Le mille e una notte

SHERAZADE INSEGNA

IL GRANDE NULLA E LA NOSTRA IMMAGINAZIONE

La principessa Sherazade riesce a salvarsi la vita raccontando storie al pericoloso e sanguinario monarca Shahrigar per quasi tre anni, per mille e una notte.

Quando il Nulla sta per inghiottire il mondo, il piccolo umano Bastian ne La Storia Infinita deve intervenire con i suoi desideri e con la sua immaginazione per ricreare vita, esistenza, nomi, realtà.

Le storie curano. L’immaginazione riempie e rimargina.

L’essere umano oggi è posto di fronte a un fenomeno che chiameremo, come Michael Ende che ha scritto La Storia Infinita, appunto, “il Nulla”.

Questo fenomeno nella nostra società si articola in diverse forme.

  • Depressione
  • Apatia
  • Drammi della solitudine
  • Assenza di ambizioni, desideri e sogni
  • Avvilimento
  • Rinuncia
  • Cinismo
  • Disallineamento da ciò che si è
  • Negazione di ciò che si è
  • Frustrazione
  • Allontanamento dalla natura (propria e dalla natura in genere, le due cose sono collegate)
  • Oblio dei propri poteri e delle proprie potenzialità

Da sempre, la letteratura umana di tutti i tempi ci ricorda come sia fondamentale continuare a sperare, a inventare, a immaginare.

L’esoterismo ci spiega, tramandandocelo nei millenni, che tutto fa capo alla nostra mente e ai suoi poteri creativi e creatori.

La fisica quantistica ha da poco iniziato ad arrivare alle stesse conclusioni.

Le mille e una notte

Dunque dovremmo renderci conto una volta per tutte che l’immaginazione non è e non è mai stata un gingillo accessorio, una forma di capriccio o addirittura un modo per perdere tempo. Il tempo non si perde mai e l’unico modo per uccidere realmente il tempo e la vita è proprio quello di smettere di esercitarla, la propria immaginazione.

Suggerisco a questo riguardo anche l’interessantissimo Igor Sibaldi e il suo esercizio buddista rivisitato sui centouno desideri.

Non serve tanto per convincersi di queste affermazioni, basta provare una di queste pratiche e le dimostrazioni arrivano.

Ed è lì che si comprende come La Storia Infinita non fosse un romanzo o un film per bambini, ma come essa sia stata un’inestimabile opera di divulgazione di Verità sacre, antiche come l’uomo e come la sua mente creatrice (“fatti a immagine e somiglianza di Dio” Genesi 1:26-27).

D’altronde, a cosa sono serviti millenni di meditazioni se non a questo? La meditazione porta sì a svuotare la mente e a riallineare la persona, ma anche a creare, “vedere”, attrarre, animare.

A volte bisogna inventare la realtà, che poi prenderà forma in seguito e in conseguenza alle nostre idee. Altre volte basta nominare le cose, raccontarle, attribuire nomi, pronunciarle a voce alta perché prendano vita.

Gli antichi mantra buddisti bitonali prevedono un sapiente utilizzo delle frequenze sonore delle parole pronunciate e non solo pensate.

Da “La Storia Infinita”:

Imperatrice: “Deve darmi un nuovo nome, l’ha persino scelto, deve solamente gridarlo!”

Certo noi esseri umani siamo lenti a capire.

Se ci raccontano la storia di Sherazade da “Le mille e una notte”, che se non tiene il suo carceriere col fiato sospeso grazie alla sua abilità nel raccontare storie perde la vita, allora ci rendiamo conto della serietà della cosa. Ma solo in casi così estremi ci rendiamo conto dell’importanza reale del continuare a creare.

Negli altri casi, sottovalutiamo, diamo per scontato, smettiamo di credere. Pensando che l’immaginazione sia solamente un inutile lascito della nostra infanzia. E il Nulla cresce e avanza. Su tutti noi e il nostro mondo di adulti, sul pianeta e sul futuro.

la depressione

“Non esiste nella storia della letteratura una parabola più semplice e illuminante di quella di Sherazade e Sahrigar per spiegare l’importanza della fantasia e dell’invenzione nella vita degli esseri umani e il modo in cui esse abbiano contribuito a riscattarli dai bui inizi della loro storia quando ancora non erano diversi dai quadrupedi e dagli animali feroci.” Da La Stampa

Dicono che chi legge vive due volte. Una volta non si leggeva, i racconti si ascoltavano narrati oralmente e le donne erano grandi depositarie di questa arte, di quest’aspetto sacro della vita che faceva crescere i bambini ricchi di impressioni, carichi di visioni e curiosi di nuovi mondi.

Lo stesso re Shahrigar viene affascinato dai mondi paralleli che si dipanano dalle storie di questa affascinante narratrice. Non solo, ma è attraverso questi mondi e queste storie, attraverso le favole, che arriverà a un pentimento, a un addomesticamento dei propri istinti bruti e ad accedere alla sensibilità.

Cito il blog Arab.it:

“Una storia di per sé straordinaria, che offre Shahrazàd all’ammirazione di lettori, imitatori, poeti ed artisti. Shahrazàd è diventata per l’occidente la regina-madre di tutte le odalische che hanno popolato da secoli le letterature europee, le gallerie d’arte e i palcoscenici dei balletti.

Per il mondo arabo Shahrazàd è il simbolo della forza dell’intelligenza, del fascino della parola, del potere di seduzione e in questo senso Shahrazàd rappresenta tutt’altro che il modello dell’odalisca sensuale e passiva, caro all’immaginario occidentale. In realtà essa è una donna attiva, abile, astuta, artefice della propria salvezza e di quella delle altre donne, capace di suscitare amore nel sovrano e di conservare vivo in lui questo amore.”

Le mille e una notte
Photo by Hai Phung

Ecco qui, per rinfrescare la memoria, un bel riassunto de Le Mille E Una Notte:

“Il sultano Shahriyàr, per vendicarsi dell’infedeltà della prima moglie, fa uccidere al mattino le spose con le quali ha trascorso una sola notte. Shahrazàd, la saggia e colta figlia del visir, giovane di grande bellezza, decide di porre fine alla strage; perciò si offre come sposa al sultano, e riesce a scampare alla morte, e a salvare la vita di chissà quante altre donne, grazie alla sua intelligenza e al suo fascino: racconta a Shahriyàr una serie interminabile di bellissime storie, incastonate l’una nell’altra in un sapientissimo gioco di scatole cinesi. Per mille e una notte il crudele sultano ascolta rapito le avventure di dolci principesse, potentissimi re, geni dagli straordinari poteri, personaggi il cui nome è ormai divenuto celebre, come Aladino, Sindibàd il marinaio o Ali Babà. Al termine della narrazione Shahriyàr, ormai innamorato di Shahrazàd, rinuncia alla sua legge disumana e… “da tutti i paesi dell’impero salirono mille lodi e mille benedizioni al sultano e alla deliziosa Shahrazàd, sua sposa”.”

Non solo chi legge vive due volte: anche chi scrive, chi dipinge, chi recita, danza, fotografa, chi inventa qualunque cosa. E non solo due volte: la realtà di fantasia o Fantàsia è infinita. Mondi e universi paralleli possono essere innumerevoli. Se esiste una mente creatrice che li nutre, però. Altrimenti, non resta che il Nulla.

  • Il Nulla è quando fai qualcosa che detesti e ti racconti che dedicarti a ciò che ti piace non sia tuo diritto.
  • Il Nulla è quando non riesci più a immaginare un futuro possibile per te e per il mondo e ti fai andare bene così questa sensazione pesante.
  • Il Nulla è quando smetti di sentire e non fai niente per contrastarlo.
  • Il Nulla è preferire stare chiusi in casa al buio quando fuori c’è il cielo azzurro.
  • Il Nulla è non provare nulla per gli altri e non interessarsi più agli altri.
  • Il Nulla è quando smetti di provare gratitudine per qualunque cosa.
  • Il Nulla è quando non vedi più la bellezza.
  • Il Nulla è quando non vuoi neanche più pensare a tornare a fare quello che ti appassionava, perché ti fa troppo male ammettere che l’hai tradito.

Rifacendomi al mio articolo precedente su cosa dovrebbero insegnarci a scuola, aggiungo qui dunque l’aspetto basilare, fondamentale, imprescindibile. Dovrebbero insegnarci e dovremmo insegnarci a vicenda che se smettiamo di avere una visione, il mondo si ferma e la felicità individuale e comune scompare.

Affinché le dimensioni in cui viviamo – tangibile, sensoriale, emozionale e spirituale – continuino a svilupparsi e a moltiplicarsi, c’è la necessità (oggi più impellente che mai) che le persone vi fantastichino sopra, che creino nuovi piani e progetti, che osino credere nei loro sogni e metterli in pratica.

Hai mai pensato che tutto quello che esiste è nato in origine da un’idea? Da un’idea e da un tentativo.

L’esoterismo ci insegna che il contrario è l’avanzata del nulla e ora ce lo mostra sempre più chiaramente anche la nostra società odierna, con i suoi problemi noti elencati qui sopra, di cui è piena la stampa, i quali non sono che tante facce dello stesso mostro.

Avresti mai immaginato che sarebbe bastata la tua immaginazione a contrastarlo? Te l’hanno mai detto? O l’hai sentito, presentito ma la società in cui vivi ti ha bloccato dal darvi seguito?

Se sei qui, nel Bosco Femmina, immagino che qualche percezione di questo genere tu l’abbia già avuta o che tu abbia colto un’impressione o un suggerimento simile sul tuo cammino. Vuoi raccontarmi? Usa i commenti qui sotto!


Bastian: Fantasia è stata distrutta.

Imperatrice: Sì.

Bastian: È stato tutto inutile.

Imperatrice: No, non è vero, Fantasia può ancora risorgere. Dai tuoi sogni, dai tuoi desideri.

Bastian: E come?

Imperatrice: Apri la mano… C’è qualcosa che desideri?

Bastian: Non lo so.

Imperatrice: Allora Fantasia non esisterà più. Mai più.

Bastian: Quanti ne posso dire?

Imperatrice: Tutti quelli che vuoi, più tu ne esprimerai più il regno di Fantasia sarà splendido.


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