani, gheppi, poiane, cervi, cerbiatti, daini e tanti altri. Ed ero piena di rispetto e circospezione.

Saranno stati questi miei sentimenti e il passo rallentato, ma ad un certo punto ho sentito che stavo scivolando in uno “stato” diverso, lontano da tutto e da tutti e allo stesso tempo più essenziale e più vero.

Poi, tutto quello che avviene è sincronicità, è magia, è messaggio. Ma non a livello mentale. Come la musica classica, il bosco da soli entra in noi per altri canali.

soli nel bosco
Photo by Photo-Poetry Sonia Serravalli

Due cervi giovani che si parano ai lati del grande sentiero lungo un canale, creando ai miei occhi come due totem, due colonne, un portale, delimitato da queste due grandi mezzelune dei loro palchi.

Un cervo anziano che viene verso di me mentre ballonzola sovrappensiero senza avermi percepita, seduta a terra.

Fagiani che corrono anziché volare, segnalando la mia presenza a tutto l’ecosistema.

Occhi ovunque che mi studiano guardinghi e io che fingo di non percepirli perché non fuggano, senza toccare niente.

Un grande senso di amore ti può pervadere se vai nel bosco da sola. Anzi, ti consiglio di nutrirlo e di farlo girare all’altezza del tuo cuore e poi in tutto il tuo corpo come una girandola.

Prima di tutto, chiedi permesso al bosco prima di entrare. Questi esseri vegetali sono dotati di sensibilità e saggezze che noi moderni iniziamo appena adesso a scoprire. In questo, molte civilizzazioni antiche la sapevano più lunga.

Poi, quando stai per andartene, ringrazia per l’esperienza. Ringrazia per tutto, perché quando esci di lì non sei la stessa persona che ne è entrata.

(Leggi anche: “La vita segreta degli alberi”)

Abbracciare un albero maestoso può farti sentire come se fosse un prolungamento del tuo corpo. Farti capire che il messaggio è che anche tu hai terminazioni che si allungano verso il cielo e traggono luce da un piano infinito e verso il basso, molto oltre la dimensione visibile, da cui puoi trarre un nutrimento infinito, perché là sopra e là sotto il potenziale è illimitato.

L’avvistamento degli esemplari animali di un bosco può riempirti a tal punto di maestosità e di bellezza, che quando esci di lì troverai magicamente tutti i tuoi problemi piccoli come sassolini.

C’è qualcosa di molto nutriente nell’energia di un bosco, che rende tutte le sovrastrutture umane quisquiglie a confronto di quella grandezza. Quando l’esperienza finisce, ti ritrovi la mente completamente sgombra. Pare che qualcuno là dentro abbia fatto pulizie dopo tanto tempo e tutto brilla ed emana luce.

Il silenzio di un bosco non è il silenzio assoluto, ma è un silenzio così pieno di suoni di vita in equilibrio, che per qualche ora non sentirai nemmeno la mancanza della musica. Perché quella è la musica al suo stadio essenziale: musica per l’anima, e lei la sente.

Il sonno che vivi la notte che segue un’intensa comunione con un bosco è un sonno diverso.

È molto più profondo, arriverai ad un livello di rilassamento muscolare più diffuso del solito e farai sogni diversi, belli, pieni, nutrienti. E non si tratta di trovate romantiche: sto parlando di questioni estremamente fisiche. Prova e te ne accorgerai.

comunicazione tra alberi

Questo articolo di Natura Amorevole su una casa nel bosco dice:

“Chi vive vicino agli alberi ha un cervello meno stressato. Le persone che vivono in città mostrano un’amigdala più attiva di quelle che vivono nella natura.”

“Il dato è indicativo, perché l’amigdala è la parte del cervello coinvolta nello stress e in una serie di emozioni, prima tra tutte la paura.”

Prova tutte le tecniche che vuoi, usale come strumenti ausiliari, ma personalmente dubito che qualcosa possa funzionare perfettamente senza l’integrazione della forza che arriva da un ecosistema del genere. Ma è quella che ci serve per affrontare diversamente i nostri problemi e superarli.

Forse può riuscirci un guru, o forse addirittura un messia o un angelo. Ma un essere umano non può, da solo, creare quella potenza.

Quello che deve fare è riconnettersi con essa.

E convincersi che senza questo passo, resta una vita artificiale in cui i problemi assumono fattezze e dimensioni non naturali.

Buone passeggiate, buon ascolto, buone sorprese e goditi i miracoli.


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